La Milanesiana ovvero I segreti del giallo

Nella biblioteca civica del Parco Sempione, tre grandi scrittori parlano del segreto in giallo. Lieve come una farfalla, denso come un delitto irrisolvibile. ()
markaris web
Ci si spinge, come ormai accade sempre più spesso, oltre confine per raggiungere la biblioteca che sta all’interno del Parco Sempione.
È un piccolo capolavoro di architettura, cemento e vetro, realizzata nel 1954 da Ico Parisi e Silvio Longhi, in occasione della X Triennale. Al suo interno ci sono opere di Munari, Somaini e Reggiani, oltre ai libri naturalmente.
Al suo esterno, sul Monte Tordo, gli alberi secolari del Parco e la maestosa statua equestre dedicata a Napoleone III.
Tra i nomi dei caduti della battaglia di Magenta, scolpiti nel basamento, molti Mohamed e Alì. Già allora gli extracomunitari avevano dato sangue per l’Italia. Questa è storia vera.

Siamo qui giunti però non per rimirare, ancora una volta, i manufatti, ma perché Elisabetta Sgarbi, in coloratissima tenuta, ha in questo sublime luogo organizzato, in combutta con il Comune di Milano che detiene potere sulla biblioteca, un appuntamento della Milanesiana.

Se il tema della manifestazione è quest’anno “il segreto”, non poteva mancare un incontro dedicato a “I segreti del giallo” con la partecipazione di tre scrittori che definire giallisti è forse riduttivo, anche se ormai scrivere (e leggere) gialli o noir, che dir si voglia, non è più disdicevole.

Introdotti da un sobrio Ranieri Polese - mai che esageri - sempre equilibrato e attento, Petros Markaris, Maurizio De Giovanni e Donato Carrisi debuttano leggendo un loro breve racconto.
Markaris, gioco forza, legge in greco, per cui la musicalità è altissima e la comprensione (almeno per noi) nulla. Ma trattasi di Petros Markaris uno scrittore grandissimo che ha inventato un commissario (Kostas Charitos) che fa il paio, per abilità, umanità e arguzia, addirittura con tale Jules Maigret. Uno scrittore che ha collaborato, scrivendo per il cinema, con Theo Angelopoulos, sino a che il regista non è rimasto vittima di un incidente stradale. Uno scrittore che oggi, nella Grecia messa persino peggio di noi, si occupa attivamente di politica. Recentemente ha pubblicato un saggio, “Tempi bui”, in cui analizza i drammi economici e sociali della sua patria.

Ma torniamo al Parco, con Markaris ci sono Donato Carrisi, autore di fortunati best seller (il più noto è “Il suggeritore” che ha venduto oltre 250mila copie) in cui il giallo sfocia spesso in horror, e Maurizio De Giovanni, simpaticamente napoletanissimo, che a Napoli fa rivivere un commissario che deve fare i conti con il Fascismo (siamo negli anni ’30, infatti).
Insomma, tre grandi scrittori impegnati, ciascuno a modo suo, a dare un’interpretazione personale della realtà in cui viviamo, anche attraverso romanzi storici.

Ranieri Polese li incalza e Markaris, ragionevolmente pessimista, riflette sulla Grecia e sull’Europa paventando l’arrivo della resa dei conti in cui le giovani generazioni dovranno fare i conti, appunto, con le responsabilità dei padri.
Maurizio De Giovanni, grande esperto di trame, dice che Napoli è un autentico segreto, una sorta di cipolla in cui ogni strato è diverso dagli altri. L’Italia è un paese formato da nazioni per cui non riesce mai a diventare una vera nazione e chiude affermando che: «Senza di noi, però, non si va da nessuna parte».
Donato Carrisi, maestro di disegni oscuri e di complotti, ricorda la “cialtronaggine” economica di Grecia e Italia e, a proposito di paura, cita: «Non sai cos’è la paura sino a che non senti un colpo di tosse provenire da sotto il letto».
Il pubblico, stipato all’inverosimile, partecipa e applaude. Segue, a completare l’opera, un po’ di buona musica secondo un filo conduttore che contraddistingue da sempre La Milanesiana.

In mezzo al pubblico, gli scrittori si confondono, parlano affabilmente, abbattono piccole e grandi barriere nello spirito di avvicinare sacre e profano, alto e basso. Una piccola sinfonia di buona cultura applicata.

La fotografia di Petros Markaris è di Giuseppe Nicoloro, per gentile concessione. Grazie anche a lui.

Massimo Cecconi


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