Sabaoth International Film Festival

Dal 12 al 16 marzo, si svolgerà a Milano la 5 edizione di questo festival internazionale che ricerca e promuove nel mondo un cinema di qualità sui temi dell'amore, del rispetto e della dignità della persona. Nel 2013, la Categoria Speciale sarà centrata sul tema della disabilità e porterà il titolo “Diversamente abile o abile diversamente? Rompere il silenzio del pregiudizio”.
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sabaoth Festival
Alcune domande a Liliana Oliveri, artista eclettica, ma anche presidente dell’Associazione "Diamo voce a chi non ha voce" e direttrice del Festival dal 2004.

Liliana, perché parlare di disabilità?

Per rispondenti è necessario capovolgere il concetto e assumere un altro punto di vista espresso nel titolo e filo conduttore del festival. Parliamo di (dis)abilità o di “diversamente abile o abile diversamente?” Una domanda provocatoria per far riflettere.
In realtà il mondo dei disabili è ancora circondato da pregiudizi causati dall’ignoranza. Ciò che non si conosce può fare paura e portare ad erigere muri e barriere che impediscono una relazione di reciproca accoglienza. Ma non solo, chi è realmente il diverso? E se il diverso fossi io? Dobbiamo avere il coraggio di una risposta.

Il festival ha un programma molto ricco e variegato. Puoi darci un’anteprima dei lavori in concorso?
Accenno intanto alla organizzazione.
La proiezione dei film in concorso nelle diverse categorie (lungometraggi, cortometraggi, documentari lunghi, corti e film studenti) avverrà presso l'Apollo Spazio Cinema (Galleria De Cristoforis, 3) martedì 12, mercoledì 13 e giovedì 14 marzo mentre la serata di gala finale, con premiazione e assegnazione degli Adam Awards, si svolgerà i presso l'Auditorium San Fedele (via Hoepli, 3/b) sabato 16 marzo. Due sedi diverse e con ingressi gratuito.
Venendo invece ai contenuti, I 14 cortometraggi della categoria Speciale sono ancora “top secret”. Quello che posso dire è che hanno una forza espressiva straordinaria e un messaggio che mi auguro, dia da riflettere: la vita è preziosa ed è una sfida, per alcuni più che per altri. Chi di noi non affronta sfide quotidiane e magari cede allo sconforto e alla demotivazione? Ecco. I video ci raccontano le storie di chi non solo non molla ma diventa esempio e motivazione per altri.
 
Dei tanti lavori quale ti ha colpito maggiormente e ne consigli la visione?
Della Categoria Speciale tutti: quindi spero che il 16 marzo l’Auditorium San Fedele sia pienissimo perché è anche un modo per onorare la fatica immensa e il lavoro instancabile e prezioso di famiglie, operatori, centri diurni..
Per quanto riguarda invece le proiezioni all’Apollo spazioCinema dal 12-14 marzo, abbiamo 2 film che trattano il tema della disabilità, un cortometraggio su un ragazzo affetto dalla Sindrome di Down “Me senza mamma”, e un lungometraggio, un thriller, “Jimmy” che vede come protagonista un ragazzino con un ritardo mentale.
Sempre sul tema di “dare voce a chi non ha voce” vorrei segnalare  un lungometraggio “Oltre il Silenzio” ambientato in una casa di riposo in Sud Africa che pone degli interrogativi sul ruolo degli anziani e di come spesso, nella nostra odierna cultura, quando si invecchia è come se la nostra voce non contasse più nulla. Un altro  film studente molto interessante è “Mercante o Moralista” che mette a confronto la prostituzione in Olanda e Svezia lasciando aperta la riflessione sulla sua legalizzazione o meno.
Io sono sempre molto colpita dai documentari e dai docu-drama forse perché i film basati su storie vere hanno il “peso” dell’esperienza. In “Imperterrito” un uomo rivive la sua infanzia segnata dall’abuso sessuale e dalla rabbia contro Dio, mentre in “Los Traficantes” vediamo il percorso  di un ex-boss del cartello in Sud America. In Pedro Opeka troviamo il lavoro straordinario di un sacerdote impegnato nel Madagascar a togliere migliaia di persone dalle discariche (è appena stato nominato per il Premio Nobel per la Pace)

