A teatro e al cinema…a piedi Aquiloni

Torna in scena all’Elfo Puccini un irresistibile Paolo Poli che, questa volta, tritura amabilmente, nella sua personale rielaborazione, Giovanni  Pascoli.

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aquiloni paolo poli
Sconclusionato e sublime verrebbe da dire di questo “Aquiloni”, pervaso dalla sottile e perfida follia di Paolo Poli, tra i più grandi del teatro italiano.
In scena con quattro boys, spesso en travesti, Poli e i suoi compagni d’avventura snocciolano a mitraglia le poesie di Giovanni Pascoli che si manifesta con i linguaggi del tempo che fu e che, incontrovertibilmente , non sarà più.
C’è tutta la mercanzia del decadentismo poetico: ragazzini morti e nonnine povere, orfani lacrimevoli e animalucci vari, uccellini soprattutto, di cui ricorre l’onomatopea, in cantilene toscaneggianti che rendono ancora più ironicamente musicale il risultato.
Ma a chiosare il testo e a segnare il tempo, si rincorrono balletti e danze, walzerini e lieder, persino canti e balli che si collocano tra Cuba e il Messico in tema di guantanamere, palome e cucarache. Non manca un omaggio al Pascoli anarco-socialista con “Addio Lugano bella” e altri canti sovversivi. Un autentico scoppiettante caffè concerto in cui Paolo Poli dà dimostrazione di tutta la sua caustica vena interpretativa. Emblematica la proposizione di “L’aquilone” che ha commosso milioni di scolari e di mamme, quasi irridente l’omaggio a Valentino, quello vestito di nuovo, con i piedini nudi però.
Rara la proposta di “Italy” in cui riecheggiano i problemi dell’emigrazione (l’Italia raminga), con sorprendenti incursioni linguistiche in italo-americano.
Lo spettacolo, a tratti malizioso, mai licenzioso, ci restituisce un Pascoli diverso, che a scuola nessuno di noi ha mai conosciuto.
Coloratissime le scene di Lele Luzzati che richiamano i pittori macchiaioli del nostro Ottocento toscano. E del resto Pascoli, romagnolo di nascita, scelse proprio la Lucchesia come buen retiro.
Dopo i meritatissimi  applausi non convenzionali, il fuori scena, più breve del solito, è dedicato addirittura a una pagina de “ I Promessi Sposi”. Paolo Poli è come sempre spiazzante nella sua
vitalità sbarazzina, affabulatore facondo a confronto con un autore che di storie ne ha raccontate tante dando spesso voce, tra i primi, agli ultimi. Venghino signori venghino, lo spettacolo vale.

“Aquiloni”  di e con Paolo Poli è in scena all’Elfo Puccini sino al 13 gennaio 2013

(Massimo Cecconi)


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