La scuola senza stress di David Lynch
(Valentina Fortichiari)04/02/2014
Il regista americano arriva sul palco camminando lentamente (un po' appesantito dai suoi 68 anni) e gli applausi sono scroscianti. Anche i più giovani forse lo conoscono e lo amano per i numerosi successi cinematografici (Velluto Blu, TheElephant Man, Mullholland Drive e la celeberrima serie televisiva Twin Peaks).
Non tutti forse sanno però che è una sorta di uomo ‘rinascimentale’, come viene presentato, dal momento che è anche pittore, musicista, compositore, sceneggiatore, attore, scenografo, scrittore.
Da trent’anni ha scoperto e pratica la meditazione trascendentale e si batte nel mondo per il benessere e la consapevolezza, per l’educazione e la pace. Questo almeno il programma della fondazione che porta il suo nome, nata nel 2005 poco prima che Lynch lasciasse il cinema dopo aver girato l'ultimo film (Inland Empire, del 2006: L'impero della Mente, guarda caso).
Seduto, le grandi mani intrecciate, inizia calmo a parlare. Le prime parole (“L’energia, la felicità sono dentro di noi”) sembrano una filosofia in pillole comune, quasi banale.
Molto meglio a suo tempo Tiziano Terzani, grande reporter, grande viaggiatore, quando - complice la malattia - con semplicità poetica ma forse anche con la disperazione dei suoi ultimi giorni, aveva scoperto che “la felicità e la pace non vanno cercate lontano, ma sono dentro di noi”.
Poi, sciorinando dati scientifici (il programma è già una realtà in 500 scuole di 50 nazioni con 300.000 studenti che la praticano, 600 studi scientifici condotti in 250 università e istituti di ricerca indipendenti di 33 nazioni che dimostrano l'efficacia della tecnica), Lynch porta esempi di individui ai quali il programma ha giovato e migliorato la qualità dell’esistenza: veterani che hanno superato lo stress post traumatico della guerra,senza tetto (in Italia potrebbe funzionare?), carcerati, indiani d’America, bambini vittima di abusi sessuali, persone che hanno disturbi e problemi mentali, di attenzione e perfino di autismo.
La meditazione, che nelle scuole dove è stata introdotta è parte integrante dei programmi scolastici, si fa a occhi chiusi in due “momenti di quiete in classe” all’inizio e alla fine delle lezioni. La pratica migliora la memoria e il rendimento scolastico, riduce lo stress e la depressione, elimina la violenza, riduce il fenomeno del bullismo, aggravato dallo stress. Suo obiettivo è raggiungere il livello profondissimo della nostra coscienza e introdurvi uno stato di riposo: è necessario un momento di quiete per entrare dentro di noi e toccare quel nucleo che di norma non riusciamo a portare fuori.
In effetti parrebbe, da un filmato che è una sorta di enfatizzazione del metodo, che i risultati siano davvero eccellenti: in un video girato a San Francisco il Preside, un omone placido ed entusiasta, racconta quanto la meditazione, da lui fortemente voluta in una situazione scolastica di totale ingovernabilità, abbia reso gli studenti davvero consapevoli di sé e come - al posto di aggressività, assenze, veri e propri episodi di delinquenza, bocciature, trasgressioni e casi umani apparentemente irrisolvibili se non con una repressione autoritaria - siano sopraggiunte serenità, armonia e un cambio totale di rotta che gli stessi genitori, stupiti, e l’intero corpo insegnante sono stati i primi ad apprezzare.
Tutti avrebbero ricevuto quella fatidica ‘chiave’, a livello individuale e di gruppo, per entrare in se stessi e scardinarvi ogni situazione problematica, tanto che rapidamente molti Paesi dell’America Latina hanno sposato la causa del poliedrico artista nordamericano. Messico e Brasile, per citare i casi più clamorosi. Ma nel nostro Sud d’Italia - sorge il dubbio - riusciremmo a immaginarci studenti e professori a occhi chiusi meditando tutti insieme?
La filosofia di Lynch, pur con tutta la passione, propone elementi che qui, noi smaliziati europei, abbiamo superato da anni lasciandoceli alle spalle: la new age, con il classico La profezia di Celestino di James Redfield del 1993, o i libri di Paulo Coelho a partire dal 1988.
E quando Lynch accarezza la nostra sensibilità con l’immagine di esseri perfetti e bellissimi come alberi che il giardiniere, riconoscendo uno stato di sofferenza, annaffia alla radice per riportarli alla salute, oppure quando fantastica sull’oceano della coscienza e dell'intelligenza che possono ricongiungersi con uno stato di felicità, creatività, amore, energia e pace infiniti per il tramite di una sola chiave, la meditazione trascendentale, viene da chiedersi come si possa sposare tutto questo con la forte componente angosciosa, torbida, le scene oniriche o reali così crude e strane dei suoi film.
Una risposta potrebbe essere che in effetti tutto questo appartenga a una vicenda superata e che Lynch, uomo rinato, abbia abbandonato il surrealismo fantasioso e sovrabbondante dei suoi incubi, per approdare alla pace interiore.
Naturalmente passando per gli insegnamenti di un maestro indiano, in questo caso Maharishi Mahesch Yogi, fondatore del programma e citato nel depliant pubblicitario distribuito a piene mani al Dal Verme. Ma non sarà stato, viene il dubbio, un modo per ‘purificarsi’ dall’uso di droghe, facili a Hollywood, come abbiamo appena visto con la morte per overdose del bravissimo attore Philip Seymour Hoffman?
Noi però a Lynch siamo disposti a perdonare tutto, anche l’entusiasmo un po’ ingenuo con cui è venuto in Italia a perorare la causa da simpatico, furbissimo istrione che fa sembrare ‘magia’ tutto ciò che racconta. Lo perdoniamo forse anche in virtù del ciuffo di capelli alla Elvis Presley ormai bianco. Ma soprattutto per i capolavori che hanno nutrito la nostra fantasia, primo fra tutti Twin Peaks, con la sua indimenticabile musica.
Resta però la domanda di fondo: il suo sistema funzionerebbe anche nelle scuole italiane, reggerebbe questa terribile prova? Perché allora non avviare un dibattito e una seria sperimentazione verificandone statisticamente i risultati? Potrebbe essere un aiuto per il disastrato sistema scolastico del nostro Paese?
Chi volesse approfondire può rivolgersi a Roberto Baitelli, Docente dell’Associazione Meditazione Trascendentale Maharishi (www.scuolasenzastress.it).