"Il ciclista di sinistra" è a Lambrate
Leonetto Fausto di Ciolo (Mirna). Un nome, un mito (su 2 ruote). E’ molto speciale, il nostro ciclista di sinistra (che poi, oltre e più che ciclista è un riparatore di biciclette…); e così la sua bottega è frequentata da progressisti, curiosi, anime sensibili rispettose della natura e dell’ambiente, che non si scollano. Passano a salutarlo, si fermano a dialogare con clienti loro simili (e non), cercano e trovano chissà cosa in quei pochi metri quadri e sulla porzione di marciapiede antistante. “Viviamo in un mondo dove sono le ragioni pragmatiche ad avere la meglio sulle speranze”, dice lui, che ovviamente non accetta questa faccenda e resiste, resiste, resiste.
“Sento la bici come una risposta primordiale ad una politica stanca e poco coraggiosa, la sento come risposta a quel Dio soldo i cui adepti e seguaci stanno portando l'umanità così lontano dalla sua vera ragione di esistenza. Se avessi avuto più risorse finanziarie avrei costituito una fondazione dove con il lavoro e l'ingegno persone più sfortunate di me possano trovare quella pace sociale che spetta a tutti noi. Ma non è detto…”.
“Poi, l'oggetto della questione si chiama MiRNA, il nome di una scoperta scientifica patrimonio dell'umanità. Vuol dire micro RNA, queste sono proteine che modificano in bene e in male il DNA. La bicicletta è una proteina, ormai patrimonio di noi, tutti che potrebbe cambiare il modo di vivere di oggi.
Quindi mi sembrava opportuno, a questo punto, cercare di impegnarmi ulteriormente ed aprire ad un progetto più complesso che è quello di andare a riparare le biciclette in spazi pubblici, in spazi dove la gente va a piedi o in macchina, per comunicare che un'altra visione è possibile; che un altro mondo è già qui.”
Il percorso è lungo e ambizioso. Pedala Leonetto, pedala.
“Da grande farò il bambino”
Così ho letto, così penso anch’io
e respiro le parole
e le continuo e cambio senso,
quello vietato, quello in salita
e corro per superare tutti gli ostacoli
e adoro il fruscio della
mia bici
(…)
Antonio Porta (1935-1989), 1986