Non guardare solo la luna, guarda anche quello che cresce sotto i piedi: l’EQUISETO

È una pianta perenne. Antichissima. Ne esistono tante varietà e quindi anche tanti nomi: equisetum arvense, palustre, pratense, coda cavallina, preslica… e cresce spontaneo anche a Milano.

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Autunno a Milano: parcheggio nuovo, aiuola nuova e per me nuova fonte di osservazione per piante spontanee eduli che non avevo ancora scoperto in zona tre, si tratta dell'aiuola sopra il nuovo parcheggio di via Ovidio. Nonostante la copertura di corteccia, tutto il verde che si vede è dato solo dalle erbe spontanee, tra questa ce ne sono diverse di cui vi ho già parlato, invece l'equiseto è stata una piacevole sorpresa, perché di solito cresce in luoghi umidi e un po' ombrosi.

Ci sono diverse varietà di equiseto, la parola stessa rimarca la differenza di habitat che dà anche la differenza dell'aspetto: l'arvense è più basso, di colore verde scuro, con le ramificazioni più grosse, quello palustre diventa più alto, ma l'aspetto è più fragile e il colore più chiaro, quello pratense a me cresce abbondante nel vigneto e anche volendo non si riesce ad eliminarlo neppure coi diserbanti, tanto vale raccoglierlo.             
                                                                                                          
La pianta è arrivata a noi immutata dai lontani tempi della preistoria ed è ricchissima di minerali. È una perenne con lungo rizoma sotterraneo, dal quale, in primavera escono i fusti fertili che sembrano asparagi e si possono anche mangiare allo stesso modo: bolliti e conditi con olio e limone o fritti o utilizzati nella minestra ed hanno anche lo stesso effetto diuretico degli asparagi. In questa fase producono spore che, dopo l'avizzimento, si spargono al suolo, dando origine ai fusti verdi ramificati da raccogliere da giugno a settembre. I rametti verdi si possono mangiare in insalata, sminuzzati, e masticandoli sentirete la silice sotto i denti.

Volendone fare un uso curativo (diuretico, depurativo, rimineralizzante) per pediluvi, semicupi, bagni, tisane, la pianta va raccolta ed essiccata all'ombra. Sia il succo di pianta fresca che il tè non hanno effetti collaterali dannosi: è la migliore per i polmoni ammalati, dalla bronchite alla tubercolosi. Berne il tè e fare dei lavaggi ferma la caduta dei capelli, il succo aumenta la cicatrizzazione e rinforza le ossa, il tè fa bene alla pelle invecchiata e infusa nell'acqua del bagno aumenta l'elasticità dei tessuti. Il macerato e decotto è usato in biodinamica contro le malattie fungine delle piante.

Wanda Gradnik - perito agrario- manutenzione di giardini

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