Benvenuta Utopia!

Che bella sorpresa girare l’angolo e trovare, giusto accanto al baretto di ogni giorno, una libreria nuova di zecca eppure una vecchia e cara conoscenza: la libreria Utopia di via Moscova trapiantata qui, in Città Studi, come per incanto, all’angolo tra via Vallazze e viale Lombardia. ()
Utopia trasloco
La libreria si sviluppa su 150 mq., il doppio della superfice di via Moscova, tutti al pian terreno ed ha spazi utilizzabili per conferenze, presentazioni di libri, laboratori e letture per bambini. Anni fa, nello stesso luogo, c’era la libreria della Fondazione Anna Kuliscioff, che tuttora è al piano superiore ed ha un ricchissimo archivio storico: conserva tutte le riviste anarchiche e socialiste dai primi numeri fino al 1922.

“Ci sentiamo legati a quella storia, il luogo ha una sua tradizione che vogliamo conservare e sviluppare” dice il libraio Lucio Morawetz che traccia per i nostri lettori una breve storia della libreria e ne illustra propositi e progetti.  
La libreria Utopia nasce nel febbraio  1977 come libreria del movimento anarchico; nel tempo, senza deviare da questa scelta di sinistra, anticonformista e libertaria, ha reso più profonda la sua competenza. Grande è il merito della fondatrice, Fausta Bizzozero, ora in pensione, definita la migliore libraia d’Italia, che ha imparato da sola a fare il suo lavoro e ha insegnato a leggere ad almeno tre generazioni.  Così la Libreria Utopia, sostiene con convinzione Morawetz, è diventata la più importante libreria, in senso proprio, della città di Milano.  Vale a dire che non si è limitata a vendere opuscoli del movimento anarchico ma che ha invitato il meglio dell’intellighenzia italiana, nomi come Franco Fortini, Giancarlo De Carlo, Edoarda Masi, Vincenzo Consolo, per citarne solo alcuni.  
Il trasferimento da via Moscova è stato causato dalla crisi dell’editoria: il fatturato era calato in media del 10 per cento l’anno, dunque negli ultimi quattro anni del 40 per cento e il costo dell’affitto, essendo l’immobile di un privato, era diventato insostenibile.

“Dopo essermi consultato, ho deciso che la cosa migliore fosse cambiare zona e ho scelto Città Studi-Lambrate; il quartiere mi piace moltissimo, è vivo, solo apparentemente sonnacchioso, abitato da gente con tradizione di sinistra, è un quartiere ricco di potenzialità inespresse. Il primo impatto è stato ottimo, moltissimi ci hanno portato dei regali, vino, birre, focaccine, siamo stati accolti con grandissimo affetto, anche se forse è presto per dirlo visto che abbiamo aperto appena da tre giorni. Però ci siamo sentiti ben accolti.”
Scopro così che ci sono altri entusiasti di questa novità nel quartiere. Tanto meglio. Vediamo ora cosa ci aspetta.  
Sono in programmazione cicli di conferenze a tema, presentazioni di libri e, iniziativa originale, la creazione di un circolo dei lettori. Qualcuno suggerisce un titolo, ci si dà un mese di tempo per leggerlo e poi se ne parla, un giorno prestabilito, verso l’imbrunire, prosaicamente dopo le 18. Può trattarsi di un romanzo, di racconti di letteratura italiana e straniera, contemporanea e non. Il criterio di scelta è che i libri debbano essere accessibili ma non banali.

Ci sono poi due libraie che si occupano del settore “bambini”, Filomena e Rosy, che ogni sabato organizzano letture e laboratori per tutte le fasce di età. I piccoli utenti si chiameranno “Utopini” che poi è anche il nome dell’iniziativa.
La libreria avrà anche un sito, che prevede il contributo attivo dei lettori. Fra i progetti in cantiere c’è quello di costituire un’associazione che si occuperà di promuovere attività culturali e che prevede anch’essa la partecipazione, attiva dei soci.
“Che presa a bbene!” si direbbe in gergo giovanile. Mi limito a pensarla e incalzo, come se non bastasse: qual è la differenza fra questa e le altre librerie? La risposta è sorprendentemente sottotono:
“Ciò che distingue una libreria indipendente da una libreria di catena è, per quanto possa sembrare strano, la metratura. Se vado alla Feltrinelli, che ha 2000 mq, mi sento solo perché nessuno mi segue, invece le dimensioni più ridotte mi permettono di chiedere consigli. Non è che da noi ci siano cose che altrove non si trovano, ma cambia che io, piccolo libraio, posso esporre quello che voglio prescindendo da logiche commerciali: scelgo di mettere un libro a banco, consigliandolo, anche se l’autore è sconosciuto o l’argomento non di moda. Ho più liberta di scegliere e consigliare anche se ho gli stessi libri della Hoepli o di Feltrinelli."
Ok Lucio, ci hai convinto: a te e agli altri gestori di Utopia diamo un interessato e caldo benvenuto.

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Re: Benvenuta Utopia!
21/02/2013 Nicoletta Gibelli
BNVENUTI siete sulla mia strada per andare casa , vi verrò a trovare e aspetto di ricevere il programma delle vostre in iniziative.
Mi piace molto l'iniziativa di un circolo dei lettori.
A presto Nicoletta Gibelli


 
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