A San Vittore, la casa di Bernarda Alba

L'invisibile diventa visibile.San Vittore ha riaperto le porte il 12 e 13 aprile con "la casa di Bernarda Alba", opera teatrale scritta nel 1936 da Federico García Lorca pochi mesi prima della sua morte e rappresentata per la prima volta a Buenos Aires nel 1945.
()
Bernarda Alba
Questa volta, sono le detenute a farla rivivere con la drammaturgia e regia di Donatella Massimilla, la coreografia del flamenco di Maria Rosaria Mottola, il canto a cura di Liliana Oliveri e altri.
La rappresentazione rientra nel progetto culturale Cetec (centro europeo teatro e carcere), Libera Università del Teatro carceraria e La Nave dei Folli, compagnia nata a San Vittore  vent 'anni fa e fondata dalla stessa Donatella Massimilla.
Una drammaturgia corale vissuta dentro il penitenziario, la speranza di un progetto itinerante, nel prossimo futuro, all'esterno del carcere.

Inizia in un raggio della sezione femminile di San Vittore.
Da lontano scure  immagini femminili a passi ritmati di flamenco, suoni e un doloroso canto corale, si avvicinano per trascinare e racchiudersi in un ambiente più ristretto, la Spagna rurale del sud o di qualsiasi parte del mondo dove si consuma la solitudine delle donne. Una prigione dentro la prigione. La prevaricazione, la rassegnazione davanti al fato, l'impossibilità del cambiamento, la sottomissione.

L'atmosfera è suggestiva, le immagini forti. La trama, vissuta a tratti fortemente dalle detenute, pone la domanda per chi è stata scritta, quale capacità c'è nel rappresentare o  nel fare vivere semplicemente una parte di se stesse. I personaggi hanno incontrato le donne recluse o forse viceversa.
Lo sforzo importante, le interpreti: Alba, Betsy,Cinzia, Danuta,Elisabetta, Federica, Francesca, Mariangela,Patrizia. Nessuna deve essere dimenticata.

Dietro, un lavoro paziente di amore e di passione da parte di artisti e associazioni.
Nasce durante l'Edge Project 2012 , dalla sezione femminile a quella maschile la prima libera università del teatro carceraria. Un laboratorio di artigianato artistico di cui "La Nave dei Folli" è parte integrante con un percorso "dentro-fuori", un progetto itinerante che parte da un corso di teatro all'interno del carcere, lo porta all'esterno per i figli  dei detenuti, replicando per esterni e attori ex detenuti presso il teatro Argomm di Milano.
"L'arte e il teatro come possibilità di cambiamento e di inclusione".Questo lo spirito, il lavoro culturale, umano e politico che sostiene ogni percorso di ricerca espressiva.

La rappresentazione della "La Casa di Bernarda Alba" all'interno di San Vittore, rappresenta una prima tappa del viaggio. La seconda, a metà giugno, sarà  rappresentata per il pubblico di tutte le altre detenute e detenuti del carcere, per approdare, almeno questa è la speranza, all’esterno nel cuore di Milano. Punto di arrivo, in un cerchio di vita, l’ Edge Festival di novembre di nuovo dentro o fuori San Vittore.
Il lavoro sui vissuti approda all'esterno, l'invisibile diventa visibile.


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha