Milano sotto la scure fiscale?

Il più duro bilancio nella storia recente del Comune di Milano. Aumenti di tasse, rincari, tagli alle spese. Tutta colpa della Giunta Pisapia? Se però proviamo a tracciare a ritroso un po' di storia recente del maxi buco dei conti emerso fin dalla scorsa primavera scopriremo che le cose non stanno proprio così...
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Come era prevedibile, il bilancio preventivo 2013 approvato dalla giunta di Palazzo Marino venerdì 7 settembre scorso passerà agli annali come la più dura e impopolare manovra sui conti del Comune di Milano. D’altro canto, fin dalla scorsa primavera, il lascito dei decreti emergenziali del governo Monti mostrava chiara la voragine. Un buco di 489 milioni, circa il 15% del bilancio tra minori trasferimenti dallo Stato centrale e entrate fiscali avocate a Roma. Un disavanzo record, improvviso, da colmare in meno di otto mesi, da quando l’assessore al bilancio Francesca Balzani, appena nominata, ne produsse le prime stime.

Fin da allora fu chiara l’emergenza. Il 2013 sarebbe stato l’anno horribilis per la giunta Pisapia. Sia per una decisa spending review, una riduzione delle spese degli assessorati, che oggi si attesta sui 110 milioni (oltre ad altri 80 milioni di minori uscite). Sia soprattutto per la raffica di aumenti di tasse e tariffe.  

Tares al posto della Tarsu per i rifiuti (50 milioni in più), tassa di soggiorno aumentata di un euro per stella, da luglio. E soprattutto l’addizionale Irpef che in origine doveva crescere uniformemente all’0,8% per tutti i redditi superiori ai 15mila euro annui. Una soglia di esenzione dimezzata dai 33.500 euro dell’anno scorso. La manovra ora chiede a quasi il 60% dei cittadini milanesi di concorrere al risanamento dei conti, contro il 24% del 2012.

Di sicuro è la misura più “dura” della manovra. Dei 600 mila milanesi che dovranno pagare l’addizionale Irpef nel 2014, ben 371.482 saranno “nuovi entranti”, con redditi decisamente non astronomici. Di qui, anche sulla spinta delle proteste di sindacati e associazioni, la decisione di Pisapia e della Balzani di graduare gli aumenti per le fasce di reddito più basse su cinque aliquote.

La scala di progressività prevede, sulla parte di reddito fino a 15 mila euro, che venga applicata un’aliquota dello 0,67 per cento. Gli altri scaglioni prevedono invece lo 0,77 per cento dai 15 mila ai 28 mila euro, lo 0,78 per cento dai 28 mila ai 55 mila euro, lo 0,79 per cento da 55 mila a 75 mila euro.
Infine per i redditi oltre i 75 mila euro viene applicata l’aliquota dello 0,8 per cento prevista inizialmente dalla Giunta.

Risultato: 179 milioni di maggiori entrate (contro i 192 previsti inizialmente dall’aliquota unica allo 0,8%). Con una differenza di 13 milioni che la Balzani conta di recuperare tramite una sorta di artificio.

La proposta infatti è quella di alzare, in parallelo, il coefficiente Imu dallo 0,55 allo 0,575. Una partita vituale, dato che la prima rata Imu sulla prima casa è stata già abolita e la seconda dovrebbe esserlo. Però il Governo Letta è già impegnato a rimborsare ai Comuni il gettito Imu per il 2013. Se lo farà per intero il gioco della compensazione con le minori entrate Irpef sarà fatto.

Una sorta di azzardo, che si basa su un “credito” verso Roma di almeno 38 milioni (Milano ha avuto tagli eccessivi sul fondo di solidarietà) e soprattutto sulla promessa di rimborso di 100 milioni a fronte dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa.

