Andar per librerie: Libreria Utopia
La sua libreria si è trasferita in
questa zona della città da quasi un anno, qual è il bilancio di
questo periodo?
Nella nuova sede, la nostra libreria ha
avuto un inizio un po’ difficoltoso. Bisogna capire gli errori che
si fanno ma è comunque troppo presto per poter fare un bilancio.
Sicuramente ci stiamo impegnando molto e ci sono segnali
interessanti. Pensiamo che si possa fare di più e che anche il
quartiere potrebbe rispondere di più. Dobbiamo certamente orientare
meglio le nostre attività, farci conoscere di più e radicarci
maggiormente al fine di fare parte delle abitudini quotidiane degli
abitanti del quartiere. Questo è un quartiere con una profonda
vocazione residenziale, non è un quartiere commerciale. Noi dobbiamo
trasformare una location, che è un luogo dove qualcuno va, in
una destination, un posto dove si va per una precisa scelta,
non per caso.
Ha notato particolari differenze
rispetto alla collocazione storica di via Moscova?
Questo è un quartiere molto diverso, è
residenziale con una composizione sociale più complessa. Mentre via
Moscova si trova in un quartiere “alto”, qui c’è una
commistione tra diversi ceti sociali, dallo studente al
professionista, dal lavoratore al pensionato e alla casalinga. Si
nota una maggiore presenza di bambini come frequentatori anche grazie
alle iniziative che abbiamo promosso.
Via Moscova è una via di shopping dove passa molto gente, questo è un quartiere più da vivere.
Recentemente avete introdotto una
grossa novità, cosa vi ha suggerito di aprire un caffè nella
libreria?
Abbiamo conosciuto i ragazzi
dell’Osteria dell’Utopia con cui stiamo condividendo un progetto
comune per mettere insieme la cultura dei libri con la cultura
materiale. Le circostanze storiche ci hanno suggerito questa scelta,
pensiamo che ciò che si beve o si mangia sia cultura. La crisi in
atto delle librerie rende necessario dare un servizio in più che noi
abbiamo individuato nella ristorazione anche perché ci sono
caratteristiche comuni dal punto di vista della fruizione.
Chi viene in libreria lo fa per passare del tempo, per parlare con gli amici o con il libraio, così come coloro che vanno a bere un bicchiere di vino in osteria. C’è un comune senso di convivialità che accomuna le sue attività. Una vocazione alla “perdita di tempo” che ci accomuna…
Chi sono i vostri clienti?
Sono poco identificabili anche perché
siamo solo all’inizio. Non posso certo dire che esista già una
clientela fissa. I volti noti, persone che vengono una o due volte
alla settimana, sono ancora troppo pochi. Per fidelizzare i clienti
usiamo una tessera che dà diritto a sconti. Organizziamo inoltre
tante attività culturali, conferenze e presentazione di libri, ma il
fattore preponderante è la nostra competenza professionale che ci
deriva dalla nostra lunga storia di libreria (dal 1976, n.d.r.).
Qualche considerazione sul mercato
del libro in Italia…
È un mercato in grande difficoltà
come tutti i comparti del commercio. Tutti i commercianti vivono in
una situazione di grande crisi, basti pensare che oggi chiudono
negozi di moda nel Quadrilateroi della moda, che è tutto dire.
Il mercato del libro oggi in Italia vive una situazione paradossale a cui le istituzioni non sono ancora riuscite a dare una risposta di tipo politico. C’è una enorme sovrapproduzione di titoli, escono all’anno sessantamila libri nuovi, per un bacino di lettori “forti” che non supera al massimo i quattro milioni. Un lettore è considerato “forte” quando legge 5 o 6 libri all’anno, un libro al mese sarebbe un record mondiale.
È una crisi di sovrapproduzione che ha cause che vengono da lontano. Ad esempio, nella scuola è sempre meno richiesta la lettura di libri. Sono anche stati fatti tagli radicali alle biblioteche, mentre io sono convinto che una persona che frequenta la biblioteca poi frequenta anche la libreria. Sono state penalizzate le scuole, le biblioteche, l’università e tutto ciò non incentiva certo l’approfondimento e la ricerca personale. Per una laurea breve è spesso sufficiente leggere qualche dispensa. Tutti questi fattori messi insieme fanno sì che il libro venga penalizzato.
E gli e-book quanto pesano in questo
contesto?
Oggi la concorrenza degli e-book non è
ancora visibile, almeno in Italia. L’offerta di libri scaricabili è
ancora molto limitata, oggi gli e-book rappresentano solo l’1% del
mercato. Sono ben più temibili le vendite online perché il lettore
“forte” trova un assortimento notevole di proposte librarie con
sconti e con tempi di consegna rapidissimi. C’è in corso un
cambiamento antropologico nell’attività della lettura, oggi si
legge in modo molto diverso, si leggono le pagine elettroniche sui
social network. Paradossalmente, si può dire che in questo periodo
storico non si sia mai letto così tanto e, contemporaneamente, non
si sono mai chiuse così tante case editrici. E’ cambiato il tipo
di lettura.
Quali sono i rapporti con il
quartiere e con la istituzioni della città?
Cerchiamo di averne di più e di
renderli più solidi…
Tre libri assolutamente da leggere…
Segnalo quelli su cui stiamo lavorando
in questo periodo:
Isaak Babel
Racconti di Odessa
(traduzione di Bruno Osimo)
Voland, 10 euro
François Rabelais
Gargantua e Pantagruele
Torgny Lindgren
Per non sapere né leggere né
scrivere
Iperborea, 15 euro
( a cura di Massimo Cecconi)