Fratello Rom ti abbraccio e poi ti sgombero

A proposito dei recenti e futuri sgomberi dei campi Rom nell’era post-De Corato

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ruspa su baracca

La polemica nasce dopo l’ultimo sgombero del 5 ottobre del campo irregolare in via Gaetano Airaghi. Il comunicato del Comune recita così: “Il campo di via Airaghi, al confine con il Comune di Settimo Milanese, era costituito da 52 baracche, dove vivevano 41 famiglie, per un totale di 133 persone, di cui 48 minori”.

Forse ci saranno state anche valide ragioni per effettuare questo sgombero, ma la metodologia sembra aver seguito lo “stile” dell'ex vicesindaco De Corato: non è stata seguita una procedura legale corretta, non è stata attuata nessuna misura per favorire il recupero dei beni e agli sgomberati è stato offerto di alloggiare in via provvisoria nei centri di accoglienza, gli uomini da una parte, le donne e i bimbi da un’altra. Un’offerta ovviamente declinata dagli abitanti del campo. Vogliamo ricordare brevemente che si tratta nell’assoluta maggioranza di famiglie poverissime, spesso con molti figli, che in uno sgombero perdono tutto ciò che hanno, non solo la casa: vestiti, coperte, materassi, scarpe, cucina, cartelle e libri di scuola, e poi anche rapporti sociali, relazioni di aiuto e assistenza, frequenza scolastica, ecc..

Fratello Rom ti abbraccio e poi ti sgombero? Ma il vento è davvero cambiato? Forse De Corato è stato rivalutato? Si tratta di incidenti “di percorso” dovuti ad un’“emergenza” non gestibile altrimenti?
Il procedere della Giunta sembra incerto e ambiguo e porta ad interrogarsi su quale sia la strategia con cui si vuole affrontare il problema della convivenza con i Rom a Milano.

Di positivo abbiamo visto da parte del Comune la spinta alla creazione della “Consulta Rom e Sinti” che riunisce rappresentanti delle Associazioni e delle Comunità Rom e Sinti anche non strettamente istituzionali, e gli incontri che si erano avviati con Sindaco e Assessori. (Ma nel caso dello sgombero di via Airaghi è la stessa Consulta a protestare duramente).

Il 4 ottobre, in Prefettura, si è svolto un vertice fra il Prefetto Lombardi e il Ministro Maroni che ha ribadito che il famigerato “Piano Maroni per l’Emergenza Rom” verrà portato a termine: “Entro il 31 Dicembre si procederà, come già prestabilito, con lo smantellamento dei campi regolari di via Idro, Bonfadini, Negrotto e Novara” (e c’è infatti chi sostiene che gli sgomberi li decida il Prefetto, ma davvero il Sindaco non ha voce in capitolo?). Sappiamo che i milioni di euro dati dall’Europa a Milano per “l’Emergenza Rom” non sono stati tutti spesi e che, anzi, si era detto di bloccarli e di indirizzarli verso altre politiche. Dunque quanti ne restano? E come si intende spenderli?

Sappiamo anche per certo che le famiglie rom del campo (in gran maggioranza rumene) ricostruiranno un precario alloggio di sopravvivenza in un'altra zona e non ritorneranno di sicuro alla casa e al paese da cui, diciamolo perché non è mai abbastanza chiaro, non sono partite in quanto “nomadi”, ma perché semplicemente vi morivano di fame.
Se i campi abusivi di certo non sono la soluzione, la convivenza con i Rom non si risolve con gli sgomberi. Questo la nuova Giunta dovrebbe saperlo. Gli sgomberi possono in qualche caso essere necessari, ma generano sofferenza, emarginazione ed impediscono qualsiasi politica di convivenza civile, di avvicinamento e di aiuto, di scolarizzazione dei minori, di intervento sanitario e umano. Proprio nella nostra Zona3, sono attivi diversi progetti su base totalmente volontaria, che proseguono sperimentando possibili strade per l’inserimento abitativo/lavorativo, la scolarizzazione e la convivenza.
Link:http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2011/10/05/594874-sgomberato_campo.shtml
http://www.libero-news.it/news/838500/Milano-Consulta-Rom-e-Sinti-per-noi-la-paura-non-e--finita.html
http://www.milanox.eu/rom-che-si-autosgomberano/
http://www.mammamiapisapia.it/2011/sgomberano-i-rom-da-via-airaghi-ma-ci-sono-due-versioni/


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