Borse di studio per giovani talenti


L'associazione Fiorella Ghilardotti promuove attività di sostegno per i giovani immigrati e un progetto di studio solidale.
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Fio 24

Tra le diverse iniziative sociali presenti in " Zona 3", ormai da cinque anni opera questa associazione nata in memoria di Fiorella Ghilardotti, che è stata dirigente sindacale, Presidente della Regione Lombardia, parlamentare europea e Presidente delle donne del PSE ed è prematuramente deceduta nel 2005.

Proprio per proseguire la traccia del suo impegno nel sociale, in una prospettiva di civiltà multiculturale, l'associazione si preoccupa di aiutare e seguire nel loro percorso d'inserimento nella scuola superiore giovani ragazze e anche qualche ragazzo, che siano meritevoli, ma incontrino difficoltà economiche.

Le/i giovani vengono contattati nelle scuole medie di zona nel periodo di fine corso,  ad ognuno viene assegnato un tutor per tenere i contatti con la famiglia e gli insegnanti, seguire l'andamento scolastico e aiutare a risolvere eventuali problemi. Viene fornita naturalmente anche una piccola borsa di studio, nei primi 3 anni scolastici, da utilizzare per l'acquisto di libri di testo e spese riguardanti la scuola.

In questo modo l'Associazione Ghilardotti è riuscita ad aiutare anche giovani immigrate, favorendone la loro integrazione nella nostra società.

I problemi dell'integrazione
Per riuscire a capire, almeno in minima parte, cosa significhi il problema dell'integrazione per i giovani che
lo devono affrontare, per i loro genitori, per gli insegnanti e per la società intera, basta pensare alle difficoltà che si incontrano con i nostri adolescenti, moltiplicato per cento e per  mille: contestazione,
ribellione, rifiuto, disadattamento, difficoltà a rapportarsi con il reale.

Bisogna sentire la frustrazione nelle parole di quei ragazzi che, giunti dal loro paese a metà di un percorso scolastico magari promettente, vengono proiettati in un paese di cui non conoscono la lingua, la cultura, l'organizzazione sociale, avviati di conseguenza ad attività che non corrispondono alle loro attese (e ciò vale anche per i nostri ragazzi), a cui spesso viene fatto molto pesare ogni elargizione.

Bisogna capire quelli che invece non hanno strumenti culturali per pensare per sé alternative positive d'appartenenza e si auto-emarginano in una perdita d'identità senza via d'uscita.

Si diventa disadattati così facilmente quando si viene considerati estranei e stranieri, non titolari di diritti uguali con capacità diverse, ma uguali possibilità.

È forse questa la stupidità umana più grande: la mancanza d'immaginazione di un futuro in cui ci sia un ruolo anche per chi viene ora rifiutato. Allora che cosa è meglio: favorire oggi l'integrazione o la ribellione domani?




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