Ma questo non è fascismo?

Non siamo soliti pubblicare articoli che riguardano la politica nazionale, ma la situazione che stiamo vivendo a seguito della sentenza di condanna di Berlusconi e delle successive dichiarazioni del condannato, le esternazioni del suo entourage e l'avvio di una volgare campagna di disinformazione da parte delle sue televisioni e dei suoi giornali, assecondata anche dalle reti televisive pubbliche, ci impedisce di restare in silenzio. Non sapremmo come definire la sostanza della manovra politica di Berlusconi, se non come un attacco di tipo fascista portato alla magistratura, l'istituzione dello stato garante della legalità, e quindi della libera convivenza civile dei cittadini, quelli almeno che si sentono parte responsabile di uno stato basato sul rispetto del diritti e dei doveri di tutti, senza eccezioni.

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Ristabilire la verità.
La condanna di Silvio Berlusconi è la necessaria conseguenza derivante dall'applicazione delle leggi dello stato, quando in tre gradi di giudizio viene appurata e comprovata una frode fiscale condotta con grande dispendio di mezzi e per importi assolutamente rilevanti, architettata con spiccate attitudini delinquenziali (come viene riportato nel dispositivo della sentenza emessa dalla Corte d'Appello). Il fatto che la frode fosse attuata  proprio da colui che contemporaneamente presiedeva il governo ed aveva affermato di non voler mettere le mani nelle tasche degli italiani non ha di per sé alcuna rilevanza giuridica particolare, tranne che quella di mettere in evidenza la precisa volontà di frodare consapevolmente lo stato. La Consulta non poteva non confermare la condanna di Berlusconi, stante le prove ed i riscontri emersi a suo carico ed a carico di coloro che hanno con lui collaborato alla frode e sono stati per ciò condannati.
Berlusconi ha frodato il fisco senza ombra di dubbio ed infatti le accuse ora sollevate nei confronti dei giudici non chiedono di ristabilire una verità negata, ma si scagliano contro di essi con motivazioni che nulla hanno a che vedere con l'accertamento della verità. Dov'è allora l'accanimento giudiziario e come è possibile sostenere che Berlusconi è stato condannato per eliminare un avversario politico, minacciando marce su Roma e paventando un attacco alle libertà democratiche del paese?

Il vero volto della destra berlusconiana.
Le uniche armi utilizzabili, in mancanza di controprove od elementi oggettivi a discolpa, diventano quindi gli insulti, le ingiurie, i toni minacciosi usati dai sostenitori di Berlusconi, che rivelano chiaramente il credo politico con cui Berlusconi è “sceso in campo”. Come lui stesso dichiarò a suo tempo, per difendere i suoi interessi, i suoi interessi di imprenditore operante nel settore della comunicazione, che “disinvoltamente”  utilizza gli appoggi politici e che “disinvoltamente” fa di tutto per non pagare le tasse, anzi giustifica gli evasori asserendo che in fondo uno è costretto a farlo. Si entra in politica per mettersi al riparo dai rigori della legge e non occorre qui elencare per quanta parte del personale politico arruolato da Berlusconi questa esigenza si sia manifestata. Con queste premesse è ovvio che i metodi con cui si fa politica non sono il confronto ed il dibattito con le forze antagoniste, ma il vilipendio, se possibile il ricatto, e soprattutto la manipolazione della corretta informazione, quasi sempre per coprire i reali interessi che si perseguono, stravolgendo la realtà. Da qui deriva la pretesa di essere oggetto di accanimento giudiziario e la richiesta di “riformare la giustizia”, cancellando i giudici veri e sostituendoli con altri giudici di nomina politica. Ci meravigliamo dell'impudenza dimostrata da Berlusconi con i messaggi che ha diffuso all'indomani della sua condanna e con il can can sollevato dai suoi accoliti, ma se il vero obiettivo è quello di asservire la giustizia alla politica, quello che sta succedendo non deve sorprendere più di tanto.

L'informazione, la propaganda populista, la scelta della classe dirigente.