Disabilità. Qual è la realtà nazionale?
Le statistiche segnalano quasi 3 milioni di disabili in Italia.
La partecipazione sociale delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da affrontare, perché si sommano problematiche derivanti non solo dalla condizione di disabilità della persona, ma soprattutto e principalmente dal contesto ambientale e culturale. Ci sarebbero tante cose da dire su ciò che manca a livello di strutture, sulle difficoltà per esempio del trasporto pubblico quando si esce dal centro città, della  burocrazie, gli interminabili sportelli e uffici e altro.
L’ aspetto economico e i tagli del welfare non incidono poco : le spese  sostenute dalle famiglie a volte sono proibitive per non parlare delle cifre ingenti necessari alle amministrazioni, (nonostante alcune siano sensibili al problema, come il Comune di Milano ) per rendere la città veramente accessibile. Basta pensare che i teatri con un palco accessibile sono pochissimi , i cinema attrezzati con ausili audio-visivi per ipovedenti e ipoudenti sono rari.  Quante scuole di danza, di musica, di teatro sono non solo accessibili ai disabili ma prevedono compagnie “miste” e parità di opportunità?
I problemi sono molti ma il fattore culturale rimane determinante.
I filmati pervenuti danno un’indicazione precisa: bisogna affrontare e combattere il pregiudizio. In quest'ottica, conferenza, eventi, momenti di scambio e condivisione rimangono indispensabili.

 
Liliana, tu sei anche Presidente dell’Associazione " Diamo voce a chi non ha voce ".
Mi spieghi chi siete ?

Siamo un piccolo gruppo di volontarie e volontari, molti provenienti da ambiti artistici e crediamo che alla base di una società “sana” vi debba essere la capacità di relazionarsi e dialogare nel rispetto dell’altro (che poi è uno specchio di me). Questo comporta a volte un cambiamento radicale nel nostro modo di percepirci e di percepire: “illustrare” questo attraverso l’arte in ogni sua forma, stimolando l’empatia,  può aiutare a prenderne coscienza  e quindi essere un mezzo importante di prevenzione.
È nostro desiderio essere una voce di speranza ed espressione di quella rete che permette a donne, uomini, bambine e bambini di uscire dal silenzio, direttamente o indirettamente, amplificando le voci di chi vive un disagio sociale o è vittima di ogni forma di violenza ed emarginazione. Crediamo che il cinema, l’immagine, il suono e l’arte possano essere strumenti per dare uno sguardo diverso, più diretto, più forte sul fenomeno. Vogliamo aprirci al panorama di reti già esistenti per fare da innovativa cassa di risonanza, di voce che “alza la voce”, diventando insieme un’unica voce che s’innalza al di sopra del clamore della violenza, parlando di prevenzione e di soluzioni, di libertà e cambiamento ma anche di etica e spiritualità.
La mia esperienza con i giovani dura da più di 20 anni: dal 1988 sono docente di canto e tecnica vocale all’Accademia dei Filodrammatici di Milano.
Cantante lirica e attrice, ho sempre usato la mia professionalità anche per “denunciare” o “sottolineare” quelle che considero ingiustizie. Credo profondamente che il teatro e l’arte in generale abbiano un ruolo sociale molto importante.
 Attualmente raccolgo testimonianze di donne “sopravissute” trasformandole in monologhi e conducendo dal 2011 un gruppo con delle detenute all’interno della casa circondariale di San Vittore, unitamente allo psicologo del carcere, il dott. Andrea Perico ed una criminologa del C.I.P.M, la Dott.ssa Laura Emiletti, sulla figura della donna e la condizione femminile e nel 2012 ho iniziato un coro al reparto femminile.
L’intento è di dare loro degli strumenti per quando ritorneranno nel mondo.



Per informazioni e aggiornamenti: www.sabaothfilmfestival.com; email: organizzazione@sabaothfestival.com; twitter: @sabaothfilmfest

 ingresso  gratuito
 

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