C’è la cultura e ci sono le culture

Per una fortuita occasionalità, negli stessi giorni di marzo sono stati nominati i nuovi assessori alla cultura della Regione Lombardia e del Comune di Milano. Ecco una breve presentazione di Cristina Cappellini (Regione) e Filippo Del Corno (Milano). A voi l’arduo giudizio.


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del corno cappellini

Come si conviene, diamo precedenza alla signora Cristina Cappellini, neo assessore alle Culture, identità e autonomie della Regione Lombardia. In attesa che venga reso disponibile il suo profilo nel sito della Regione Lombardia, siamo andati alla ricerca di informazioni sul web, ricavandone, invero, scarne notizie.

La signora Cappellini è nata a Brescia il 28 maggio 1978 ma risiede a Soncino, ridente località del cremonese. Vanta un passato nei Giovani padani, è del resto giovanissima soprattutto per chi fa politica, e prestazioni professionali nelle segreterie di Roberto Maroni, quando era Ministro del Welfare, di Roberto Calderoli e, addirittura, di Umberto Bossi.

Risulta, quale (quasi) unico titolo culturale emerso, che ha scritto un libro di racconti dal titolo “Di sole non ce n’è mai abbastanza” (pp.148 € 14,00) pubblicato nella Collana “Gli Emersi-Narrativa” dell’editore Aletti di Villanova di Guidonia (RM).

Nel risvolto di copertina del libro si legge che Cristina Cappellini nel 2010 ha vinto il primo premio del concorso letterario nazionale Voci Verdi (organizzato dalla Associazione Va’ Pensiero di Bassano del Grappa, ndr) con un racconto breve intitolato Il punto. E, sempre nel 2010, ha partecipato al concorso internazionale di poesia inedita Il Federiciano.

Dalla prefazione del suo libro Di sole non ce n’è mai abbastanza:” Qualche tempo fa ho letto questa frase (il titolo del libro, ndr) su un’insegna al neon di un ristorante messicano in provincia di Cremona- mentre mi gustavo una tortilla alle verdure con un calice di sangria- e ho deciso di farla mia per esprimere il senso delle dieci storie che compongono questa raccolta di racconti. Storie di uomini e donne che lottano per dare spazio alle proprie emozioni, paure e speranze, alla ricerca di quella luce interiore che rende vive le persone”… e vi risparmiano il resto.

Alla signora Cappellini in Regione Lombardia è stata attribuita la delega alle Culture, Identità e Autonomie e, nella sua primissima intervista da assessore, ha dichiarato:” Parliamo di culture proprio per dare risalto alle tante specificità della Lombardia”.

Se avevate qualche dubbio le culture non sono quelle del mondo, rappresentate nella nostra regione da migliaia di cittadini che qui vivono, lavorano e pagano le tasse, ma bensì quelle delle valli e delle pianure padane. Lo stesso dicasi dell’identità che è riferita esclusivamente agli autoctoni.

Occupiamoci ora del signor Filippo Del Corno, nato a Milano nel 1970, quindi anche lui annoverabile nella categoria dei giovani. La sua scheda è già consultabile, in questo caso, sul sito del Comune di Milano. E’ un compositore di musica classica contemporanea, diplomato in Composizione al Conservatorio di Milano, di cui successivamente è divenuto anche docente. Benché giovanissimo, i suoi lavori sono stati eseguiti, tra gli altri, da Luciano Berio, London Sinfonietta, Dimitri Ashkenazy, James Mac Millan.

Le sue opere sono state eseguite in numerosi teatri in Italia e nel mondo. Ha fondato, con Carlo Boccadoro e Angelo Miotto, l’ensemble musicale Sentieri Selvaggi, impegnato nella diffusione di musica colta contemporanea. E’ un operatore culturale ben conosciuto a Milano.

E’ stato presidente della Fondazione Milano che riunisce le scuole civiche di musica, teatro, cinema e televisione e lingue.

Dai testi consultati non sembra che scriva racconti e poesie. Buon per lui.

Sospendiamo ogni giudizio e confronto. Auguriamo a entrambi buon lavoro. Ne hanno bisogno.

Ma qualcuno ci spiega la differenza tra la cultura e le culture? Ah saperlo…


(Massimo Cecconi)



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Re: C’è la cultura e ci sono le culture
27/03/2013 luciana
Egregio signor Cecconi,
la risposta al quesito posto alla fine del pezzo (mi par di avvertire un malinconico e sconsolato sospiro) sta tutto già nel suo pregiatissmo testo.
Lei ha infatti dedicato oltre 30 righe alla signora Cappellini e solo 11 al signor Del Corno: le "culture" al plurale pesano di più.


 
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