Se il vero obiettivo è quello di far politica per difendere gli interessi personali e quelli dei “poteri forti”, che è certamente sempre vantaggioso avere a proprio sostegno, quali sono i mezzi per convincere l'elettorato? Non certo programmi politici credibili per migliorare le condizioni di vita, di lavoro, la salute e l'istruzione dei cittadini, ma proclami per distogliere l'attenzione ai problemi reali del paese con l'annuncio di proposte irrealizzabili, ma di effetto (abolire l'IMU, uscire dall'euro, etc). Bisogna quindi muovere la macchina della propaganda populista, la televisione, sia quella privata gestita direttamente, sia quella pubblica, gestita attraverso giornalisti e direttori “compiacenti”, di fatto soggetti alla parte politica che li ha fatti nominare e che per ciò devono mantenere fedeltà a quella parte politica. I requisiti per ottenere incarichi non sono quelli della competenza e del merito, ma l'ossequio e la compiacenza alle richieste dei protettore di turno. Questa pratica, che nel corso degli anni non è mai stata minimamente contrastata, anche nei partiti e nelle istituzioni, e quindi in parlamento, nelle fondazioni bancarie e negli enti statali è quella che ha consentito la selezione dei peggiori a sfavore dei migliori e dei competenti. Altro motivo per non meravigliarsi di tutto quello che è avvenuto dopo le ultime elezioni politiche. E' stato fatto tutto il possibile per mantenere lo status quo e le posizioni acquisite non per merito o competenza, ma per cooptazione e servilismo. Va impedito a tutti i costi il ricambio della classe dirigente (e le sentenze che ne mettano in discussione la leadership, anche quando sono inevitabili).
 
Il re è nudo. E le conseguenze?
Ma ormai la maschera è caduta e non basta il putiferio ed il baccano che stanno sollevando Berlusconi ed i suoi accoliti, consapevoli che, scomparso lui dalla scena politica, ben difficilmente basterà passare le consegne alla prole per restare in sella (Bossi docet).
Un vecchio detto recita: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. La condanna di Berlusconi, se mai ce ne fosse stato bisogno, svela la vera origine di questo governo delle larghe intese, nato dalla necessità di evitare il ricambio. Infatti né Berlusconi, né tanto meno Letta ed il padre politico di queste larghe intese, Napolitano, pensano di dover trarre una qualche conseguenza politica dal fatto che Berlusconi è un condannato per frode fiscale, nonché passibile, a breve scadenza, di interdizione dai pubblici uffici. Ma è evidente che non è Berlusconi che ha interesse a far cadere il governo, dovrebbero essere coloro che stanno dividendo con lui questo aborto di governo a porvi termine. Ma quali sono gli interessi da salvaguardare con un governo del genere? Quelli dei lavoratori, dei giovani, delle imprese o quelli di questa classe politica che mentre vuole cambiare la Costituzione (l'ultima preoccupazione che dovrebbero avere in questo momento i parlamentari) non mette mano alle riforme veramente necessarie per la salvaguardia della democrazia, che si basa innanzitutto sul rispetto della legalità e sulla possibilità di ricambio dei propri rappresentanti.  E' evidente che la responsabilità politica maggiore ricade ora su Letta e sul suo partito. Il re nudo non è solo Berlusconi, è tutta la classe politica che si ritrova oggi in questa buona compagnia e che dovrà scegliere se continuare su questa strada (e non voglio immaginare i possibili scenari futuri)  o se ritrovare la dignità necessaria per cambiare direzione. Certo sarà ben difficile, per parte nostra  facciamo in modo che sappiano prevalere i buoni propositi, anziché le cattive intenzioni.

Paolo Burgio
 

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Re: Ma questo non è fascismo?
10/08/2013 isabella
A supporto dell'articolo,
il link alla sentenza.
http://blog.dossier.net/documenti/motivazioni-mediaset.pdf


Fotocopiata un po' storta e forse qualche pagina ripetuta ma interessante da leggere.
Perchè, mentre fuori sui giornali e nei bar impazzano commenti letture, falsi e veri racconti della vicenda e ciascuno di noi cerca di capire nel mare di parole cosa davvero è successo, i guidici in modo asciutto e concreto descrivono fatti.
Molto gravi. Molto più gravi dell'evasione in sè. Una vera associazione a delinquere che che per più di 20 anni ha evaso una media di 5 milioni di euro all'anno. Ma non verranno restituiti tutti; buona parte sono prescritti.


Re: Ma questo non è fascismo?
08/08/2013 Marina Scovazzi
Ex333


 
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