Forconi: ma chi sono?

Dopo Torino, Genova, Roma, Napoli... tocca a Milano, e in particolare a Zona 3. Cronaca di una protesta di piazza, cercando di capire.

()
forconi milano piazza Loreto web
Milano, 11 dicembre, ore 10. Giornata limpida. Da circa un’ora un centinaio di persone presidiano Piazza Loreto. Numerosi, molto più numerosi i poliziotti, non sono in tenuta antisommossa, portano il berretto, niente caschi. Affiancano i dimostranti. In alcune vie, non tutte, tra queste Andrea Doria, il traffico è interrotto da auto della Polizia locale, ciò che facilita il blocco praticato dai dimostranti alla confluenza in Piazza Loreto del traffico proveniente da viale Brianza e da viale Monza. Il blocco non è permanente nella stessa posizione, si sposta nella rotonda della Piazza, così il ritardo per gli automobilisti è compreso tra i 15 i 30/45 minuti.

Gli automobilisti suonano il clacson, ma non più del solito; a questi incroci suonano sempre. Brontolano, ma sopportano. La composizione? Grosso modo come in una carrozza di metrò: molti i giovani e giovanissimi, coppie con bambini, alcuni piccoli sulla carrozzina, anche anziani e uomini, alcuni decisamente più robusti della media, equilibrio tra la presenza femminile e maschile.

A mezzogiorno bloccano un bus di tifosi olandesi dell’Aiax, seguono tafferugli, la polizia osserva. Nel pomeriggio il blocco continua, alle ore 16 le presenze sono di un poco cresciute, diminuiti gli uomini robusti. Tutto è molto ordinato, le bottigliette di plastica vengono buttate negli appositi cestini.
Chi parla col megafono insiste su “niente violenza, comportamento civile, siamo pacifici”. Mi procuro un volantino: «Forconi??? Ci chiamiamo popolo italiano - l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta si ribella - ribellarsi è un dovere - contro questo modello di Europa, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria - per il rispetto della Costituzione - contro un governo di nominati - per riprendere la nostra dignità».

Ore 17, un poco ridotta la partecipazione, dietro lo striscione “Contro l’Europa delle banche, contro il governo delle tasse” un piccolo corteo percorre la rotonda. Li seguo. Tre giovani, a lato, discutono se partecipare. «Non possiamo sfilare con Forza nuova» afferma uno di loro e un signore più anziano: «L’importante è che non venga politicizzata”.
La gente, di fretta, esce dal metrò, passa e va. Poca curiosità, molta indifferenza. Tra quanti assistono: perplessità, qualche condivisione, poche critiche. “Affari loro”. Il corteo è guidato da una ragazza giovanissima, con megafono. Procede lentamente, un solo canto: l’Inno nazionale - un solo slogan “Italia Italia.
Un giovane, circa 20 anni o poco più, al megafono indica la natura dell’iniziativa: «Siamo apolitici, senza alcun colore, non vogliamo strumentalizzazioni». Applausi.

All’angolo con via Andrea Doria siede una persona sui 50 anni, giubbotto di pelle nera, baffi, volto dai caratteri netti. Dà ordini ad alcuni che gestiscono la manifestazione. Cerca uno che deve “testimoniare che la manifestazione non è fascista”. Alfine lo trovano. Ne riprendono la dichiarazione: «Siamo forti perché siamo trasversali, siamo italiani, siamo qui come cittadini, nessuno ci fermerà». È Jonghi Lavarini (Militante del MSI e poi An, oggi Pdl). Mi faccio avanti, lo interrompo: «Se la manifestazione non è fascista, lei è il meno adatto a far da garante. Lei è noto come fascista, nel suo ufficio di Presidente del CDZ di Zona 3 teneva la foto di Mussolini».
Mi rivolgo a quelli che mi circondano, non sono minacciosi, anzi molto dialoganti: «Se intervistate lui, la manifestazione è segnata, ha parlato da leader». Mi vien risposto, indicando il cinquantenne con giubbotto di pelle nera: “Lo ha chiamato lui, che è il coordinatore”.
Due signore pensionate, in tutta evidenza brave persone, precisano: «Ci siamo anche noi, siamo pensionate, non ce la facciamo più». Un altro, che cerca di convincermi: «Che Forza Nuova e il Cantiere manifestino insieme è una cosa mai vista, straordinaria».
Il gruppo si ricompone davanti al Corso Buenos Aires. Un ragazzo chiede ai manifestanti «Chi vuole musica alzi la mano» poco meno di metà la alza. Si fa musica. Ma c’è chi dissente: »Niente musica, solo informazione ai cittadini».

Un altro giovane, con maglietta arancione e megafono, da solo, ferma le auto in arrivo da Andrea Doria, intima ai conducenti di scendere dall’auto, tutti gridano: «Scendete, scendete». Uno scende. Applausi scroscianti e dal megafono: «Ecco un eroe». Sono passate le 18, c’è meno gente, meno polizia, più freddo.
Me ne torno a casa. Domani si replica: «Dalle 9 alle 20, abbiamo il permesso della questura, tutto regolare» mi è stato spiegato.
«Davvero?» ho replicato.

