Dal Comune: un patto per dire no alla violenza sulle donne

La giunta comunale approva un piano di sostegno e protezione alle vittime di violenza ma che punta anche alla prevenzione e alla sicurezza. Istituzioni e associazioni sono chiamate a sostenere e proteggere le vittime, prevenire i reati, sensibilizzare e informare i cittadini a partire dall’educazione nelle scuole.  ()
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La Rete di servizi e associazioni di sostegno alle vittime di maltrattamenti prende corpo e sottoscrive un impegno con la città e per la città. Diciotto istituzioni e già una trentina di associazioni lavoreranno insieme a un piano concreto di azioni che, grazie alla Rete, potranno essere più presenti ed efficaci sul territorio.

Tra gli interventi principali: formazione del personale, promozione e coordinamento degli sportelli territoriali antiviolenza; iniziative per la scuola e la prevenzione tra i giovani; supporto psicotraumatologico alle vittime di reato e trattamento degli autori di violenze e stalking; sensibilizzazione sulla pubblicità sessista e un calendario di incontri rivolti alla cittadinanza proprio sul tema della violenza alle donne.

Inoltre, sul fronte della sicurezza, è previsto l’ampliamento del sistema di videosorveglianza con 1.714 telecamere presenti in città, oltre 3.000 agenti di Polizia locale e un Nucleo specializzato nella tutela di donne e minori che opera in collaborazione con la Procura della Repubblica e la prosecuzione dei corsi per le donne di difesa personale, valutazione del pericolo nell’ambito dei comportamenti violenti.

La Giunta Comunale ha approvato lo schema di patto e il piano delle azioni concrete che prevedono anche un calendario di iniziative, iniziate quest’anno realizzate dal Comune e dalla Rete per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del “femminicidio” e della violenza di genere. Obiettivo del Comune e della Rete è attrarre nuove risorse sui tanti progetti proposti, alcuni dei quali innovativi come il lancio di un'applicazione per smartphone da cui avere la localizzazione dei servizi e centri di aiuto.

«In poco più di un anno - ricorda l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino - siamo riusciti a mettere in Rete tutte le realtà attive sul territorio che, da tanti anni o più recentemente, associazioni o istituzioni, assistono le donne vittime di violenza offrendo protezione e allontanandole dall’ambiente in cui hanno subito violenza. Nel 2012 sono state più di cento le donne uccise nel nostro Paese. Una realtà drammatica che, nonostante gli ultimi provvedimenti presi in materia di legge dal Governo, necessita di una profonda riflessione e di nuove risorse. Ad oggi sappiamo che non avremo finanziamenti per i centri antiviolenza a causa dei tagli operati a livello centrale. Una scelta sciagurata che lascia le amministrazioni locali e il Terzo settore soli nell’affrontare una emergenza senza fine. Ci auguriamo che su questo terreno il Governo faccia marcia indietro».

«Siamo presenti sul territorio con gli agenti di Polizia locale che operano quotidianamente in collaborazione con tutte le Forze dell’Ordine anche in difesa delle donne troppe volte vittime di reati odiosi - dichiara Marco Granelli, assessore alla sicurezza e Coesione sociale - è una violenza che spesso nasce all’interno della più stretta rete di relazioni. Per combatterla efficacemente si deve lavorare su più fronti contemporaneamente, a partire dalla diffusione di nuovi modelli culturali, per questo è importante aver condiviso un piano di azioni concrete».

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In apertura di articolo, l'installazione Zapatos Rojos di Elina Chauvet composta da centinaia di scarpe rosse che è arrivata a Milano, e per la prima volta in Italia, nel 2012 in occasione delle manifestazioni per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre). Realizzata nel 2009 a Ciudad Juárez nello stato del Chihuahua e successivamente in altri stati del Messico e in Texas, l'installazione di scarpe raccolte tra amiche e conoscenti attraverso il passaparola, rappresenta le donne vittime di violenza in tutto il mondo.

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