Oggi piango un amico: Roberto Antoni

Roberto (Freak) Antoni è morto e con lui è scomparso un pezzo di storia della musica (e non solo) italiana.
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Freak Antoni
Conobbi Roberto a Bologna. Frequentavo il DAMS e nel giro delle osterie e degli studenti gli Skiantos cominciavano ad avere un certo seguito. Era l'epoca del Punk e loro si presentavano in quella veste anche se la loro versione era un po' demenziale. Alla base però c'era di più. Mi ricordo che il loro primo produttore di sala, Paolo Tofani degli Area, rimase colpito dalla loro professionalità (ed era la loro prima registrazione) e, soprattutto, dalle capacità musicali di Fabio "Dandy Bestia" Testoni. Ma la vera anima, pur senza togliere nulla al resto del gruppo, era lui, Roberto "Freak" Antoni: un poeta ed un vero artista.
Le sue provocazioni sono rimaste famose come il concerto in cui non suonarono ma si misero a cucinare spaghetti gridando al pubblico inviperito che loro erano l'avanguardia. Dietro a tutto ciò c'era molta voglia di giocare ed ironia, ma anche consapevolezza dei limiti dei circuiti artistici.
Io ne sono stato sempre convinto, Freak Antoni era l'avanguardia! È stato dirompente, ironico, irriverente e lo faceva sempre con un sorriso disarmante sulle labbra. Era un ragazzo di una gentilezza ed educazione estrema.
Organizzai, per presentarli al pubblico milanese, il loro primo concerto fuori dalla provincia bolognese alla palazzina Liberty con l'egida del Male e la mattina seguente li presentai a Gianni Sassi (Cramps Record) con cui poi cominciarono ad incidere (Karabignere fu il loro primo 45 giri registrato per la Cramps).
Ai tempi di Bologna cominciammo anche a scrivere un Noir a quattro mani ambientato in piazza Ferravilla, ahimé un progetto rimasto in un cassetto.

Oggi lo piango!

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