e la zona 3, come ha votato per la Lombardia?

La Regione a Maroni. Il Parlamento ha cambiato faccia e del governo ancora non sappiamo.
Abbiamo raccolto e messo a confronto qualche dato di oggi e di ieri per offrire elementi d’analisi, senza eccessive pretese, ma il più possibile attenti e puntuali su quanto ci succede intorno.
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Regionali zona per zona

Dei grandi fatti, dello tsunami, dei nuovi scenari politici, delle pesanti ripercussioni finanziarie, dell’infausto perdurare del governo di destra in Lombardia parlano tutti i giornali, noi vi riportiamo qualche dato per capire se qualcosa, ed eventualmente che cosa, è cambiato nella nostra zona.

La città e la provincia
Il primo dato che emerge evidente è la netta discrepanza fra l’orientamento della città di Milano e quello della Regione nel suo complesso. Milano e Mantova sono le uniche province che hanno dato la loro preferenza ad Ambrosoli: in maniera netta e inequivocabile a Milano dove Ambrosoli ha ottenuto il 44% distanziando Maroni di ben 8 punti percentuali; e a Mantova dove il candidato del centro sinistra ha ottenuto il 39% contro il 37 di Maroni.

Peraltro molte città Lombarde hanno orientato le loro preferenze sulla coalizione di Ambrosoli, diversamente dai piccoli centri delle loro province. Per esempio a Bergamo Ambrosoli ha raggiunto il 46,90% dei voti, ma nella sua provincia ha vinto Maroni con il 49,16%. A Brescia Ambrosoli ha raggiunto il 44,90%, ma nell’intera circoscrizione è Maroni ad imporsi con il 47,51%. E potremmo continuare con Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Sondrio. Fa eccezione solo Varese. La distanza di orientamento fra città e provincia è un dato ormai noto, ma vale la pena sottolinearne l’importanza perché in questo caso, almeno, sono stati proprio i piccoli centri di provincia a decretare il successo della coalizione di centrodestra. I motivi possono essere tanti e molto diversi fra loro: di capacità/incapacità di intercettare bisogni e sofferenze, di comprendere realtà economiche e sociali specifiche, ma anche di attenzione e di comunicazione.

Il voto di zona
Più interessante per noi è però la situazione del voto per le regionali a Milano, zona x zona.
Dalla tabella che riportiamo qui sopra, l’affermazione del Centro sinistra è netta in ogni zona di Milano.
In particolare in zona 3, la distanza fra Ambrosoli e Maroni è di ben 16 punti percentuali (49% vs 33%).

Bassa, se comparata con la media nazionale, ma pur sempre interessante, la percentuale ottenuta in zona da movimento 5 stelle (9,51%). È interessante però considerare questo dato in relazione ad altri; le stesse persone che alla camera hanno votato per il movimento di Grillo, alla Regione hanno orientato diversamente la loro scelta. Infatti, alla Camera il voto al M5S raggiunge quasi il 20%, mentre negli stessi seggi, per la Regione non arriva alla metà dei voti. Inoltre, la differenza di circa 1 punto % tra i voti di lista e quelli attribuiti a Silvana Carcano indicano che circa 1 elettore su 10 di questo Movimento ha optato per il voto disgiunto.

Un confronto con gli anni passati
Proviamo anche ad azzardare un confronto fra gli elettori di queste regionali e quelli che nel 2011, neanche due anni fa, decretarono il successo di Pisapia.
Dai dati del comune riscontriamo che allora, in zona 3, votarono il 69,2% degli aventi diritto e che i voti per Pisapia    furono 37.085 (il 49,9%). Negli stessi seggi oggi i voti per Ambrosoli raggiungono circa la stessa percentuale, sono inferiori solo di pochi decimi: il 49,23%.
Interessante anche il confronto con le elezioni regionali del 2010. Allora, in questa zona, Beppe Grillo raggiungeva a stento il 3,3%. Il Popolo della Libertà da solo faceva il 36,1% e la Lega il 13,9.
è sicuramente impossibile pensare a coalizioni come quelle attuali, ma se ipoteticamente riuniamo i partiti di allora in schieramenti più o meno simili ai raggruppamenti di oggi, troviamo che la coalizione di centrodestra, che oggi in questa zona è al 33,06% vantava un ben più clamoroso 51,2%.
Mentre, riunendo a tavolino le diverse sigle del centrosinistra, la coalizione che ora è al 49,23 si fermava al 42%, e poi non si era certo presentata unita.
Se, al di là delle percentuali, guardiamo ai voti dei singoli partiti della sinistra troviamo, per esempio, che il PD di zona è passato da 15.638 voti a 19.232 e che SEL è passata da 2.128 voti a 2.761. Non è certo uno tsunami, ma qualcosa in zona 3 è cambiato davvero e… resiste.

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