Accade: "Pippo vola sulla città" diventa uno spettacolo teatrale
Come ricorderete, Antonio Quatela ha organizzato in un bel libro le memorie e i ricordi di persone che erano ragazzini a Milano durante la seconda guerra mondiale. Ora "Pippo vola sulla città" diventa uno spettacolo teatrale.
(Massimo Cecconi)15/05/2013
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(Massimo Cecconi)15/05/2013
Pippo era un aereo caccia Alleato che nelle notti milanesi, tra il 1943 e il 1945, veniva a scaricare sulla città le sue riserve di bombe. Il suo volo radente, per evitare i radar, segnava le notti di apprensione e di morte nel tentativo di indurre alla resa i fascisti e i tedeschi.
Il libro di Antonio Quatela, ricco di testimonianze di persone oggi anziane che allora vivevano e giocavano tra le macerie della città, diventa ora occasione per un spettacolo teatrale in cui due ragazzini e i loro amici scatenano la loro fantasia per scoprire chi sia veramente Pippo, scrutando, all’insaputa dei genitori, il cielo notturno per catturare almeno con lo sguardo quell’ormai mitico strumento di guerra.
Lo spettacolo, a cura di Federica De Rosa, prevede una scenografia semplice ed essenziale, dura circa 60 minuti e si rivolge a ragazzi tra i 9 e i 14 anni di età.
Bella l’idea di proporre a giovani spettatori una riflessione sulla guerra, raccontando le vicende di loro coetanei di settant’anni fa.
Massimo Cecconi
Il libro di Antonio Quatela, ricco di testimonianze di persone oggi anziane che allora vivevano e giocavano tra le macerie della città, diventa ora occasione per un spettacolo teatrale in cui due ragazzini e i loro amici scatenano la loro fantasia per scoprire chi sia veramente Pippo, scrutando, all’insaputa dei genitori, il cielo notturno per catturare almeno con lo sguardo quell’ormai mitico strumento di guerra.
Lo spettacolo, a cura di Federica De Rosa, prevede una scenografia semplice ed essenziale, dura circa 60 minuti e si rivolge a ragazzi tra i 9 e i 14 anni di età.
Bella l’idea di proporre a giovani spettatori una riflessione sulla guerra, raccontando le vicende di loro coetanei di settant’anni fa.
Massimo Cecconi
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