A teatro e al cinema…a piedi: Il grande cinema di Abdellatif Kechiche

Inizia bene l’anno che verrà a Spazio Oberdan grazie alla Cineteca Italiana che, a partire dal 1 gennaio, propone la filmografia completa di Abdellatif Kechiche. ()
Venere nera WEB
Abdellatif Kechiche è un regista/attore di origini tunisine poco più che cinquantenne che ha realizzato, almeno sinora, solo(?) cinque film. Non cinque film qualsiasi, però. Merita, ancora una volta, plauso la Cineteca Italiana che ha escogitato di iniziare il 2014 con la proposta della retrospettiva completa del regista franco-tunisino.

Il suo esordio nel lungometraggio, dopo aver lavorato soprattutto come attore a partire dagli anni ’80, avviene con Tutta colpa di Voltaire (Francia, 2000) in cui affronta il tema dei sans papier con probabile cognizione di causa.  Film che il Mereghetti liquida con due stelle ma che riserva, almeno nella prima parte, qualche interesse non banale.
Del 2004 è La schivata (in questo caso le stelle salgono a tre e mezzo) che racconta le turbolenze dell’adolescenza in un gruppo di ragazzi della banlieue parigina alla prese con la cruda violenza della realtà e la poesia del teatro dell’arte.
Cous Cous è del 2007. Vince, più che meritatamente,  il Gran premio della Giuria al Festival di Venezia. Racconta la vicenda corale di una famiglia francese  di origine araba alle prese con sogni e speranze, disillusioni e scoramenti. Vita nella vita, nel bene e nel male.
Difficile dire di La venere nera (Francia, 2010) il più controverso e (forse) peggio riuscito dei film di Kechiche. Film in costume, rievoca vicende storiche legate a curiosità sessuali intorno ad una giovane di origine sudafricana nei primi anni dell’800. Ricorda, un po’ da lontano, almeno per le morbosità e le ambientazioni, Elephant Man di David Lynch.

Chiude la rassegna il suo film più recente e più premiato, si tratta naturalmente di La vita di Adele (Francia, 2013) che ha vinto la Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes. Il film seziona con esasperata lucidità la storia di un amore tra due ragazze, raccontandola anche attraverso i particolari più intimi con dovizia di immagini e di suoni.
Gli amori iniziano, passano, finiscono. Gran bel film.

Una nostra personale graduatoria? Oro a Cous Cous, argento a La schivata, bronzo a La vita di Adele.
L’occasione della rassegna è allettante anche per cogliere l’evoluzione del regista e per analizzare le tematiche a lui care. Grande direttore di attori, attinge dalla sua esperienza anche di carattere teatrale per rappresentare una coralità spesso contrastata e lacerata in un confronto assillante tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità.
Dall’1 all’11 gennaio 2014  il grande cinema di Abdellatif Kechiche è di casa a Spazio Oberdan.
Per la programmazione e le modalità di accesso è d’uopo consultare il sito www.cinetecamilano.it

Massimo Cecconi

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