Toponomastica femminile, un viaggio on the road a costo zero
Tracce di donna sul nostro territorio. Finalmente, anche le partigiane d'Italia sono ricordate in una piazza, a Milano, in Barona. Foto da un'inaugurazione.
(Nadia Boaretto)20/05/2013
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(Nadia Boaretto)20/05/2013
Nel gennaio 2012 nasceva da un'idea di Mariapia Ercolini, docente di geografia a Roma, il gruppo Toponomastica Femminile, presente in Facebook con attività e segnalazioni incessanti.
Tutto è cominciato con il censimento delle strade nei Comuni italiani, ma l'iniziativa ha poi trovato adepti in molti angoli del mondo. Nel Regno Unito si parla e si scrive di Pink Streets e l'idea ha suscitato interesse a livello internazionale. Al Jazeera intervista la fondatrice, la rassegna stampa si arricchisce ogni giorno di articoli, una giornalista olandese sollecita contatti per un servizio radio, il quotidiano online Nuovo Paese Sera dedica una rubrica settimanale agli itinerari di genere, che talvolta si avvalgono di giovani studenti come ciceroni...
Sempre più dettagliata si delinea l'incredibile disparità fra i riconoscimenti tributati alle donne (in media 3% rispetto al totale) e il prevalere delle vie intitolate a uomini. Inoltre nella piccolissima porzione di dediche al femminile una buona parte riguarda sante e madonne. È ora di riconoscere il merito di donne che con la loro eccellenza in tutti i campi del sapere e del fare hanno rinnovato la cultura e la civiltà: questo il messaggio di Toponomastica Femminile alle Commissioni Pari Opportunità e alle autorità in generale.
La prima iniziativa si è chiamata 8marzo3strade3donne e chiedeva semplicemente che le prime tre intitolazioni di luoghi pubblici fossero riservate a donne, per COMINCIARE a ristabilire gli equilibri. Nel giro di pochi mesi, in occasione del 25 aprile 2012, era pronta una prima mappatura delle Donne Partigiane e delle Costituenti. A ritmo costante si sono moltiplicati i progetti, che oggi includono la stesura di schede illustrative sulle figure censite, ricerche, mostre fotografiche e percorsi a cura di scolaresche e insegnanti.
Già due convegni, con relative pubblicazioni, hanno fatto il punto dei risultati raggiunti. A distanza di poco più di un anno i partecipanti alle iniziative sono 5172, alcune rappresentanti di Toponomastica Femminile sono state nominate nelle Commissioni Pari Opportunità (per esempio a Padova) e l'attenzione alla parità di genere è diventata nevralgica.
clicca sulle foto per ingrandire
In questa logica, particolare importanza assume l'apposizione della targa Piazzale Donne Partigiane avvenuta a Milano, in zona Barona, il 18 maggio 2013, alla presenza delle autorità e di due partigiane: Lena D'Ambrosio Paladini, nome di battaglia "Lena" (92 anni), e Antonietta Romano, nome di battaglia "Fiamma", festeggiate con musiche e canti. Nelle foto, alcuni momenti della cerimonia.
Nadia Boaretto
Tutto è cominciato con il censimento delle strade nei Comuni italiani, ma l'iniziativa ha poi trovato adepti in molti angoli del mondo. Nel Regno Unito si parla e si scrive di Pink Streets e l'idea ha suscitato interesse a livello internazionale. Al Jazeera intervista la fondatrice, la rassegna stampa si arricchisce ogni giorno di articoli, una giornalista olandese sollecita contatti per un servizio radio, il quotidiano online Nuovo Paese Sera dedica una rubrica settimanale agli itinerari di genere, che talvolta si avvalgono di giovani studenti come ciceroni...
Sempre più dettagliata si delinea l'incredibile disparità fra i riconoscimenti tributati alle donne (in media 3% rispetto al totale) e il prevalere delle vie intitolate a uomini. Inoltre nella piccolissima porzione di dediche al femminile una buona parte riguarda sante e madonne. È ora di riconoscere il merito di donne che con la loro eccellenza in tutti i campi del sapere e del fare hanno rinnovato la cultura e la civiltà: questo il messaggio di Toponomastica Femminile alle Commissioni Pari Opportunità e alle autorità in generale.
La prima iniziativa si è chiamata 8marzo3strade3donne e chiedeva semplicemente che le prime tre intitolazioni di luoghi pubblici fossero riservate a donne, per COMINCIARE a ristabilire gli equilibri. Nel giro di pochi mesi, in occasione del 25 aprile 2012, era pronta una prima mappatura delle Donne Partigiane e delle Costituenti. A ritmo costante si sono moltiplicati i progetti, che oggi includono la stesura di schede illustrative sulle figure censite, ricerche, mostre fotografiche e percorsi a cura di scolaresche e insegnanti.
Già due convegni, con relative pubblicazioni, hanno fatto il punto dei risultati raggiunti. A distanza di poco più di un anno i partecipanti alle iniziative sono 5172, alcune rappresentanti di Toponomastica Femminile sono state nominate nelle Commissioni Pari Opportunità (per esempio a Padova) e l'attenzione alla parità di genere è diventata nevralgica.
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In questa logica, particolare importanza assume l'apposizione della targa Piazzale Donne Partigiane avvenuta a Milano, in zona Barona, il 18 maggio 2013, alla presenza delle autorità e di due partigiane: Lena D'Ambrosio Paladini, nome di battaglia "Lena" (92 anni), e Antonietta Romano, nome di battaglia "Fiamma", festeggiate con musiche e canti. Nelle foto, alcuni momenti della cerimonia.
Nadia Boaretto