Se tutto andrà bene, ripetono Pisapia e Balzani, il 55 milioni di “dividendo” richiesto all’Atm, necessario a chiudere il bilancio attuale, verrà rimesso nelle casse dell’azienda municipale. Una sorta, quindi, di “bonus di sicurezza”. E almeno così non sarà il perpetuarsi della tradizione delle giunte Albertini e Moratti di “mungere” le partecipate per far quadrare in qualche modo i conti.

Un quadro, certo, non allegro. Le famiglie oggi esenti dovranno pagare da 100 a200 euro all’anno in più. E il tutto si somma ai recenti aumenti degli abbonamenti Atm e al pulviscolo di rincari.

Abbastanza per indicare nella giunta Pisapia la responsabile?

"Ci troviamo in una situazione difficile comune a tutti gli Enti locali - ha fatto notare Pisapia nella conferenza stampa a seguito della giunta - questo è un anno di passione e il bilancio è straordinario. Nonostante le difficoltà, abbiamo voluto comunque dare un segnale di progressività, mantenendo un esenzione per molti. Siamo sicuri che lo sforzo sarà compreso dai cittadini, anche perchè la nostra Irpef rimane tra le più basse d’Italia. Roma, per esempio, sotto un’amministrazione di centro destra, aveva già portato la tassa allo 0,9% con aliquota secca e esenzione a 8mila euro; stessa cosa Varese che è della Lega: aliquota unica allo 0,8% con 8mila di esenzione. Persino Parma del Movimento a 5 Stelle ha un’aliquota allo 0,8% con soglia a 10mila euro".

Sono cifre che forse dovrebbero tenere a mente i milanesi che passeranno vicino ai banchetti che la Lega vuole avviare in una prossima raccolta di firme contro i rincari.

E non dimenticare che i quasi 500 milioni di buco nel bilancio sono stati generati da un governo emergenziale che ha tagliato seccamente i fondi ai comuni per raggiungere il pareggio di bilancio dello Stato con un anno di meno sui piani.

Un’anticipazione disastrosa, non necessaria, imposta da un’Europa terrorizzata, sfiduciata sui governanti italiani e parimenti ratificata di corsa nell’ottobre del 2011 proprio dai due governanti indeboliti: Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. E poi mantenuta, come impegno ormai assoluto, dal successore Mario Monti.

Il bilancio 2013 del Comune di Milano è quindi un interessante esempio di cause e di conseguenze (perverse).


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Re: Milano sotto la scure fiscale?
30/11/2013 Beppe Caravita
Attualmente il Comune di Milano ha un debito complessivo che sfiora i 4 miliardi di euro. Una cifra molto alta ma inferiore a quella di Torino e Roma. Oltre metà di questi debiti fanno riferimento a investimenti (come le nuove linee metropolitante) che dovrebbero ripagarsi. L'osservazione è perciò corretta. Una politica di bilancio dentro il patto di stabilità, anche se dura, di sicuro non dovrebbe portare a un incremento del debito, e quindi del carico di interessi a favore delle banche.


Re: Milano sotto la scure fiscale?
26/11/2013 maija
Voglio ringraziare Giuseppe perché finalmente ho capito qualcosa dell'approvazione del bilancio del Comune.
Il contenuto informativo è l'essenziale, ed è piuttosto raro in Italia.
Mi resta una domanda: a quanto ammonta adesso, fine 2013, il debito della nostra città o quanto si prevede ammonti nel 2014?
Il risanamento del bilancio alla lunga porterà potrebbe riportare apprezzamento all'amministrazione arancione.
Saluti.


