Blocco del traffico: facciamo due conti

E' trascorso il ponte di S.Ambrogio, i milanesi sono tornati alla loro operosità quotidiana e anche la città è tornata alla caotica frenesia che precede la sospirata quiete delle vacanze natalizie.

In questi giorni in cui le vie del centro si affollano di pedoni e (ahimé) anche di automobili di ogni tipo e cilindrata, è più importante che mai soffermarsi a riflettere sulla qualità dell'aria che respiriamo nel tour de force dello shopping pre-natalizio.

Con il ponte, ci siamo lasciati alle spalle i due giorni di blocco del traffico, su cui tante voci a favore e contro si sono levate. Tiriamo dunque le somme del provvedimento anche noi del comitato Z3, che a gran voce abbiamo richiesto al sindaco di prendere misure contro i tanti, troppi giorni di sforamento dei limiti del pm10 delle scorse settimane.

Il blocco del traffico è servito? Fino ad un certo punto. Complici le condizioni metereologiche sfavorevoli (poco vento, tanta umidità e niente pioggia), i valori medi di PM10 registrati a Milano nei due giorni di blocco sono stati uguali o addirittura superiori a quelli di alcuni comuni limitrofi che non hanno fermato il traffico. Eppure, come ricorda Enrico Fedrighini nella sua newsletter, anche un bambino riuscirebbe a capire che senza blocco i nostri polmoni avrebbero inalato ben di peggio, in quei giorni. Non dimentichiamo che, indicativamente, i gas di scarico dei veicoli contribuiscono per ben il 70% al PM10 presente nell’aria, a Milano, contro appena il 15% del riscaldamento delle abitazioni.

La misura è stata insufficiente? Fino ad un certo punto: qualche effetto sul PM10 lo si è visto solo dopo il secondo giorno di blocco, quando le centraline dell’ARPA hanno registrato in città valori in media del 18% più bassi rispetto al giorno precedente, dato in controtendenza con quelli degli altri comuni lombardi, che hanno invece rilevato un aumento medio del 14% rispetto al giorno precedente. Facendo due conti, non è azzardato affermare che il pedone milanese ha respirato nel secondo giorno di blocco ben il 30% di PM10 in meno rispetto alla sua controparte monzese o bresciana.

Che insegnamento possiamo trarre quindi da questi due giorni di blocco?

Che gli effetti benefici si percepiscono di più con il protrarsi dei provvedimenti (il singolo giorno di blocco del traffico “pesa” ben poco sulla qualità dell’aria, le targhe alterne ancora meno). 

Che senza un sit-in da parte delle associazioni ambientalistiche e civiche di fronte a Palazzo Marino, lo scorso 1° dicembre, forse la giunta non si sarebbe decisa ad agire. 

Che per uscire da questa situazione di endemica, costante, strutturale emergenza, occorrono provvedimenti strutturali. Per citare ancora Fredrighini: “Avviando un patto civico fra Amministrazione e comunità urbana, fuori dagli assurdi steccati (commercianti/popolo inquinato), fondato su un impegno chiaro di progressivo risanamento ambientale, da qui ai prossimi anni.”

Ciascuno tragga le sue considerazioni. Meglio camminare un po' di più in cerca dei regali, magari arrancando con pesanti borsoni al seguito o sedere comodi comodi in macchina (il più delle volte in coda) col bagagliaio colmo di pacchetti e i polmoni traboccanti di carbone, indesiderato dono di una befana che ogni anno sembra avere la calza sempre più colma?

Per quanto mi riguarda, vale la pena di rifletterci su per bene.