Andar per mostre... Robert Doisneau/ Paris en libertè

Spazio Oberdan ospita sino al 5 maggio una memorabile mostra di fotografia con oltre duecento opere di Robert Doisneau, maestro dell’attimo.
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robert doisneau paris web
Robert Doisneau (1912-1994) è stato un testimone eccellente di gran parte del Secolo breve con una particolare predilezione per il suo paese, la Francia. Il suo bianco e nero è sempre carico di effetti luminosi, anche quando fissa nell’obiettivo la notte. La sua Parigi, descritta con amorosa passione nella mostra Paris en libertè, è una citta incantata ancora da scoprire, attraverso le immagini mai banali dei suoi abitanti, dei suoi luoghi, anche quelli meno conosciuti ai parigini stessi.
In un arco di tempo decisamente ampio, le foto in mostra sono state scattate tra il 1934 e il 1991, Doisneau restituisce integra tutta la fremente vitalità di una città speciale raccontata amorevolmente in una sorta di comédie humaine dove il dramma viene solo sfiorato e la tragedia sembra non esistere.
Nelle immagini si esalta l’epopea dei bistrot con i loro banconi di zinco su cui rompere i gusci delle uova sode e i loro umanissimi frequentatori.
Si rincorrono volti e gesti di gente comune e di personaggi famosi, i piccoli negozi di trippe e di giocattoli, i giochi dell’infanzia nelle strade, nei cortili, nei parchi cittadini. L’occhio del fotografo indaga con pudore i clochards e le loro miserie, i musicisti di quartiere, entra nelle povere case della gente comune con affettuosa partecipazione.
La macchina fotografica cattura, con la stessa intensità, l’aura radiosa di Mademoiselle Anita, fissata per sempre nell’eternità, le donnine nude dei locali proibiti, i balli popolari e la grande festa del 14 luglio.
Non manca certo in mostra la fotografia in assoluto più famosa di Doisneau. Quel Bacio dell’Hotel de Ville che, pare, non sia stato proprio rubato, ma è talmente immediato che è come se lo fosse.
In una Parigi più vicina a noi, incalza il traffico che percorre le grandi piazze, la fila di bambini sorridenti che attraversa rue de Rivoli, le trasformazioni in atto del tessuto urbano.
Ci sono poi nell’ esaustivo catalogo, ma non in mostra, anche immagini della Resistenza e della Liberazione.
Doisneau fotografa una Parigi quotidiana, con partecipazione e complicità, a formare un mosaico di presenze universali anche se il tempo, implacabile, ha lasciato la sua scia di ricordi.
Se si potesse fare un paragone musicale Doisneau è forse più vicino a Charles Trenet che non a Georges Brassens anche se, come loro, possiede un perfetto lirismo.
Dice Doisneau nelle note contenute nel catalogo della mostra:” No: nella mia condotta non c’è mai stato nulla di premeditato. A mettermi in moto è sempre stata la luce del mattino, mai il ragionamento. D’altronde, che c’era di ragionevole nell’essere innamorato di quello che vedevo?”.
Doisneau è innamorato di Parigi, dei suoi abitanti, di quella che era, e che continua ad essere, la città più affascinante del mondo.
La mostra, realizzata per iniziativa della Provincia di Milano, dell’Atelier Doisneau, della Fratelli Alinari e di Civita, riporta a Spazio Oberdan la grandissima fotografia. La memoria va, con simile compiacimento, alle mostre dedicate a Elliott Erwitt e a William Klein, quasi a completare una sorta di trilogia virtuale.
Un cartello alla fine della mostra ricorda Gabriele Basilico, il grande fotografo milanese recentemente scomparso, che avevo spesso esposto a Spazio Oberdan le sue opere.
A lui va il saluto di tutti noi.
Per saperne di più di Robert Doisneau/Paris en libertè visitate il sito www.provincia.milano.it/cultura

Massimo Cecconi


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