Re: Milano sotto la scure fiscale?
13/09/2013 Anita Sonego
Intervengo ' a caldo' ringraziando per il dibattito avviato. Non conosco gli autori delle riflessioni fatte in relazione al bilancio che andrà in approvazione il Consiglio Comunale. Sono consigliera della lista Sinistra per Pisapia e confesso che personalmente condivido le riflessioni di Vincenzo Robustelli ( tranne il cenno ad un accordo tra Pisapia ed i 'poteri forti' di cui non sono a conoscenza)
Robustelli scrive di irrilevanza dei consiglieri di Sel e di Rc.,voglio precisare che SOLO noi 2 della Federazione della Sinistra ( oltre al consigliere 5 stelle ) abbiamo votato CONTRO Expo per tutte le motivazioni che si stanno evidenziando e che sono state scritte da voi.
Anche se quella scelta ci è costata parecchio( in termini di 'emarginazione' )come il voto contrario ( solitario) relativo alla variante relativa all'area di via Breda/P.to Corsini, stiamo cercando di fare il possibile perchè questa amministrazione sia coerente col suo programma. Personalmente ho con forza lavorato per la delibera sul Registro delle Unioni civili e per promuovere la partecipazione delle donne attraverso i Tavoli delle Donne che qualche risultato l'hanno ottenuto pur a prezzo di fatiche ed impegno.
Per quanto riguarda il bilancio ci è sempre stato detto che o lo si approva o, anche la sola astensione ci porrebbe fuori dalla maggioranza. Così pare sia la prassi nelle istituzioni della rappresentanza....
Come per il bilancio dell'anno passato personalmente chiederò che si denuncino l'imposizione del pareggio di bilancio e i tagli agli Enti Locali. cercheremo di strappare maggior equità ma, alla fine, se questa Amministrazione non può o non vuole porsi contro le decisioni prese dai passati governi e da quello attuale , la sinistra presente in consiglio che cosa deve fare? Uscire dalla maggioranza? Mettersi all'opposizione facendosi tacciare da picconatori una giunta 'democratica'?
Queste mie righe non sono molto 'politiche' e forse sto esponendomi a critiche sia da parte della maggioranza comunale che, forse , del mio gruppo politico di riferimento.
Ma questo è il vero problema che non può essere risolto in solitudine ma che ha bisogno di rompere le separatezze delle "relazioni politiche" per promuovere, se ne siamo capaci, un grande
coinvolgimento simile, se possibile, a quello che era stato suscitato in campagna elettorale.
Ne vogliamo parlare? Anita Sonego


Re: Milano sotto la scure fiscale?
12/09/2013 Adalberto
Credo si possano capire le difficoltà finanziarie e di bilancio della Giunta, condivise peraltro dalla maggioranza dei Comuni italiani. Il combinato disposto delle politiche recessive, dei vincoli di bilancio, della truffa demagogica dell'IMU e del mancato trasferimento dei fondi governativi hanno creato la drammatica situazione che tutti conosciamo e che Beppe ci ha esposto nella maniera più chiara e professionale possibile. Ma è innegabile che Pisapia non riesca ad uscire dalla logica che uno come Nando Ioppolo defirebbe inevitabilmente del pensiero unico neoliberista. La subalternità alle logiche affaristiche e speculative con cui ci stiamo avviando all'Expo ne è un drammatico rivelatore. L'Expo di Milano non cambierà una virgola di questo modello, anzi lo rafforzerà. Speculazione, precarietà del lavoro e socializzazione delle inevitabili perdite: non è questo il modello, al di là delle chiacchiere e del folcklore? Ciò
avviene perchè Pisapia ha fatto un patto segreto con i poter forti come sostiene il nostro Vincenzo? Può darsi, ma è un brutto pensiero e per giunta non dimostrabile. A me sembra più semplicemente che anche Giuliano non abbia nè la visione, né la forza nè la cultura economico/politica per sovvertire la logica dominante e dunque sia costretto, seppur con sofferenza, a seguire la corrente.
E allora? E allora dovremmo tutti assieme chiedere a gran voce più coraggio, più radicalità nelle scelte. Questi non sono tempi di moderazione, sono tempi in cui o si fa una "rivoluzione" (non nel senso del novecento naturalmente, anche se a me Pisapia ricorda per certi aspetti, con cautela, rispetto, affetto e mutatis mutandis, la figura di Léon Blum) o si soccombe.


