Una calda estate all’Idroscalo

Il 23 giugno si inaugura la stagione estiva dell’Idroscalo che rimane pur sempre una piacevole alternativa a luoghi di vacanza e di svago. Piccolo viaggio tra l’immaginario collettivo e divagazioni d’ambiente.

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Idroscalo faccia ok WEB
Metti una mattina di metà giugno con un caldo torrenziale (vero Gino e Michele?) e un’umidità da lavare i vetri delle macchine (zanzare assenti ma forse fa troppo caldo anche per loro). Ma è l’Idroscalo, bellezza.
L’occasione è offerta dalla annuale conferenza stampa di presentazione della stagione estiva. Quest’anno si prevedono grandi cose: ospiti e giornalisti salgono a bordo di un trenino su ruote che verrà utilizzato per fare il giro del bacino. Sul lago, una leggerissima brezza permette alle vele degli allievi della Lega Navale e ai canoisti dell’Idroscalo Club di incrociarsi increspando mollemente le acque.

Il capotreno è Cesare Cadeo, in maniche di camicia, abbronzato quanto giusto, presenta con orgoglio la sua mercanzia (vedi Fo-Jannacci). È l’uomo “in Idroscalo”, così come Franco Cerri, almeno per le generazioni dei più anziani, è l’uomo “in ammollo”. Entrambi, come è noto, hanno fatto anche altro nella vita. Cadeo è simpatico ed entusiasta e illustra ai presenti le bellezze del parco e le novità strutturali e non. Presiede il presidente della Provincia (ancora per poco se viene confermata l’entrata in vigore della Città Metropolitana all’1.1.2014) Guido Podestà che, dopo averne detto peste e corna, ora parla dell’Idroscalo come se lo avesse scavato lui. Bene così, buon segno. Ci sono anche ex presidenti di compagini diverse e reduci di mille battaglie, chi dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata (decidete voi). Ognuno però ci ha messo del suo e non è tutta fuffa (come si direbbe in milanese) quello che è stato fatto nel corso degli anni. Ci sono anche vecchi e nuovi assessori sotto questo sole che sbriciolerebbe anche i sassi.



L’Idroscalo, nell’immaginario collettivo, è noto per essere “il Mare di Milano” che è enorme licenza ma, a volte, persino credibile. È anche ricordato come location di una tragica scena di “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, peccato che la giunta provinciale di allora, farcita di democristiani pudichi, avesse negato l’uso del luogo e Visconti se ne andò a girare sul lago di Fogliano vicino a  Latina. Ma tutti (o quasi) sono ancora convinti che Renato Salvatori abbia pugnalato Annie Girardot all’Idroscalo di Milano, anche il sito web dedicato. Giusto per la cronaca, la Curia milanese permise invece che si girassero alcune scene del film sul tetto del Duomo.

E poi, naturalmente, c’è la storia di quel signore che gira con le scarpe da tennis che sa dove si trova l’Idroscalo, le cui tribune sono da oggi dedicate a Enzo Jannacci che, per la cronaca, frequentava il luogo anche per fare windsurf (nella foto a destra, ritratto da Fabio Treves, Ndr).

Già che c’era, la Provincia di Milano avrebbe potuto dedicare tutto il parco all’immenso Jannacci  non si sarebbe scandalizzato nessuno. Anche se è vero che, malgrado le intitolazioni, l’Arena continua a chiamarsi così e non Gianni Brera e San Siro è sempre San Siro, alla faccia di Pepin Meazza. Gli immaginari collettivi sono difficili da smontare.

Il trenino compie così il suo giro ricordando anche Giorgio Gaber, inaugurando per la seconda volta una stele poetica nei pressi del Villaggio del bambino (che la Giunta Penati aveva ribattezzato Villaggio della pace) e persino Walter Chiari, altro grande milanese, a cui viene intitolato un nuovo spazio di spettacolo. Tutto meritato.

Poi ci sono le bellezze naturali e le opere dell’uomo per valorizzarle, l’Isola delle rose (nome vero: Isola della buona speranza) dove qualcuno voleva fare un impianto per il rafting che, per fortuna, non si fece, e un museo di arte contemporanea a cielo aperto con sculture di artisti molto importanti. E qui è d’obbligo ricordare, al di là dei presidenti e degli assessori che vanno e che vengono, che ci sono gli addetti ai lavori, i dirigenti, i funzionari e gli impiegati, gli architetti, gli ingegneri e i geometri. Queste signore e questi signori ci sono sempre sotto tutte le bandiere, tutti i giorni per tutto l’anno a presidiare un parco la cui gestione non è affatto facile. Sono loro a evitare l’affogamento di persone che fanno il bagno dopo essersi ingollate un mezzo bue allo spiedo e una dama di vino rosso, sono sempre loro a sconsigliare agli amanti del barbecue di dar fuoco al bosco e sempre loro dissuadono persino i cani dal mordere i bambini e i vecchietti. Ottimo lavoro.

Domenica 23 giugno grande festa di inaugurazione della stagione con una massiccia presenza, quasi fosse il 2 giugno o il 4 novembre, di mezzi e fanfare militari. Forse perché non costano.
Per fortuna non manca, dopo le ore 23 e con l’ok della Torre di controllo di Linate, lo spettacolo di fuochi di artificio sull’acqua. Saranno bellissimi, come sempre.
Poco importa se non ci saranno più i grandi concerti rock o pop, spiace anche di non poter risentire il blues melanconico di Fabio Treves e dei suoi amici, la borsa è vuota e si fa quello che si può.

   

C’è sempre però chi affitta pedalò e sdraio da quarant’anni, le associazioni sportive e i luoghi di ritrovo e di ristoro, ci sono soprattutto un milione e passa di milanesi che, almeno una volta all’anno, vanno all’Idroscalo per passare una giornata tra il verde e il lago.
Se vi capita, andate all’Idroscalo all’ora del tramonto e guardate l’acqua e le rive e gli alberi che fanno da sfondo. Vi sembrerà davvero di essere al mare.

Per saperne di più: www.idroscalo.info


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