L'ORTO D'INVERNO. La cicoria
A volte nelle bustine di sementi s’intrufola un semino diverso. Così, a distanza di tempo, fra i radicchi può germogliare un seme di cicoria, Cichorium intybus, la cicoria selvatica.
(Wanda Gradnik)15/01/2014
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(Wanda Gradnik)15/01/2014
La foto si riferisce a un'unica piantina spuntata in queste settimane in mezzo ad altre di radicchio rosso nell'orto di Ermanno. È probabile che proprio nella stessa bustina di semi di radicchio ci fosse anche lei. Tutti i radicchi sono chiamati cichorium intybus, fanno parte di una grande famiglia, ma quando si parla di cicoria selvatica, è lei.
È una pianta perenne che quando fiorisce può superare il metro d'altezza, l'aspetto del fusto e dei fiori somiglia molto a quello dei radicchi, ma il colore dei fiori è meraviglioso: di un blu ceruleo, quasi indaco.
È presente ai bordi delle strade di campagna, nei prati non coltivati, vicino a ruderi.
Si raccoglie la piantina quando è una rosetta bassa, perché quando sale in fioritura le foglie basali restano dure. Di solito la raccolta si fa recidendo alla base, come si fa per le insalate, ma questo può portare alla morte della piantina, mentre spiccando le foglie esterne ad una ad una, lasciando però il cuore, la ricrescita è assicurata.
E' considerata da sempre una delle migliori insalate selvatiche da mangiare crude, perché nonostante la leggera somiglianza delle foglie zigrinate a quelle del tarassaco, il sapore è decisamente migliore, più dolce, in particolare ricorda il sapore del mallo di noce o nocciola freschi. Naturalmente è buona anche lessata o stufata, ma come ben sapete, la verdura cruda mantiene tutte le sue proprietà nutritive e vitaminiche.
Contiene cicorina, zuccheri, tannino, olio essenziale, sali e mannite. La radice è usata in erboristeria come amaro tonico, ipoglicemizzante, depurativa.
È molto conosciuta e ricercata nel centro-sud, meno al nord. Durante la "giocosa" autarchia, dalla radice veniva ottenuto un surrogato del caffé, che era consumato anche dopo la guerra, sino agli anni '60.
Speriamo che non tornino più quei tempi grami!
È una pianta perenne che quando fiorisce può superare il metro d'altezza, l'aspetto del fusto e dei fiori somiglia molto a quello dei radicchi, ma il colore dei fiori è meraviglioso: di un blu ceruleo, quasi indaco.
È presente ai bordi delle strade di campagna, nei prati non coltivati, vicino a ruderi.
Si raccoglie la piantina quando è una rosetta bassa, perché quando sale in fioritura le foglie basali restano dure. Di solito la raccolta si fa recidendo alla base, come si fa per le insalate, ma questo può portare alla morte della piantina, mentre spiccando le foglie esterne ad una ad una, lasciando però il cuore, la ricrescita è assicurata.
E' considerata da sempre una delle migliori insalate selvatiche da mangiare crude, perché nonostante la leggera somiglianza delle foglie zigrinate a quelle del tarassaco, il sapore è decisamente migliore, più dolce, in particolare ricorda il sapore del mallo di noce o nocciola freschi. Naturalmente è buona anche lessata o stufata, ma come ben sapete, la verdura cruda mantiene tutte le sue proprietà nutritive e vitaminiche.
Contiene cicorina, zuccheri, tannino, olio essenziale, sali e mannite. La radice è usata in erboristeria come amaro tonico, ipoglicemizzante, depurativa.
È molto conosciuta e ricercata nel centro-sud, meno al nord. Durante la "giocosa" autarchia, dalla radice veniva ottenuto un surrogato del caffé, che era consumato anche dopo la guerra, sino agli anni '60.
Speriamo che non tornino più quei tempi grami!
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