Una piccola rivoluzione in un regolamento edilizio

Forse un'utopia, ma la Commissione Urbanistica ci prova con l'articolo 12 del nuovo Regolamento Edilizio. A tale proposito pubblichiamo l'articolo del Consigliere Comunale Luca Gibillini.
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torre galfa macao
La battaglia ha inizio

Quasi quasi ci siamo.
A Palazzo Marino, in Commissione, oggi si discuterà il nuovo regolamento edilizio.
Pare burocrazia, un atto normativo, in realtà, al suo interno c’è un idea di città e di relazione sociale che dobbiamo difendere e rilanciare. Insieme. Anche perchè come Sel l’abbiamo chiesta e fortemente voluta fin dal primo giorno.

Concentriamoci su solo uno dei 151 articoli previsti, per la precisione sull’articolo 12.

In soldoni, il 12 prevede che, tutti gli edifici abbandonati, non utilizzati, da oltre 5 anni e per almeno il 90% della struttura, possano essere, dopo un preciso iter amministrativo, essere restituiti ad una funzione pubblica.Quindi, chi ha abbandonato un immobile, generando in questo modo degrado, abbandono e togliendo dalla disponibilità cittadina uno spazio edificato, riceverà una diffida per imporre alla proprietà di sistemarlo. Se la proprietà non lo fa in 90 giorni, il Comune lo ristruttura anticipando i costi e imputandoli alla proprietà.
E se l’intervento fosse per il comune eccessivamente oneroso o non immediatamente attivabile, attribuisce a tali beni una destinazione pubblica.E’ evidente che è un importante passo avanti verso il cambiamento per la città.
Milano da troppi anni assiste al degrado crescente di sempre più stabili abbandonati, spesso perchè oggetto di speculazioni o addirittura di truffe.
E’ il caso della Torre Galfa, per citarne una famosa, ma anche di altre centinaia di immobili.
Milano nel frattempo assiste anche alla crescente fame di spazi a canoni accessibili, per attività produttive, per l’aggregazione, per l’associazionismo, per numerose funzioni necessarie per rilanciare la città, ma anche per sottrarre al degrado e al consumo inutile di suolo tanti tanti metri quadrati urbani.Si aprirà una grande battaglia.
Stanno già affilando le lame i paladini del centrodestra, convinti che questa norma sia uno strumento di “socialismo applicato” (SIC), di esproprio proletario legalizzato (DOPPIOSIC). Insomma sbraitano contro un intervento profondamente di SINISTRA.
Dall’altro lato alza la voce anche l’organizzazione di categoria dei propretari immobiliari (assoedilizia) che addirittura chiama in causa l’articolo 42 della costituzione che garantisce la proprietà privata e imputa al nostro articolo 12 milanese la messa in discussione della libertà di possedere beni.Dimenticano, di certo, la precisa definizione dell’articolo costituzionale numero 42 che recita:“La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.”.La battaglia ha inizio. Presto arriverà in consiglio comunale.
E’ una battaglia che dobbiamo ingaggiare tutti insieme, come segnale, ma non solo. Non dobbiamo lasciare sola la giunta di Milano, l’Assessore De Cesaris e il Sindaco Pisapia.
Dobbiamo, con questo articolo, dire chiaramente che Milano è un bene pubblico e la speculazione immobiliare che lascia deperire spazi e luoghi non è più tollerabile.
Perchè l’abbandono di spazi, con il bisogno di casa e di luoghi, in una metropoli come la nostra non è più tutelata a norma di regolamento.
In una parola, nero su bianco, che generare degrado e togliere bene pubblico alla città è immorale.A testa alta e con caparbietà, portiamo a casa questo tassello della Milano che verrà.

