La vita siamo noi

"Eravamo in tante, generazioni di donne che si sentono coinvolte e minacciate, in vari modi nella loro autodeterminazione, dall’attacco ai consultori, alla legge 194, al diritto alla salute, al lavoro, alla cittadinanza, al welfare".

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Così inizia il comunicato di "LA VITA SIAMO NOI", l'incontro nazionale promosso dall'Assemblea permanente contro la proposta Tarzia, che si è svolto a Roma, presso la Casa internazionale delle donne, il 21 gennaio 2012.

La proposta di legge 21 del 26 maggio 2010 firmata da Olimpia Tarzia, consigliere regionale Pdl nel Lazio e tra i fondatori del “Movimento per la vita", ha mobilitato associazioni femminili, della politica, dei sindacati e consultori che unendosi hanno costituito l'Assemblea permanente delle donne. Assemblee, mobilitazioni, raccolte di firme per bloccare la norma e salvare i consultori pubblici ma non solo.

La proposta della legge regionale Tarzia mira essenzialmente a snaturare la "laicità " dei consultori pubblici e a mettere in primo piano la famiglia e i valori culturali più tradizionali.

Il termine “donna”, e quello che ci sta dietro, cioè la “salute della donna”, nella sua dimensione sociale e personale, il suo benessere fisico e psicologico, la sua autodeterminzione, viene sostituito da “famiglia” (fondata sul matrimonio), cultura familiare, stabilità familiare e dalla "tutela della vita del figlio concepito, già considerato membro della famiglia".

I consultori così modificati nella loro identità, non sarebbero più deputati a fornire servizi sanitari di base, ma a sostenere, a "vigilare" sulla famiglia e i suoi valori etici.

Inoltre: i consultori privati già esistenti e i nuovi consultori privati promossi da associazioni e volontariato portatrici della cultura familiare, verrebbero equiparati a quelli pubblici e sovvenzionati dalla Regione. Sarebbero inoltre introdotte nei consultori nuove figure non mediche di varia natura quali l’esperto in bioetica. L'iter per la donna che desiderasse abortire, diventerebbe una strada irta di difficoltà: non più centrata sull’autodeterminazione che passerebbe in secondo piano rispetto alla tutela del concepito inteso come già componente della famiglia.

Ma se la reazione a questa non celata inversione cattolica è iniziata nella Regione Lazio, la partecipazione alla battaglia comune ha coinvolto altre regioni come il Piemonte, il Veneto, la Lombardia. Qui le nuove proposte di legge, o gli interventi di Formigoni con il progetto Nasko , si muovono nello stesso senso restrittivo.

I consultori annaspano. Devono sicuramente essere rimessi in discussione, ma nel senso di una loro riqualificazione, di una rinnovata interpretazione della domanda e dell’offerta del territorio, di nuove sovvenzioni, non di stravolgimento della loro essenza. Il ruolo della donna, l’acquisita consapevolezza dei suoi diritti sia in termine di salute, sia in termini di rapporto verso il sociale non devono essere toccati, pena: tornare nel passato.

Marzia Frateschi, Comitato Zona 3 Milano

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