C'è vita attorno ai binari, fase due

Intorno ai magazzini della Stazione Centrale potrebbe decollare il maggior progetto di riqualificazione partecipata nella storia di Milano. 40mila metri quadri e 100 spazi sotto la massicciata, oggi in disuso. Il Comitato Ferrante Aporti-Sammartini ha costruito pazientemente in più di un anno una rete di alleanze. Incluso il Comune e Grandi Stazioni. E la vicesindaco De Cesaris si è pronunciata per proseguire stabilmente il processo di riqualificazione in uno spazio già concesso da Grandi Stazioni per la bella festa (mille partecipanti) tenutasi l'8 e 9 giugno intorno ai binari. Ora la parola passa al proprietario delle aree.
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Una due giorni di eventi e di feste tenutasi  lo scorso week-end. Mille cittadini milanesi sorridenti e interessati intorno a una lunga area abbandonata di Milano, forse una delle maggiori. I cento magazzini ricavati sotto i binari della Centrale. Una interminabile fila di saracinesche e cancelli serrati, spesso arrugginiti, tra gli archi anneriti della via ferroviaria di ingresso alla stazione. Anni e anni di chiusura che costellano via Ferrante Aporti dall’altro lato Via Sammartini.

Ed è qui che prima il comitato per Milano di Zona 2 e poi il più focalizzato comitato Fas (appunto Ferrante Aporti e Sammartini) hanno cominciato ad agire. E da più di un anno a questa parte. Obbiettivo: risvegliare innanzitutto la zona. Fino a costruire una rete di alleanze, e di rapporti con i soggetti di base e istituzionali, sfociati nella due giorni dell’8-9 giugno.

E questa “c’è vita intorno ai binari” ha già ottenuto, sul versante istituzionale, un doppio successo. Innanzitutto, tramite il dialogo con la società Grandi Stazioni, ottenere in comodato d’uso per i giorni della festa del magazzino 81 bis, trasformatosi nel fulcro degli eventi. Secondo: il raccordo con il Comune di Milano, e in particolare la vicesindaco Ada de Cesaris, presente alla due giorni, e convinta sostenitrice dell’obbiettivo grosso della rete ormai infittitasi intorno al Fas: la riqualificazione partecipata di questo grande spazio lineare, questi 40mila metri quadri di 100 magazzini sotto le volte di cemento della massicciata, oggi anneriti e bui. Ma domani, come in altre città europee, trasformati in luoghi di creazione, di arte, cultura, scambio, socialità.

“Ringraziamo Grandi Stazioni per la disponibilità mostrata _ ha affermato De Cesaris in chiusura della manifestazione _ e confidiamo che ora ci conceda l’uso del magazzino di via Ferrante Aporti 81 bis come casa per la costruzione del progetto di riqualificazione”.

Un obbiettivo possibile, perché la rete formatasi (dalle scuole al Cdz a Legambiente e altri si è già lanciata (in testa i bambini con i loro disegni) a immaginare i Raccordati in versione futura. E un centro di sviluppo creativo è indispensabile, se non altro per dare continuità all’impegno già profuso nella due giorni, anche da parte di artisti e poeti.

Grandi stazioni e gli altri soggetti commerciali sapranno cogliere questa opportunità, dopo decenni di disuso dei magazzini (troppo piccoli per una logistica moderna e troppo cari per aziende su vasta scala)? Riqualificarli tutti subito è forse irrealistico. Ma un processo a catena fondato sulla cultura e la creatività degli spazi – dice un portavoce del Fas – è più che attuabile. E trascinerebbe il valore anche di iniziative commerciali qualificate.

E’ un processo solo agli inizi. Ma che finalmente attacca concretamente un’area dimenticata di Milano. Che non metterà più tristezza a chi vi abita o transita.

  

 

 


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