A teatro e al cinema…a piedi: Viva L’Italia. Le morti di Fausto e Iaio

Esattamente trentacinque anni dopo, il 18 marzo 2013, va in scena al Teatro Elfo Puccini, in prima nazionale, il racconto di uno degli episodi più crudeli degli anni della strategia della tensione. Una rappresentazione corale che vuole conservare memoria di quanto la storia sia spesso calpestata dai meccanismi mortali del potere. Da vedere per non dimenticare. ()
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Chi c’era, ricorda il clima lugubre di quegli anni. Dopo le stagioni della speranza e del rinnovamento, eravamo stati tragicamente catapultati nella stagione della violenza e della morte.

Quel tristissimo giorno, tra i più tristi in assoluto, eravamo in tantissimi, decine di migliaia, intorno alla chiesa del Casoretto  per i funerali di Fausto e Iaio, due giovani cinicamente stroncati dal clima irrespirabile di quegli anni di morte.
In quegli stessi  giorni c’era stata la strage di via Fani a Roma e il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.

Trentacinque anni dopo quel 18 marzo 1978, César Brie, uomo di teatro di mille battaglie, porta in scena la storia di quei due ragazzi raccontata  da Roberto Scarpetti nel suo oratorio civile Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio.

Sulla scarna scena allestita nella sala Fassbinder del Teatro Elfo Puccini, cinque giovani interpreti danno volto e voce ai protagonisti di quella pagina di storia. Ci sono i due ragazzi frequentatori del Leoncavallo, impegnati nel quartiere nella lotta contro la droga,  ci sono le loro madri e sorelle, gli assassini, i poliziotti che indagano con indolenza, tranne uno, un giornalista de l’Unità che farà anche lui una brutta fine.

La storia è raccontata alternando secchi monologhi e  animati dialoghi con pochi, ma efficaci, espedienti scenici e qualche proiezione d’epoca. Il lavoro di Roberto Scarpetti è frutto di una lunga e documentata ricerca che ricostruisce i fatti così come sono accaduti, sottolineando le lunghe ombre che, su una storia come questa, rappresentano gli aspetti più inquietanti e irrisolti. Gli assassini di Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci non sono mai stati trovati, la giustizia ha archiviato il caso definitivamente nel 2000. Il giudice Clementina Forleo scrive: «Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva e in particolare degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti dichiarazioni».
Un intreccio inquietante di squadre fasciste, spacciatori di droga, strategia della tensione e servizi segreti per un’ennesima storia sbagliata.
Appassionati e bravi, con qualche ruvida acerbità, i giovani attori. Buon lavoro di regia di César Brie che appunta: «Lavoro per creare metafore e immagini. La scena non è il luogo in cui illustrare un testo, ma dove qualcosa vive insieme al testo, lo interroga, lo sposta, lo fa diventare teatro».
Tra il pubblico molti giovani che applaudono con insistenza.
Buon segno.
In mezzo al pubblico, Filippo Del Corno, nuovo assessore alla cultura del Comune di Milano.
Buon lavoro.


Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio
di Roberto Scarpetti
regia di César Brie
con Andrea Bettaglio, Massimiliano Donato, Federico Manfredi, Alice Redini, Umberto Terruso
produzione Teatro dell’Elfo
In scena al Teatro Elfo Puccini-Sala Fassbinder sino al 14 aprile

Massimo Cecconi


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