Re: Milano sotto la scure fiscale?
12/09/2013 beppe caravita
Rivendico la piena separazione, per quanto mi riguarda, tra l'attività giornalistica e le mie personali opinioni. E crredo che questo principio base dell'informazione valga per tutti coloro che fanno Z3Xmi. Il che non mi esime (e l'ho fatto lunedì in comitato, con toni anche accesi) a porre la questione della risposta, comunicativa e politica, al calo di consensi che questa fase indurrà.
Vedremo. Alcuni mi hanno dato ragione. Perdere Milano a causa di Berlusconi e la Merkel sarebbe una beffa terribile. E in questa riflessione si può riaprire anche, nei vincoli dati, anche un certo spazio per la visione che hai tu. Altrimenti....


Re: Milano sotto la scure fiscale?
11/09/2013 VINCENZO ROBUSTELLI
Caro Beppe non voglio fare una discussione solo con te. Ma sarei curioso di sapere se qualcheduno legge cosa viene scritto e se ha idee proprie sui problemi che si tenta di sollevare.
Se faccio riferimento ai miei spunti sul Forum di Z3 direi che la partecipazione è quasi nulla anche se spesso tendo ad andare ben oltre la pura polemica. Ma neppure la provocazione viene colta. E' acqua che passa sopra.
Per me è difficile comprendere la divisione in 2, 4 , 6, 8, ecc (sempre multiplo di 2?) della stessa persona. Mi sembra sempre di avere di fronte Brachetti.


Re: Milano sotto la scure fiscale?
11/09/2013 Beppe Caravita
Dopo la risposta come giornalista mi tolgo quel cappello e, da cittadino, dico che l'intervento di Vincenzo mi fa davvero piacere. Quanto è scritto nell'articolo, con le sue nude cifre, è un punto di svolta, per la giunta Pisapia e per la sinistra milanese. Ovvio: da qui in avanti ci sarà una forte e continua riduzione di consensi per la coalizione che vinse nel 2011. E il programma arancione risulterà tristemente cancellato.
E' quindi necessario, ora, uno sforzo straordinario per ridare sostanza a quel sogno arancio. A partire dai più deboli, dai precari, dalla partecipazione diffusa, anche su piccole cose e temi. Credo, anche con questi vincoli di bilancio, che si possa fare molto. Ne vogliamo parlare sul serio, prima dell'autoaffondamento?


Re: Milano sotto la scure fiscale?
11/09/2013 Beppe Caravita
Caro Vincenzo,

Informare significa esporre elementi certi. Altrimenti si possono produrre anche ottimi editoriali di opinione, come quello che tu hai testè scritto.
La giunta ha appena approvato un bilancio preventivo 2013 molto duro, e ero passerà al vaglio del Consiglio comunale per l'approvazione finale. Al momento non sappiamo nulla della composizione dei 110 milioni di tagli sugli assessorati, se saranno di natura "regressiva" o meno. sappiamo che l'Expo occupa il lato investimenti del bilancio e questo potrebbe persino essere un bene per la città. Sappiamo perfettamente invece l'impatto sui comuni italiani delle manovre eccessivamente restrittive seguite allo sciagurato assenso di Berlusconi all'anticipo del pareggio di bilancio al 2013. Poi attuato nei famosi decreti da Monti.
Il resto è argomentazione politica, che rispetto. E sono d'accordo che il mio pezzo, informativo, non basta certo a formare un'interpretazione esaustiva del comportamento fini qui della giunta Pisapia. Ma, permettimi, la notizia di questa autentica stangata fiscale andava data e documentata.


Re: Milano sotto la scure fiscale?
10/09/2013 VINCENZO ROBUSTELLI
L’articolo di Beppe non può essere sufficiente per chiarire il ruolo della amministrazione comunale milanese.
Dietro l’”oggettività” e l’“asetticità” dei dati si nascondono, non importa se volute o meno, una assoluzione dell’amministrazione comunale e una auto-assoluzione per noi tutti per la nostra impotenza che devono essere totalmente rigettate.
Milano non è città come le altre. Abbiamo voluto con la cacciata della Moratti e della destra e con la vittoria di Pisapia, soprattutto nel modo con cui questa è avvenuta, dare un segnale a tutta la sinistra milanese ed anche italiana che era possibile cambiare partendo proprio dalla città di Berlusconi.
Assistiamo, purtroppo, al gioco delle tre carte.
Da una parte la giunta afferma che causa i mancati trasferimenti, l’eliminazione dell ICI, il patto di stabilità, ecc, ecc, cose vere, decise dal governo centrale non è in grado di garantire i servizi se non aumentandone i costi per i cittadini ed aumentare le tasse.
Pena il commissariamento e la diminuzione ulteriore dei trasferimenti.
Dall’altra il governo centrale dice per il debito dello stato (che comunque continua ad aumentare), per i vincoli europei non può fare altro, altrimenti siamo fuori dall’Europa e sottoposti a procedure di infrazione con alti costi e tutela da parte della troika (come se non già avvenisse).
Dall’altra parte ancora l’Europa dice che a causa della globalizzazione i mercati impongono tali politiche.
Per cui il cerchio si chiude con nessun responsabile e tutti assolti.
Nessuno dice che è la scelta di fondo liberista che ci ha portato a questo e che lo stesso Comune di Milano attraverso la sua maggioranza ha accettato questa logica.
Troppo comodo ridurre la lotta politica a confronto di numeri, che pur veri, impediscono di fare il salto cioè di passare da una visione per cui la lotta politica è possibile solo quando ci sono i soldi a quella per cui invece sono le scelte dettate da quale società vogliamo, che determinano a cosa vengono destinati i soldi e quali problemi risolvere.
Beppe dimentica tre cose importanti:
1) I cittadini, tutti quelli che subiscono le scelte governative e locali, potrebbero averne le scatole piene e scendere in piazza (cosa che evidentemente mi auguro e per cui lavoro), ma che “a sinistra” fanno tanta paura.
2) Le scelte “tecniche” cadono sulla testa dei cittadini più bisognosi e non intaccano minimamente se non arricchiscono particolari ceti sociali anche quelli politici-parassitari
3) E’ la politica che manca perchè il suo ruolo è come operare tra interessi contrapposti. E’ questa che avevamo chiesto votando per Pisapia di fare una politica a favore dei cittadini.

