Dalle associazioni, un appello per la parità di accesso alle cure oncologiche

Tra le richieste rivolte ai capolista dei partiti impegnati nella campagna elettorale, l'ultima è stata firmata da una serie di associazioni e società scientifiche e riguarda un argomento importante e delicato: l'accesso alle cure per i malati di cancro. Il presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, Francesco De Lorenzo, richiama la necessità di procedere con fermezza a eliminare spese irrazionali e inappropriate, senza tuttavia penalizzare i malati attraverso la riduzione indiscriminata dei servizi.
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Le sigle firmatarie delle richieste delineano un ventaglio di chi, a vario titolo, è coinvolto nella cura dei tumori: Aiom - Associazione italiana di oncologia medica, Airo - Associazione italiana di radioterapia oncologica, Sico - Società italiana di chirurgia oncologica, Sie - Società italiana di ematologia, Sipo - Società italiana di psico-oncologia, Fimmg - Federazione italiana medici di medicina generale e Favo - Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia.
l presidente di quest'ultima, Francesco De Lorenzo, riassume le motivazioni dell'appello rivolto alle forze politiche: «anche nel settore oncologico si deve procedere con fermezza all'eliminazione di spese irrazionali e inappropriate; tuttavia, penalizzare i malati attraverso una riduzione orizzontale e indiscriminata dei servizi non rappresenta una scelta etica e non garantisce reali risparmi».
Insomma, nonostante le difficoltà economiche del Paese, è essenziale garantire «l'accesso, senza partecipazione di spesa da parte del malato, a diagnosi, terapie e riabilitazione».

L'entità del problema è resa evidente dalle cifre. Nell'anno appena concluso, ci sono stati circa 1.000 nuovi casi di tumore al giorno e ogni famiglia in cui è presente un paziente oncologico deve sostenere costi, diretti o indiretti, di circa 35.000 euro all'anno.
La lettera delinea uno scenario nazionale caratterizzato da forti disparità regionali. È illuminante l'esempio dei posti letto disponibili negli hospice: nel 2010 ce n'erano 598 in Lombardia e solo 3 in Calabria.
È urgente l'attuazione del Piano oncologico nazionale 2011-2013 e l'approvazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza. Stefano Cascinu, presidente AIOM, segnala inoltre «notevoli ritardi da parte dell'Agenzia italiana del farmaco nell'accesso ai farmaci antineoplastici innovativi».

Fonte: DoctorNews33
1-02-2013

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