Luca Gibillini – consigliere comunale di SEL

Link all'articolo originale

RECUPERO URBANO E SICUREZZA PUBBLICA - Aree ed edifici dismessi, inedificati e in disuso)
1. Il recupero urbano, la riqualificazione sociale e funzionale delle aree e/o degli edifici sono valori di
interesse pubblico da tutelare mediante attività a difesa dell’incolumità pubblica.
2. I proprietari o i titolari di diritti su tali beni devono provvedere alla custodia e alla manutenzione degli
stessi, al fine di evitare fenomeni di degrado urbano, occupazioni abusive, nonché situazioni di
pericolo per l’ordine pubblico, l’integrità fisica della popolazione e la sicurezza urbana. Le aree devono
essere adeguatamente recintate e sottoposte ad interventi periodici di pulizia, cura del verde, e se
necessario, di disinfestazione o di derattizzazione. In particolari situazioni di rischio dovute alla
presenza di amianto, serbatoi, linee di raccolta e smaltimento delle acque si deve provvedere al
mantenimento in efficienza e sicurezza delle strutture interessate o alla loro bonifica.
3. L’Amministrazione Comunale, accertato lo stato di abbandono, di degrado urbano, di incuria e di
dismissione delle aree e/o degli edifici, diffida i soggetti di cui al precedente comma ad eseguire
interventi di ripristino, pulizia e messa in sicurezza delle aree, nonché di recupero degli edifici sotto i
profili edilizio, funzionale e ambientale.
Ferma restando ogni ulteriore valutazione, ai fini del presente Articolo si presumono abbandonati gli
edifici che non siano manutenuti e utilizzati per più di cinque anni, ove tale non utilizzo riguardi
almeno il 90% delle loro superfici.
4. Entro 60 giorni dalla notificazione della diffida di cui al comma precedente i proprietari o i titolari di
diritti su detti immobili devono presentare progetto preliminare per l’esecuzione degli interventi
edilizi, per la sistemazione e la manutenzione, o per la riconversione funzionale degli stessi in
conformità alle previsioni del Piano di Governo del Territorio, allegando una relazione che espliciti le
modalità e i tempi per l’esecuzione degli interventi di recupero urbano e di riqualificazione sociale e
funzionale.
5. Decorso il termine di cui al precedente comma e constatata l’inerzia dei proprietari o dei titolari di
diritti su tali beni, l’Amministrazione Comunale, fatte salve le sanzioni penali ed amministrative
previste dalle leggi in vigore, provvede in via sostitutiva all’esecuzione di interventi di manutenzione
e di pulizia degli immobili, nonchè a mettere in sicurezza le aree. Le relative spese sostenute
dall’Amministrazione dovranno essere rimborsate dai proprietari o titolari di diritti su tali beni entro
trenta giorni dalla richiesta e, in difetto, tali spese saranno riscosse coattivamente con la procedura
prevista dalla normativa vigente. In caso di inottemperanza agli ordini impartiti ai sensi del presente
e del precedente Articolo è prevista una sanzione commisurata a € 500/ mq di consistenza catastale
degli immobili.
6. Ferma restando l’esecuzione d’ufficio degli interventi di cui al precedente comma, l’Amministrazione
Comunale - nello svolgimento della propria attività di definizione del migliore assetto urbanistico del
territorio e con l’intento di perseguire l’interesse pubblico a un corretto ed armonico utilizzo delle
aree e degli edifici in stato di abbandono, di non uso, di degrado e/o dismissione - qualora il
proprietario non intervenga, rendendo necessario l’intervento sostitutivo, provvede, altresì, ad
attivare uno dei seguenti procedimenti:
a) di attribuzione a tali beni di una destinazione pubblica, di interesse pubblico o generale, assumendo
gli atti e gli strumenti previsti dalla legislazione nazionale e regionale vigente;
b) di recupero delle aree non residenziali dismesse, ai sensi dell’art. 97 bis della Legge Regionale
11.3.2005 n. 12.
7. Fatto salvo quanto disposto dai commi che precedono, l’amministrazione nel corso dell’istruttoria di
nuovi interventi inerenti aree libere dovrà accertare se il richiedente è titolare di beni immobili in
disuso e/o abbandonati, ai sensi del precedente comma 3. In caso affermativo l’avvio degli interventi
sull’area libera, sarà condizionato alla presentazione di una proposta di intervento dell’immobile in
disuso e/o abbandonato e all’avvio dei lavori sullo stesso.


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Re: Una piccola rivoluzione in un regolamento edilizio
09/01/2014 Valeria Volpe
Finalmente! Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che non si potesse intervenire per evitare le situazioni di degrado che a Milano (e chissà in quante altre città)esistono ormai da troppi anni ! D'altronde nessuno si è mai meravigliato degli espropri di aree boschive o agricole per costruire autostrade o superstrade (non sempre necessarie e auspicate dai cittadini)e quindi ben venga questa legge!


Re: Una piccola rivoluzione in un regolamento edilizio
09/01/2014 Valeria Volpe


 
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