Un libro al mese. Gli sdraiati di Michele Serra

Con nostro grande sconforto e con dispiacere di tutti coloro che considerano il libro e la lettura un patrimonio fondamentale, la Libreria eQuiLibri ha cessato le attività. Questo è l’ultimo contributo di Marina Marcucci, almeno come libraia. Stiamo già correndo ai ripari. ()
gli sdraiati michele serra web
Scritto con prosa impeccabile e pacata, spesso carica di umorismo, questo libro dall’inizio alla fine ci fa pensare agli occhi di un bambino attento e curioso di ciò che gli accade davanti.
Invece sono gli occhi di un padre sconcertato che scrutano, osservano, si domandano, senza mai giudicare, piuttosto si interrogano sull’operato del proprio figlio, che da piccolo è stato troppo facile da amare, da annusare, respirando l’odore tenero dei bambini, amandolo e dando quasi per scontato che l’immenso amore sarebbe bastato a seminare le regole della vita.
Invece il padre di questo libro guarda i tappeti stazzonati e sporcati dalle scarpe, gli asciugamani adoperati e chissà perché non riappesi, ma abbandonati a terra: “Tutto rimane acceso, niente spento, tutto aperto, niente chiuso, tutto iniziato, niente concluso”.

Già Umberto Galimberti nell’”Ospite inquietante” aveva viaggiato nel nichilismo giovanile con spietatezza.
Li vediamo narrati questi nostri figli avvolti in sciarpe e felpe, trascinanti camminate indolenti, sedotti fin da piccoli dalla tecnologia, dalla velocità del pc e della televisione.
L’amore per i nostri figli non riesce mai a tramutarsi in odio neppure di fronte all’oblomovismo generazionale che questi mostrano.
Li si osserva lasciare in giro i calzini puzzolenti, i resti di cibo, non comunicanti se non attraverso il computer e ci si chiede dove si è mancato, quasi con arrendevolezza consapevoli  di essere schiacciati da questo momento storico che li rende automi sconosciuti ed incompresi.

Il divario generazionale mai come ora è stato così ampio eppure traspira sempre nelle riflessioni di questo padre la speranza del ribaltamento. E si distingue da altre generazioni dove i giovani erano più ribelli,  mentre ora, di fronte alla “schizofrenia materna” dicotomizzata tra una furiosa urlata e un successivo soccorso amoroso, difficile che il figlio reagisca, anzi non-reagisce. Non fa nulla.
Si passa da una posizione eretta ad una posizione sdraiata, sia in senso effettivo che in senso lato. In nessuna epoca “i vecchi lavorano e i figli dormono” ma è impensabile analizzare e giudicare come e perché.
Ed ecco che il padre di questo libro arriva anche a stupirsi quando sa che il figlio a scuola raggiunge il tetto per soffermarsi a guardare le nuvole, allora la natura vince e il cielo si sa che è più bello dello schermo del portatile.

Ed è quasi commozione quando il figlio lo supera sul sentiero di montagna, mentre egli era convinto che neppure lo avrebbe percorso tutto quel sentiero.
Resta comunque questo figlio, interprete di questa gioventù impenetrabile, decisa a difendere la propria volontà di non comunicare, di assecondare la società attuale che vuole solo che egli mangi più di ciò che serve, che fumi  a dismisura, che acquisti quasi solo il superfluo, senza un senso concreto dell’esistenza, solo per emulazione collettiva, senza discernimento.




Gli sdraiati
di
Feltrinelli, pp.112, € 12

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Re: Un libro al mese. Gli sdraiati di Michele Serra
14/01/2014 Francesca
Marina, mi dispiace moltissimo che sia chiusa la libreria Equilibri. Sono sermone stata una votra appassionata lettrice e sostenitrice. Mi piace molto leggere i tuoi commenti dei libri. Pensi che sarà possibile che tu continui a pubblicarli?
Un abbraccio
Francesca


 
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