Franco Calamida


Commenta

Re: Forconi: ma chi sono?
17/12/2013 pescante luciana


Re: 9 dicembre : ma chi sono?
15/12/2013 franco calamida
Adalberto , abbiamo inaugurato un metodo nuovo : invece di scrivere di "quel che penso io di quel che ha detto lui di quelche pensa lei , ecc ecc e la colpa è certamente di quel partito ,( diverso dal mio, ovviammente ) che non ha capito nulla ecc ecc. " , siamo andati a vedere e a parlare ( parlare è una scelta , non ci ha mosso il pregiudizio , neppure il bisogno di giudicare , maquello di capire ); l'opposto di chi e son molti , ha subito decretato : "son qualunquisti strumentalizzati dai fascisti " . Per loro la realtà non è la realtà , spesso contradditoria e complessa , ma la rappresentazione che ne danno loro stessi a conferma delle loro convinzioni e categorie di analisi , spesso risalenti ala preistoria e inossidabili ( che va bene per l'acciao , ma non per il pensiero). Probabilmente sei arrivato quando anch'io c'ero ancora , ho seguito la votazione dissensi sul far musica. Abbiamo avuto , grosso , modo la stessa percezione . Ah dimenticavo , non sono vecchio , difendo il bambino che è in me. Scherzo , te lo scrivo per sicurezza. ciao franco . PS : il confronto avviato dal giornale mi pare utile . Dobbiamo ragionare , prima su noi stessi , per capire gli altri. E ragionare su ciò che accade , le persone reali . Per me un giovane disoccupato con idee di destra , è innanzitutto un disoccupato.


Re: Forconi: ma chi sono?
12/12/2013 adalberto
Anch'io ci sono andato, spinto dalla curiosità: i forconi in fondo sono una delle icone più antiche delle rivolte popolari. Devo essere arrivato più o meno quando Franco se n'è andato, ma le sensazioni non sono state molto diverse, credo. Un gruppo di ragazzotti marciavano in tondo dietro a uno striscione nero a lettere bianche contro il “governo delle tasse”. Erano pochi e andavano a bloccare le strade prima di qui e poi di là, gridando “fate vedere lo striscione!” Per l'abbigliamento e i modi difficile non pensare a gente di destra. Poi è partito anche qualche coro da stadio tipo “gente come noi non molla mai”. Però era una cosa strana. Ho attaccato bottone con un ragazzo, che mi ha detto subito di essere di sinistra e di avere come modello il movimento di piazza Tahrir, al Cairo. Uno studente con un lavoro precario alla McDonald. Ho parlato anche con un graduato di PS che mi ha confermato trattarsi di “manifestazione autorizzata fino alla 20”. Allora adesso autorizzano manifestazioni che paralizzano il traffico sotto Natale. Segno dei tempi. Gli agenti peraltro erano meno di dieci, equipaggiati come se facessero un giro tra le bancarelle. Ed è certo bene così, perché ancora al Cairo non siamo e il nostro Mubarak seppur non (ancora) in galera, ossia dove dovrebbe stare, tresca e complotta ma per lo meno non è più al governo. Gli agenti sono intervenuti solo per far scorrere un automobilista inferocito che si era messo ad altercare con un gruppo di manifestanti. Un paio di ragazze con piccoli megafoni si sgolavano a dire niente violenza, siamo tutti italiani. L'autista di un grosso camion di Teramo si è messo a suonare le trombe scatenando un visibilio di applausi, ma secondo me era anche lui semplicemente esasperato per il blocco stradale. Perché glielo chiedevo, un tipo in giubbotto giallo ha cercato di spiegarmi i loro obbiettivi. Strano e confuso impasto tra il forcaiolo e il buonista. Comunque contro questo governo e “tutti gli approfittatori, che sappiamo chi sono e possiamo andare a prendere uno per uno”. E “se tutti gli italiani, di settanta milioni che siamo vengono qui, dove scappano quelli?”
Un gruppo di ragazzi, alcuni con i capelli da rasta, fanno partire da un apparato montato su una specie di carriola Get up stand up di Bob Marley, ma altri dicono che no, niente musica perché non è una festa. Improvvisamente tutti si sbattono per far muovere l'enorme fila di macchine che intasa viale Brianza perché c'è un'ambulanza da far passare e loro “vogliono il benessere di tutti”. C'è anche qualche immigrato, d'altronde via Padova è a un tiro di sputo, e sembra davvero la composizione sociale di un vagone della metro, come dice il vecchio Franco Calamida. Insomma popolo, popolo italiano più, come sempre, qualche infiltrato a tentare il solito sporco gioco degli infiltrati. Attenzione però: se li guardi negli occhi la vedi la disperazione, molta, e la paura. Ma che confusione, che ingenuità e che mancanza di riferimenti. Dove andranno? Bene certo non lo sanno manco loro. Forse sono qui perché non si può più essere da nessun'altra parte. Chi si ricorda di Poujade? Ma no, è stata una roba diversa, però assomiglia. Un altro frutto avvelenato del malgoverno, certo una miscela esplosiva. Come negli anni venti del secolo scorso? Forse no, ma è evidente che il tempo dei rinvii è finito ed in fondo sì, sono nostri fratelli, italiani come tutti noi, cornuti e mazziati.


 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha