Cittadinanza simbolica a bambini 2g sperando che arrivi quella “vera”
La sala è la Viscontea del Castello Sforzesco. L’iniziativa, il 21 maggio, è la consegna della cittadinanza simbolica ai minori nati in Italia e residenti a Milano, figli di genitori di origine straniera. Nulla di ufficiale, perché la legge non lo consente, ma anche Milano si aggiunge ai Comuni grandi e piccoli che, da Nord a Sud passando per le isole, hanno deliberato in favore della riforma e consegnato la cittadinanza onoraria ai giovani nati nel proprio Comune. Per quella vera, dovranno aspettare le 18 candeline, sperando di non incappare nei tanti tranelli tesi dall’attuale normativa. Magari, scoprendosi nel frattempo “stranieri nella propria patria” nelle ore di fila in Questura per il rinnovo del permesso di soggiorno, o, negli anni delle superiori, in occasione del tanto agognato viaggio di classe all’estero, quando per poter partire ti chiedono dei documenti che ai tuoi compagni di banco, “italiani da più generazioni”, non servono. “Questioni di sangue”, si potrebbe dire citando l’attuale normativa sulla cittadinanza.
Al Castello Sforzesco sono presenti 200 tra bambini e ragazzi, insieme ai propri compagni di origine italiana. Classi dall’asilo alle superiori. Sono – ha ragione il ministro Kyenge – la fotografia del Paese. E sempre di più anche il futuro. A Milano, il 22% dei minori residenti non ha la cittadinanza italiana, una cifra che è triplicata rispetto al 2001. Il 74% di questi 45.793 minori stranieri è nato nel Belpaese, spesso sotto le guglie del Duomo.
“Milanesi a tutti gli effetti”, secondo l’assessore Majorino, che dice: “Non è un benvenuto quello di oggi perché siete già tutti milanesi. La ricchezza della nostra città sta proprio nelle biografie che ciascuno di noi ha alle spalle”. Il collega Cappelli, assessore all’Educazione e all’Istruzione, aggiunge: “Cittadino è chiunque abita, studia, lavora e vive in un luogo. Noi ci aspettiamo alunni sempre più consapevoli della propria appartenenza”. Intanto Jenny, quarta elementare, neomilanese nata da genitori filippini, legge l’attestato firmato dal sindaco: “Io sono milanese. Io sono italiano”. Due file più avanti, Ayman, Luigi e Gianmarco, figli di genitori marocchini, cinesi e italiani, combattono cavallerescamente un duello di scherma sventolando le bandiere italiane, mentre Conchy, terza media, con passaporto ecuadoriano ma nata a Milano, mostra trepidante all’amica un messaggio appena ricevuto sul cellulare.
(nella foto: il ministro Cécile Kyenge, l’assessore Majorino e figli di immigrati nati a Milano)