Andar per librerie: Libreria Utopia

Lucio Morawetz possiede indubbiamente il physique du rôle del libraio. Lo abbiamo incontrato nella nuova sede della sua libreria in via Vallazze dove, con la sua competenza, consiglia libri come antidoti all’impoverimento culturale dilagante. Lui e la sua libreria meritano ampia fortuna. ()
Duomo Cucchi 27.11.2013 002

La sua libreria si è trasferita in questa zona della città da quasi un anno, qual è il bilancio di questo periodo?
Nella nuova sede, la nostra libreria ha avuto un inizio un po’ difficoltoso. Bisogna capire gli errori che si fanno ma è comunque troppo presto per poter fare un bilancio. Sicuramente ci stiamo impegnando molto e ci sono segnali interessanti. Pensiamo che si possa fare di più e che anche il quartiere potrebbe rispondere di più. Dobbiamo certamente orientare meglio le nostre attività, farci conoscere di più e radicarci maggiormente al fine di fare parte delle abitudini quotidiane degli abitanti del quartiere. Questo è un quartiere con una profonda vocazione residenziale, non è un quartiere commerciale. Noi dobbiamo trasformare una location, che è un luogo dove qualcuno va, in una destination, un posto dove si va per una precisa scelta, non per caso.

Ha notato particolari differenze rispetto alla collocazione storica di via Moscova?
Questo è un quartiere molto diverso, è residenziale con una composizione sociale più complessa. Mentre via Moscova si trova in un quartiere “alto”, qui c’è una commistione tra diversi ceti sociali, dallo studente al professionista, dal lavoratore al pensionato e alla casalinga. Si nota una maggiore presenza di bambini come frequentatori anche grazie alle iniziative che abbiamo promosso.

Via Moscova è una via di shopping dove passa molto gente, questo è un quartiere più da vivere.

Recentemente avete introdotto una grossa novità, cosa vi ha suggerito di aprire un caffè nella libreria?
Abbiamo conosciuto i ragazzi dell’Osteria dell’Utopia con cui stiamo condividendo un progetto comune per mettere insieme la cultura dei libri con la cultura materiale. Le circostanze storiche ci hanno suggerito questa scelta, pensiamo che ciò che si beve o si mangia sia cultura. La crisi in atto delle librerie rende necessario dare un servizio in più che noi abbiamo individuato nella ristorazione anche perché ci sono caratteristiche comuni dal punto di vista della fruizione.

Chi viene in libreria lo fa per passare del tempo, per parlare con gli amici o con il libraio, così come coloro che vanno a bere un bicchiere di vino in osteria. C’è un comune senso di convivialità che accomuna le sue attività. Una vocazione alla “perdita di tempo” che ci accomuna…

Chi sono i vostri clienti?
Sono poco identificabili anche perché siamo solo all’inizio. Non posso certo dire che esista già una clientela fissa. I volti noti, persone che vengono una o due volte alla settimana, sono ancora troppo pochi. Per fidelizzare i clienti usiamo una tessera che dà diritto a sconti. Organizziamo inoltre tante attività culturali, conferenze e presentazione di libri, ma il fattore preponderante è la nostra competenza professionale che ci deriva dalla nostra lunga storia di libreria (dal 1976, n.d.r.).

Qualche considerazione sul mercato del libro in Italia…
È un mercato in grande difficoltà come tutti i comparti del commercio. Tutti i commercianti vivono in una situazione di grande crisi, basti pensare che oggi chiudono negozi di moda nel Quadrilateroi della moda, che è tutto dire.

Il mercato del libro oggi in Italia vive una situazione paradossale a cui le istituzioni non sono ancora riuscite a dare una risposta di tipo politico. C’è una enorme sovrapproduzione di titoli, escono all’anno sessantamila libri nuovi, per un bacino di lettori “forti” che non supera al massimo i quattro milioni. Un lettore è considerato “forte” quando legge 5 o 6 libri all’anno, un libro al mese sarebbe un record mondiale.

È una crisi di sovrapproduzione che ha cause che vengono da lontano. Ad esempio, nella scuola è sempre meno richiesta la lettura di libri. Sono anche stati fatti tagli radicali alle biblioteche, mentre io sono convinto che una persona che frequenta la biblioteca poi frequenta anche la libreria. Sono state penalizzate le scuole, le biblioteche, l’università e tutto ciò non incentiva certo l’approfondimento e la ricerca personale. Per una laurea breve è spesso sufficiente leggere qualche dispensa. Tutti questi fattori messi insieme fanno sì che il libro venga penalizzato.

E gli e-book quanto pesano in questo contesto?
Oggi la concorrenza degli e-book non è ancora visibile, almeno in Italia. L’offerta di libri scaricabili è ancora molto limitata, oggi gli e-book rappresentano solo l’1% del mercato. Sono ben più temibili le vendite online perché il lettore “forte” trova un assortimento notevole di proposte librarie con sconti e con tempi di consegna rapidissimi. C’è in corso un cambiamento antropologico nell’attività della lettura, oggi si legge in modo molto diverso, si leggono le pagine elettroniche sui social network. Paradossalmente, si può dire che in questo periodo storico non si sia mai letto così tanto e, contemporaneamente, non si sono mai chiuse così tante case editrici. E’ cambiato il tipo di lettura.

Quali sono i rapporti con il quartiere e con la istituzioni della città?
Cerchiamo di averne di più e di renderli più solidi…

Tre libri assolutamente da leggere…
Segnalo quelli su cui stiamo lavorando in questo periodo:

Isaak Babel
Racconti di Odessa

(traduzione di Bruno Osimo)
Voland, 10 euro

François Rabelais
Gargantua e Pantagruele

Torgny Lindgren
Per non sapere né leggere né scrivere

Iperborea, 15 euro

( a cura di Massimo Cecconi)



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Re: Andar per librerie: Libreria Utopia
15/12/2013


 
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