Kustermann, dottoressa in prima linea

Tra i tre candidati alle primarie regionali del centrosinistra appare come la più determinata, dopo 40 anni in un servizio ospedaliero impegnativo, com'è un grande pronto soccorso. La sua candidatura, Alessandra Kustermann, se l'è costruita da sè, nonostante molti, anche se, dentro il partito di cui è iscritta (il Pd) avessero cercato di dissuaderla. Ma lei si sente portatrice, e in grado, di attuare in Regione una trasformazione decisa, anche se dolce. Un riequilibrio tra sanità pubblica e privata, politiche per le donne, i bambini e gli anziani. L'expo come occasione di ripresa e l'impulso sulle nuove imprese. Solo alcuni spunti di programma su undici punti illustrato oggi. ()
alessandra kusterman
Una vita professionale come medico in prima linea, nel pronto soccorso della Clinica Mangiagalli. Promotrice e responsabile dal 1989 del centro diagnosi prenatale, per diagnosticare subito, e quindi poter intervenire, sui problemi del nascituro. E poi Direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia.
Ha realizzato negli ultimi vent'anni  il Centro contro la Violenza Sessuale e il Centro contro la Violenza Domestica, a cui si è aggiunto recentemente lo Sportello per Bambini e Adolescenti Maltrattati.


Per Alessandra Kustermann la sfida per la candidatura alla guida della Regione Lombardia è quindi un sfida personale. Non dettata dal partito a cui è iscritta, al Pd, ma dal desiderio forte di arrivare al governo del Pirellone con un progetto. Ovvero un forte riequilibrio tra privato e pubblico nel sistema sanitario regionale, oggi dopo i 15 anni formigoniani troppo sbilanciato e causa di sprechi e di distorsioni.
Si definisce una "tecnica", decisa ma anche capace di mediazioni, quando non incidano sui suoi punti fondamentali. Nel corso degli anni, nella sua attività professionale come manager sanitario, ha collaborato anche con colleghi di Comunione e Liberazione. Ma, per esempio sulla 194, restando fedele alla legge. Gravidanza felice innanzitutto. Ma, in assenza di questa, aborto assistito. E persino Formigoni ha dovuto ammettere, su sua spinta. che in caso di gravi malformazioni del feto, questa è l'unica strada percorribile.
Il programma di Kustermann, discusso oggi in un incontro alla casa della Cultura, ha quindi un centro corposo nelle politiche sanitarie, ma non si esaurisce qui.
Il documento presentato oggi, sviluppato insieme a un gruppo di economisti, verte su 11 temi.  Una seconda centralità, specifica, è per esempio sulle donne, con l'impegno di quote rosa del 50% nelle istanze politiche regionali. E l'estensione dei centri antiviolenza e la promozione dell'imprenditorialità femminile.
E poi l'Expo, visto come un'opportunità di ripresa per la Lombardia, la lotta alla corruzione tramite la partecipazione e l'attivazione di  qualificati comitati di vigilanza.
Il punto forte è però il ridisegno del sistema sanitario lombardo. Troppi istituti privati accreditati a status scientifico (mentre sono semplici cliniche o ospedali) che sottraggono risorse a chi da davvero ricerca. E poi ripristino dei consultori familiari, avvio di case mediche, e di centri di assistenza per gli anziani de-ospedalizzati.
Questi solo alcuni spunti da un documento programmatico piuttosto articolato.

Ma ascoltiamone molti passi dalla sua voce.

Ecco la sua introduzione alla Casa della Cultura:


Sulla legalità e la lotta alla corruzione:


Come la pensa sul caso S.Raffaele e sulla Città della Salute:


Perchè è ancora una sessantottina, indipendente dai vertici del Pd:


Sulla riduzione degli accreditamenti pubblici agli istituti sanitari privati:


Sul ripristino della sanità preventiva legata al territorio:


Sul pubblico e privato:
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