Andar per mostre: Pesci fasciati. Relitti reliquie. Fascinazioni

La Galleria SpazioTemporaneo ospita una mostra personale di Fabrizio Merisi in cui l’artista svela i suoi ultimi lavori frutto di una affascinante ricerca di linguaggi e di forme. Merita il viaggio.


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Uscite di buon passo da Porta Renza e dirigetevi verso le chiuse di Leonardo sul fondo di via San Marco. Pochi metri ancora e siete arrivati alla Galleria SpazioTemporaneo. Qui espone sino al 25 maggio Fabrizio Merisi. Un cognome impegnativo, che denuncia un’identità di provenienza geografica e storica, portato con grande disinvoltura per un’esperienza artistica di tutt’altra coerenza ma di assoluta credibilità.

Fabrizio Merisi ha alle spalle una lunga storia di ricerca culturale, sempre attraversata da curiosità intellettuale e di concretezze materiali. E’, tra l’altro, direttore del Museo del Lino di Pescarolo, nel cremonese, luogo di sublime esercizio di memoria, dove ha affinato tecniche di ricercatore e ha accumulato storie antiche che fanno ormai parte del suo bagaglio e del suo linguaggio.

Pesci fasciati. Relitti reliquie. Fascinazioni è una mostra spiazzante per chi non conosce il lungo viaggio artistico di Merisi e la sua coerente tenacia ad assemblare materie e poetiche.

Merisi raccoglie e cataloga. Descrive e interpreta. Introduce nel quotidiano e nel banale presunto elementi poeticamente visionari. Riempie ossessivamente i vuoti e rende lievi i troppo pieni. Usa oggetti che sembrano composti della stessa materia dei sogni.

Una parete intera della mostra è dedicata alla grande opera Inventario di 450pesci feriti con fasciatureaugurali dove si compongono gesso e frammenti di carta, tela e fili di cotone colorati all’acquerello, in un insieme di cromatismi accecati dal bianco della tempera, che forse deve qualcosa alle meditazioni orientali.

In altre opere compaiono steli di penne di pavone ( provenienti dal giardino incantato di famiglia) e tralci di potatura di rosa Banxia (coltivata dallo stesso artista).

Frammenti di materiali poveri ricomposti in un gioco di addizioni apparentemente disordinate che richiamano la saggezza popolare del riuso e del rattoppo di cui Merisi è un raffinato cultore della materia. Alla cultura popolare appartengono i “brevi” sacchetti di tessuto utilizzati dalle donne per preservarsi dal male.

In mostra si sovrappongono in continuità teche di diversa dimensione, cuscini/reliquia e intrecci augurali in un fantastico mondo marino imparentato con il surrealismo di De Lautréamont al cui “vieil océan” la mostra è dedicata.

Scrive Claudio Cerritelli nell’introduzione al catalogo di bellissima ed essenziale grafica: “ Sono passate diverse stagioni culturali, una dietro l’altra, molteplici avventure di linguaggio e di vita, eppure la perizia con cui Merisi dipingeva accumuli di oggetti in disordine con controllo formale esasperato…continua a guidare lo stratificante esercizio di materie e colori rappresi nelle persistenze della memoria.”

Spingetevi sino a via Solferino, c’è tutto un mondo (fascinoso) da scoprire. Va da sé che Fabrizio Merisi è ottimo artista e quindi ottimo uomo.


Fabrizio Merisi
Pesci fasciati. Relitti reliquie. Fascinazioni

Spazio Temporaneo
Via Solferino, 56
Dal martedì al sabato ore 16-19,30, sino al 25 maggio.

(Massimo Cecconi)



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