Andar per libri: Lunario del paradiso di Gianni Celati
Raffaele
Santoro propone, per il mese di febbraio, un libro che non è più in
commercio. Ottima occasione per andare a leggerlo in biblioteca.
(Raffaele Santoro)05/02/2014
“Lunario
del paradiso” insieme a “Le avventure di Guizzardi” e a “La
banda dei sospiri” compone quella trilogia di racconti lunghi che
Celati scrisse negli anni '70, i quali, per la loro originalità,
furono accolti, al loro apparire, da ampi riconoscimenti e restano
tutt'ora tra le cose più significative del nostro panorama
letterario di fine '900. Un'esilarante vis comica e un andamento
avventuroso caratterizza questi racconti nei quali la realtà del
quotidiano, resa con un tono epico, crea un effetto magico e
favolistico del tutto particolare. Premesso che meriterebbero di
essere letti tutti e tre perchè sono tutti allo stesso modo
piacevolissimi, “Lunario del paradiso” è forse quello in cui la
combinazione di comicità e avventura si realizza al meglio.La storia
prende le mosse da un dato di realtà biografico di Celati che finito
il liceo, durante un campeggio estivo, conobbe una ragazza tedesca e
decise di rivederla, così si reca ad Amburgo dove lei viveva e dove
rimarrà nove mesi. Questo episodio è descritto da Giovanni, il
protagonista del racconto, quando dice: “Dovete sapere che la
giovane Antje l'avevo vista un giorno su una spiaggia italiana, e le
ho subito detto: voglio rivederti...Vista una sola volta, vista la
sua faccia, la guardo e subito dico: io ti vengo a trovare dovunque,
anche in Germania, dovunque!”. “Lunario del paradiso” ha
perciò, come movente narrativo, un trasporto amoroso ed è percorso
da questo giovanile sentimento d'amore che però Giovanni nonostante
i suoi pazienti, teneri e, al tempo stesso, ostinati sforzi non
riuscirà ad esaudire. Partito come un cavaliere che va alla
conquista della sua bella egli sarà malinconicamente costretto alla
rinuncia, scoprendo che tra sogno e realtà c'è una bella
differenza, giacchè la principessa – Antje a farsi salvare da lui
non è che era poi così tanto interessata. Ma il viaggio di Giovanni
in Germania non sarà consumato solo da quel suo tentativo amoroso ma
si trasformerà in una vera e propria scoperta del mondo, una
costante avventura che lo terrà occupato sui più svariati fronti,
tanto che “Lunario del paradiso” ha come sottotitolo “Esperienze
d'un ragazzo all'estero”. Quel viaggio diventerà quindi un viaggio
di iniziazione, tra eventi e incontri, sia belli che brutti, ma tutti
come sospesi in un sogno, perchè: “l'uomo sarà sempre fatto di
sogni, tu credi che i sogni siano realtà...E' la realtà che è un
sogno” dice a un certo punto Celati. E qui sta il carattere
distintivo di “Lunario del paradiso”. Celati è infatti riuscito
a trasporre in una dimensione onirica, leggera ed aerea una vicenda
vissuta, emancipandola dalla sua dimensione descrittiva e
trasformandola in una festa dell'immaginazione carica di contagioso
divertimento, per la comicità strabordante e per il tono
perennemente tragicomico. Come una sorta di “Alice nel paese delle
meraviglie” Giovanni si incamminerà per strade e luoghi a lui
estranei e anche un po' ostili, imbattendosi in personaggi, o
scoprendo loro aspetti che non sfigurerebbero per follia,
inverosimiglianza, surrealismo e assurdità a quelli presenti in
“Alice”, con la differenza che quest'ultima viaggiava in un mondo
deliberatamente fantastico, mentre Giovanni viaggia in un mondo reale
reso fantastico. E così mentre il povero Giovanni tenta di sbarcare
come può il suo “lunario” e cerca di capire cosa fare di sé,
tutti gli altri sembrano saperlo perfettamente. Il suo
disorientamento nel capirsi e nel vedersi nel mondo che, in modo
stralunato e malinconico, egli esprime si scontra con tutti gli altri
personaggi che sembrano avere tutti un loro posto e un loro ruolo, ma
il cui senso effettivo, nonché la loro effettiva identità, spesso
sfuggono avvolti in un alone ora di mistero ora di magia. E come in
qualsiasi favola che si rispetti, alla fine vi sarà un coup de
theatre che a Giovanni sarà svelato in quella lettera che si troverà
fra le mani, mentre è già sul treno, di ritorno in Italia, magari
sconfitto, ma reduce da una grande avventura, in quel suo lunario
tedesco: “Di lune ne ho già contate un bel po' nel mio lunario
tedesco. E' come quei lunari che aveva Antje, vecchie stampe:
Kinderkalender, con disegni di fate e bambini, e poesie scritte a
caratteri gotici che non capisco. Poi dentro c'è una favola per ogni
mese. Quella di Pollicino e il gigante è febbraio; quella di Hansel
e Gretel è aprile; la Bella Addormentata nel Bosco è giugno; agosto
Cappuccetto Rosso, e così via.”
Gianni
Celati
Lunario del paradiso
Feltrinelli pag.224
(Raffaele Santoro)
Tags: