A teatro e al cinema…a piedi: Oscura immensità

Solo pochi giorni per vedere uno spettacolo di forte impatto emotivo, ben recitato e ben diretto, in scena all’Elfo Puccini sino al 20 gennaio. Affrettarsi. ()
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La morte, durante una rapina, della moglie e del figlio, spinge un uomo a crogiolarsi nel rancore e nella speranza di vendetta. In carcere, il colpevole dell’eccidio spera nella grazia per poter trascorrere in libertà gli ultimi anni di vita che gli restano (è ammalato di cancro).

Sulla scena, suddivisa con precisione quasi cinematografica, i due uomini si raccontano, odio e speranza si confrontano in monologhi tesi e laceranti. L’uomo che non sa e non può dimenticare cerca spasmodicamente e trova la sua vendetta, l’assassino, ottenuta una palliativa libertà, sembra cogliere sino in fondo l’orrore del suo gesto.

Tratto da un romanzo di Massimo Carlotto, lo spettacolo teatrale prende forma nel dialogo a distanza dei protagonisti, nella scarna scenografia, nelle livide luci e nelle proiezioni di immagini che assecondano magistralmente le angosce dei personaggi.
Spettacolo intenso, quasi un pugno allo stomaco, moralmente discutibile, drammaticamente coinvolgente. Ai limiti della commozione il testo recitato in  dialetto sulle ombre di un mare d’inverno.

In scena, Giulio Scarpati, segnato (ma non rassegnato) dalle omologazioni televisive, e Claudio Casadio (ve lo ricordate al cinema in “L’uomo che verrà”?) in stato di grazia; dirige con rigore Alessandro Gassmann.

Oscura immensità
di Massimo Carlotto
con Giulio Scarpati e Claudio Casadio
regia di Alessandro Gassmann

In scena all’Elfo Puccini sino al 20 gennaio


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