PQ - Progetto integrato di Quartiere
"In anni di permanenza nel quartiere, ho individuato, attraverso il confronto con genitori, nonni, bambini, quelli che sono i bisogni primari di diverse categorie di cittadini, e quindi posso azzardare, con cognizione di causa, alcune proposte da sviluppare nei sotterranei delle scuole". (Emanuele Breviglieri)14/12/2011
Il progetto prevede di organizzare dei cittadini intorno ad un nucleo "fisico" che sia espressione della presenza della comunità stessa, che aiuti le persone a scrutare in se stessi e negli altri, in modo da comprendere i propri e gli altrui bisogni.
E' comunque inutile raccontarsi delle belle favole: il punto da cui partire è avere a disposizione una "base", un centro di riferimento, un posto "reale", che esista e sia fruibile. E non cominciate a dirmi "ah, ma non ci sono soldi..." , "eh, ma i vincoli di bilancio", "uh, ma la crisi".... Il progetto è praticamente a costo zero.
Il trucco, la trovata, la magia, sta nei sotterranei delle scuole. I sotterranei delle scuole, ampi, inutilizzati, inesplorati, sono luoghi dove, con l'attuazione di migliorie non particolarmente impegnative, si possono ricavare locali adatti alla permanenza di persone, molti sono dotati anche di riscaldamento e uscite di sicurezza.
In particolare il progetto che mi sta a cuore è quello di gestire sperimentalmente i sotterranei della scuola Bonetti di via Tajani che, ad una attenta valutazione, offrono numerose possibilità di intervento.
Ma cosa ci andiamo a combinare in questi sotterranei? E perché proprio i sotterranei di una scuola dovrebbero diventare il motore del nostro PQ? In anni di permanenza nel quartiere, ho individuato, attraverso il confronto con genitori, nonni, bambini, e chi più ne ha più ne metta, quelli che sono i bisogni primari di diverse categorie di cittadini, e quindi posso azzardare, con cognizione di causa, le proposte che seguono. Nei sotterranei delle scuole( e in particolare della scuola Bonetti di via Tajani) devono trovare posto:
1. L'Officina Condivisa.
Molte persone si lamentano di non avere
un luogo dove poter esercitare i propri hobby o la mancanza di
strumenti e/o accessori che permettano un'attività artigianale
saltuaria o legata a riparazioni casalinghe: le cantine dei condomini
sono anguste e non permettono di allestire un laboratorio hobbystico,
inoltre un altro freno è spesso il costo delle attrezzature o
l'impegno di spazio che richiedono alcune attività. La proposta è
quella di dedicare una parte dello spazio dei sotterranei alla
creazione di una Officina Condivisa, ovvero di un luogo di lavoro
dove si possano recuperare tutte quelle attività artigianali che
costituiscono da un lato un'intima soddisfazione per chi le pratica e
dall'altro un'occasione di arricchimento e confronto con altri
artigiani hobbysti. Nell'Officina Condivisa trovano posto anche
attrezzi semi professionali, materiali di recupero e le competenze di
tutti coloro che la frequentano.
2. Lo Spazio teatrale.
Uno dei grossi handicap nel nostro
quartiere è la disponibilità di uno spazio teatrale per prove e
piccole rappresentazioni. Di teatri "classici" in zona ce
ne sono pochi e, quando si trovano, hanno costi insostenibili per le
piccole compagnie amatoriali o per le scuole. Lo spazio teatrale
consentirebbe invece di usufruire di una struttura idonea a prove e
piccole rappresentazioni con un numero limitato di spettatori. Da non
dimenticare poi che esseno una struttura al di sotto di una scuola
diventerebbe il luogo naturale di lavoro delle classi che
intraprendono un percorso artistico.
3.Punto di riferimento GAS.
Il fenomeno dei Gruppi di Acquisto
Solidale è in rapida espansione nel quartiere e nella zona. Uno dei
problemi che spesso si presenta è quello della disponibilità di un
luogo presidiato dove far consegnare la merce e dove ritirarla
durante la giornata. All'interno del progetto è previsto un luogo
destinato a questa funzione.
4. Spazi gestiti senza strutture
fisse.
Feste di compleanno, riunioni di
condominio, riunioni di comitati e corsi tenuti dalle associazioni
richiedono spazi. Spazi che potrebbero concretizzarsi all'interno
dei sotterranei e che permetterebbero a persone con interessi e
obiettivi diversi di incontrarsi(anche casualmente) e di tessere
nuove relazioni a livello di zona e di quartiere. Nei locali messi a
disposizione si privilegerebbero comunque quelle attività che
possano rappresentare un continuum con la didattica che viene svolta
nella scuola, quindi corsi pomeridiani che permettano di usufruire di
servizi accessori senza che gli alunni debbano uscire dalla
struttura. Gli spazi gestiti senza strutture fisse avrebbero un
canone d'uso agevolato e contribuirebbero al mantenimento della
struttura stessa.
5. Spazi gestiti con strutture fisse.
Si tratta essenzialmente di due idee:
quella della sala prove e quella della sala digitale. La prima
richiederebbe la progettazione e la realizzazione di una sala con
insonorizzazione e adeguata alimentazione elettrica, mentre nella
seconda la presenza di una linea di connessione wi-fi e fissa ad alta
velocità rappresenta la condizione minima. Entrambe le realtà
funzionerebbero con il principio della prenotazione e del contributo
minimo per la fruizione dei servizi.
Se questa esperienza di utilizzo dei sotterranei delle scuole si rivelasse vincente, è chiaro che potrà diventare un riferimento per associazioni o gruppi di persone che volessero metterla in pratica nelle scuole della propria zona o del proprio quartiere. Credo che un'amministrazione attenta alle relazioni tra i cittadini e al presidio del territorio possa trovare in questa idea la realizzazione degli obiettivi che si è prefissa.
- di Emanuele Breveglieri - Associazione WiB (W i Bambini) - .