La classe politica italiana (di destra e di presunta sinistra) ha fatto la scelta ultraliberista ben oltre quella che fanno altri paesi europei anche se a guida conservatrice.
Pisapia e la sua giunta come anche la maggioranza hanno fatto questa scelta anche se la negano.
Ma sono i fatti, i comportamenti che lo dimostrano e non le dichiarazioni o le posizioni ideologiche e di principio.
1) Pisapia e giunta e di conseguenza la maggioranza hanno scelto di fare comunque Expo che pesa e peserà per i suoi costi sul bilancio di oggi e di domani.
Non solo Expo non è stato rigettato (cosa possibile e a costo limitato) ma sono state accettate ed approvate dalla maggioranza ciò che la destra aveva deciso e a cui l’opposizione alla Moratti aveva sempre votato contro (dalla variante di destinazione dell’area, agli accordi con i proprietari dell’area, dai conflitti di interesse presenti in Expo SpA e in Arexpo) al punto far dire alla Moratti che questo era il suo Expo e alla Rozza che hanno votato “tappandosi il naso”.
2) Il comune ha fatto l’accordo con i sindacati per 650 miseri assunzioni a tempo determinato e 170 stage senza contratto e 18.500 volontari. Il progetto Expo ne prevede 30.000.
3) Pisapia e la giunta hanno accentrato decisioni importanti (come per esempio l’aumento degli abbonamenti dei trasporti) con delibere di giunta e non di consiglio e pertanto senza alcuna discussione. E questo alla faccia della democrazia.
4) Il 50% della giunta non è stata eletta dai cittadini con gli assessorati come il bilancio, i lavori pubblici e il lavoro dati a persone esterne. Queste persone devono rendere conto ai cittadini e non assumere, come fanno spesso, atteggiamenti sprezzanti verso chi li critica o che si pone in contrasto con loro.
5) La coerenza tra maggioranza comunale e maggioranza governativa (Monti-Letta) non può essere nè minimizzata o nascosta perchè non è possibile che le decisioni determinate dal partiti al goveno non possono non essere applicate perifericamente dagli stessi partiti.
Allora è semplicemente ridicolo assistere a finte discussioni o litigi tra persone del comune con parlamentari appartenenti allo stesso partito oppure far finta di avere le crisi di coscienza quando si prendono provvedimenti contro i cittadini (siamo dispiaciuti, siamo costretti, non volevamo, ci piange il cuore, ecc)
6) L’alleanza con il Pd definita già dalle elezioni pesa sulle decisioni di giunta data anche l’irrilevanza politica di SeL e RC o come si dice posizioni “non pervenute”.
7) La scelta di Pisapia di spostarsi verso il PD (appoggio ad Ambrosoli e a Renzi) non può che essere l’accettazione della sua politica
8) La scelta, oramai irreversibile, di colpire i ceti popolari, gli anziani, i disabili oltre che i pensionati, anche se con parziali retromarcie definiscono la logica che guida il governo della città
9) Il finanziamento alle parrocchie e alle scuole private, i soldi per la visita del Papa chiariscono le scelte politiche ed economiche di questa giunta. E vedremo quanto altro scopriremo.

La mia tesi, che ho è già detto e che ripeto, è che l’accordo tra i poteri forti milanesi e Pisapia è stata fatta in occasione del ballottaggio con la Moratti e con intermediario Bassetti.
I pegni sono stati l’Expo e il PGT.
Sul primo ne vediamo gli effetti oggi e li vedremo domani e dopodomani.
Per il PGT occorrerà aspettare ancora.
Ma sui metodi dei rapporti intercorsi tra amministrazione comunale e cittadini c’è da dire ancora molto:
1) Siamo a Settembre 2013 e si parla ancora di preventivo 2013 quando si dovrebbe parlare di preventivo 2014. E’ sempre stato un rimprovero che abbiamo fatto alla Moratti per i ritardi di presentazione dei preventivi.
Ma nessuno si chiede come è stato gestito il Comune in assenza del bilancio 2013?
2) Pensano i cittadini che a dicembre/gennaio a bilancio 2013 approvato non si ricomincerà a dire che mancano i soldi per il 2014? E si ricomincerà con lo stesso gioco delle 3 carte, si riparlerà di vendita del patrimonio pubblico, di aumentare i servizi e le tasse.
3) Come si scaricheranno gli effetti del fiscal compact (ricordiamo votati in Costituzione da PD-PdL con PD al governo di Milano e il PdL che fa opposizione ed un costo complessivo dai 60 agli 80 miliardi di euro) sulla gestione del comune?

Allora caro Beppe, non si può gestire un comune parlando solo di entrate/uscite senza vedere le ricadute sociali delle proprie scelte di cui chiederemo il conto definitivo alle prossime elezioni, mentre nel frattempo si cercherà di creare una opposizione.
Il programma che abbiamo discusso ed approvato è oramai carta straccia e Pisapia ha mostrato una incapacità politica di farsi alfiere dei bisogni e nel migliore dei casi è prigioniero volontario delle logiche del PD.
Se il sindaco, la giunta, la maggioranza e i partiti che la compongono non riescono a governare così come avevano promesso ai cittadini ne devono trarre le conseguenze fino all’estremo invece di farsi strumento di scelte che non condividono.
Si ha paura che vada su la destra? Perchè andando avanti così chi vincerà le prossime elezioni?


 
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