In zona 3 arriva la raccolta differenziata dell'umido. Sarà davvero un beneficio per i cittadini ed una miglior salvaguardia per l'ambiente?

Lo scorso 3 giugno l'assessore Maran e due dirigenti AMSA hanno illustrato ai cittadini all'Auditorium della Biblioteca di via Valvassori Peroni l'introduzione in zona 3 della raccolta differenziata dell'umido. Si dovranno separare i residui organici domestici in appositi sacchetti di carta, da inserire in un cestino in plastica per poi depositarli nel cassonetto condominiale. Con ciò Milano sarà la prima grande città europea ad avere introdotto la raccolta differenziata dell'umido. Tutto bene o è il caso di porsi qualche domanda sui benefici reali e sulla convenienza ambientale di questa innovazione per una città come Milano?.

()
Cassonetto Umido hd

L'assessore ha riferito che la cittadinanza milanese ha accolto con favore la novità nelle zone ove è già stata introdotta, nonostante i relativi disagi che comporta, con l'aggiunta di un altro bidone oltre quelli in uso per il rifiuto indifferenziato, la carta, la plastica, il vetro. I turni di raccolta dell'umido saranno bisettimanali, per evitare una lunga permanenza dei sacchetti contenenti l'organico putrescibile nei bidoni e lo sviluppo di cattivi odori. I costi della raccolta, sia per i cittadini, che per l'amministrazione, subiranno un aggravio dovuto al costo dei sacchetti, all'aumento della frequenza dei turni, alla necessità di interventi più frequenti per lavare ed igienizzare i contenitori ed i mezzi adibiti al trasporto.Disagi che consentiranno alla città di Milano di incrementare la raccolta differenziata dell'umido sino al 35 % dei rifiuti, ossia sino a quantitativi giornalieri di circa 500 tonnellate.

 

Gli impianti di smaltimento dell'AMSA.

Dalla frazione umida si prevede di ricavare compost in impianti che devono però essere ancora localizzati e definiti; attualmente l'umido viene inviato ad un impianto in provincia di Bergamo, di cui non è stata indicata la potenzialità, ma che non è certo in grado di smaltire i quantitativi che verranno raccolti a regime. Il compost prodotto dalla frazione organica dei rifiuti non ha mai avuto molto successo ed in genere viene avviato in discarica o disperso nei campi. Abbiamo perciò visitato il sito dell'AMSA per raccogliere informazioni al riguardo, senza trovare in effetti alcun dato relativo all'impianto di compostaggio, né quanto compost si produce e si riutilizza.

Abbiamo invece trovato i dati relativi alla gestione dell'impianto di recupero energetico dalla combustione dei rifiuti, come secondo me si dovrebbe definire il cosiddetto termovalorizzatore (Waste to Energy) dell'AMSA.

L'impianto smaltisce la totalità dei rifiuti raccolti a Milano (circa 1500 tonnellate/giorno), produce energia elettrica e calore per il teleriscaldamento, con un risparmio di circa 80.000 tonnellate/anno di petrolio equivalenti (ossia la quantità di olio combustibile che verrebbe consumata per sviluppare l'energia termica contenuta nel rifiuto smaltito).

Sul sito AMSA vengono riportati i dati relativi alle emissioni generate dalla combustione, che sono misurate e registrate in continuo, consentendo agli enti di controllo di monitorare costantemente il rispetto dei limiti fissati dalla legge. Risulta in questo modo pienamente garantito lo smaltimento corretto dei rifiuti in accordo con le normative europee ed italiane.

Poiché gli inceneritori non godono di buona fama e sono continuamente oggetto di violente campagne denigratorie, nonostante siano centinaia gli impianti in funzione nel mondo, mi sono preso la briga di fare due conti, approssimativi e grossolani, ma indicativi per quanto riguarda gli ordini di grandezza dei numeri, per vedere quale reale pericolosità rappresenta un impianto di recupero energetico.

Valutando le emissioni dovute al traffico automobilistico in confronto a quelle emesse dall'inceneritore in questione, si può stimare che le emissioni orarie di quest'ultimo si possono paragonare a quelle prodotte da 100-200 automobili di media cilindrata. L'inquinamento atmosferico risultante da un moderno impianto di recupero energetico è quindi quasi irrilevante rispetto a quello di un intenso traffico automobilistico.

Si può dire che l'inceneritore rappresenta la soluzione ambientalmente più corretta, laddove si devono smaltire grandi quantitativi di rifiuti urbani, raccolti in aree ad alta densità di popolazione. Occorre prendere in considerazioni tutti i fattori che concorrono a determinare la prestazione “ambientale” della soluzione, estensione dell'area, dislocazione degli impianti, affidabilità delle tecnologie, controllo e garanzia delle prestazioni, senza dimenticare la valutazione complessiva dei costi/ricavi del sistema raccolta/smaltimento. Infatti la maggior parte delle grandi città europee è servita da impianti di recupero energetico e non fa la raccolta dell'umido dai rifiuti domestici.

 


La pianificazione degli interventi.


Attualmente Milano è in grado di smaltire senza problemi i rifiuti che produce; si è anche verificata negli ultimi anni una certa diminuzione dei quantitativi, forse più per una contrazione dell'economia, che per l'introduzione di buone pratiche di riduzione dei rifiuti. La potenzialità di smaltimento attuale consente quindi di guardare all'immediato futuro con relativa tranquillità. L'introduzione della raccolta dell'umido, ormai decisa ed avviata, pone però sin da ora il problema del successivo smaltimento, mentre, a quanto è dato di sapere, nei piani dell'AMSA non è ancora individuato il numero, né la capacità, né la localizzazione degli impianti di compostaggio necessari, interventi che richiedono anni di valutazione, progettazione e realizzazione.

Non si comprendono a maggior ragione le ragioni di una scelta effettuata in questo momento a favore di una soluzione che con l'avvento della città metropolitana potrà rivelarsi ancora più critica, poiché si porrà il problema dell'integrazione dei servizi di raccolta e degli impianti di smaltimento su una scala più ampia e diversificata.

Potremmo pensare che su questa decisione abbiano influito considerazioni “ideologiche”, il compost contro il recupero energetico; se così fosse sarebbe certo deprecabile che un problema così importante, con rilevanti implicazioni economiche ed ambientali, possa venir affrontato anteponendo una scelta senza motivazioni e senza aver programmato analisi, studi e progetti per definire la validità tecnico-economica delle tecnologie da impiegare, in relazione alle dimensioni degli impianti ed alla loro localizzazione.


Paolo Burgio.


Commenta

Re: In zona 3 arriva la raccolta differenziata dell'umido. Sarà davvero un beneficio per i cittadini ed una miglior salvaguardia per l'ambiente?
16/06/2013 beppe caravita
Cinque anni fa ci si attendeva, intorno a Milano, uno sviluppo accelerato degli impianti a biogas. Una produzione che sarebbe stata competitiva con il costo, relativamente alto, del gas russo e algerino importato in Italia. Purtroppo queste previsioni si sono dimostrate errate o troppo rischiose. E' bastata l'entrata in funzione del rigassificatore Edison di Rovigo per incidere il monopolio Eni a contratti prefissati (e a prezzi segreti) con Gazprom e Putin. In più negli Usa è cominciata la rivoluzione del gas da scisti bituminose. Inquinante, certo, ma altamente produttiva. E oggi questo gas sempre più fa il prezzo sul mercato globale Il biogas, pertanto, si è perso per strada. E così un bel piano di differenziata dell'umido a Milano è stato riconvertito in toto sul dubbio e forse inutile compost urbano. E' stato riconvertito di necessità, sotto un diktat europeo che non vuole tener conto delle mutate condizioni energetiche globali. Per cui teniamoci questo compost, cerchiamo almeno di renderlo fruibile all'agricoltura. E di compensare gli oneri dei milanesi almeno con maggiori fondi europei per gli investimenti, dato che diamo prova di essere virtuosi ad ogni costo.


Re: In zona 3 arriva la raccolta differenziata dell'umido. Sarà davvero un beneficio per i cittadini ed una miglior salvaguardia per l'ambiente?
15/06/2013 Paolo Morandi
L'articolo pone degli interrogativi più che legittimi sul piano comunale dei rifiuti. La mancanza di una progettualità è senz'altro la colpa maggiore che si può fare a questa amministrazione sull'argomento. Non basta porsi l'obbiettivo di ridurre del 25% la raccolta di indifferenziata se poi tutto deve ricadere in termini di costi e salute sulla cittadinanza.
Passare dall'emergenza (obbligo europeo alla riduzione della raccolta di indifferenziata) ad un progetto è una necessità. Pensare di rivolgersi al privato per il trattamento dell'umido destinandolo solo al compostaggio (esperimento già tentato più volte senza successo) è solo tappare i buchi.
Personalmente non sono d'accordo con gli inceneritori quale unico sistema per la riduzione dei costi di smaltimento, ma senz'altro possono esserlo almeno in parte. Bisogna avere coraggio delle proprie scelte e difenderle al di là dei messaggi politici (comunque necessari). Un esempio sarebbe di modificare strategie a secondo della stagione: d'inverno, quando il fabbisogno di calore è più alto, maggior sfruttamento degli inceneritori (a Brescia d'inverno convogliano parzialmente plastica e carta sull'inceneritore per sfruttare il maggior potere calorico).
Rimane comunque l'idea, che era nel programma di Pisapia, dello sfruttamento dell'umido per produzione di biogas. Zona 3 si appoggia al più recente depuratore entrato in funzione a Milano, perché non sfruttarlo modificandolo (in rete si trovano diversi progetti ) per la produzione di biogas, magari sfruttando l'impianto fognario (previo trituramento condominiale) per il trasporto e non i camion?


Re: In zona 3 arriva la raccolta differenziata dell'umido. Sarà davvero un beneficio per i cittadini ed una miglior salvaguardia per l'ambiente?
15/06/2013 Paolo Burgio
Gentile Chiara, il problema è di scala; infatti anche lei forse si potrà rendere conto che una cosa è fare il compost in campagna, dai propri rifiuti organici, curandone con un po' di attenzione il processo di compostaggio ed utilizzandolo per il proprio giardino o il proprio orto.
Un'altra cosa è invece dover trattare centinaia di tonnellate al giorno con sistemi idonei a mantenere in condizioni aerobiche questa massa ingente di rifiuti, ed una volta prodotto il compost in queste quantità a smaltirle opportunamente.
Quindi ben vengano piccoli impianti di compostaggio, dove ci sono limitate produzioni di rifiuti in zone non troppo ristrette e congestionate; anzi chi riciclasse direttamente i propri residui organici andrebbe premiato diminuendo la tassa che deve pagare sui rifiuti. Ma, anche se fattibile, la tassazione in base ai rifiuti effettivamente prodotti e non in base a parametri totalmente slegati dalle quantità, pone oggettivamente grossi problemi di pesatura, controllo e tariffazione. Si dovrebbe però almeno incentivare, laddove esistono le condizioni per un buon recupero del compost, chi volesse praticare il compostaggio, con qualche sgravio. Non mi pare il caso di Milano e del suo territorio.


Re: In zona 3 arriva la raccolta differenziata dell'umido. Sarà davvero un beneficio per i cittadini ed una miglior salvaguardia per l'ambiente?
14/06/2013 Cavalli Chiara
Io non vedo l'ora che la raccolta dell'umido parta anche in zona 3. Quando devo gettare avanzi organici nell'indifferenziato, mi sembra veramente di sprecare qualcosa, forse perché ho sempre visto fare il compostaggio in campagna e anch'io lo faccio nella mia casa di vacanze.Ho sempre pensato che i rifiuti indifferenziati bastino abbondantemente a far funzionare un inceneritore.
Ci vuole anche quello, certo. Ma i vantaggi della raccolta separata dell'umido secondo me superano ampiamente gli svantaggi, non si tratta solo di un guadagno traducibile in denaro, ma proprio di una maggiore attenzione all'ambiente.
Cordiali saluti
Chiara Cavalli


 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha