Milano un bene comune? Certo, nasce la "Casa delle donne" e non solo...

A distanza di un anno dall'ultimo incontro, le donne dei "tavoli" che hanno lavorato sui temi degli spazi, della salute e del lavoro, si sono rincontrate a Palazzo Marino. Molte le difficoltà ma anche i progetti in parte già presentati alla giunta e alcuni accolti. Ma il "fiocco rosa" aspetta al sofferto e sospirato progetto della "Casa delle donne", che vedrà la sua realizzazione a breve per la prima volta a Milano: un luogo pubblico per le donne gestito da donne, uno spazio inclusivo e simbolico per tutte le cittadine di Milano.
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Terzo incontro, il 23 ottobre a Palazzo Marino, in  Sala Alessi, luogo simbolo dell’istituzione Comune, gremita da centinaia di donne accalcate anche in piedi e fuori. E un dibattito fitto di riflessioni, esperienze, proposte: è il frutto di un anno di lavoro dei gruppi nati a Milano per iniziativa di Anita Sonego, presidente della Commissione Pari Opportunità: i cosiddetti “Tavoli” che dal settembre 2011 si occupano con impegno ed entusiasmo degli spazi per le donne, della salute, dei consultori, del lavoro, della violenza.

Assemblea plenaria ma, purtroppo, a differenza delle precedenti, "l'istituzione" era scarsamente rappresentata; la sensazione è stata di una difficoltà di interlocuzione, di uno scarto ancora grande tra l’istituzione e i tentativi di mettere in campo forme di democrazia partecipata.
Anita Sonego, e molti altri interventi, hanno sottolineato la novità, quasi l’anomalia, di questo fenomeno: movimenti spontanei che si ritrovano però dentro il “palazzo”, donne che partono da sé ma producono progetti concretamente realizzabili, e ancora gruppi che, pur non avendo legittimazione formale, hanno cercato il confronto con assessori, dirigenti dell’Amministrazione Comunale, amministratrici dei Comuni dell’hinterland milanese, staff dei consultori pubblici e privati, sulla base di esigenze concrete delle donne e della cittadinanza.

Il "posto d'onore" è andato al progetto della Casa della Donne di Milano, su cui il Tavolo Spazi ha creato un’associazione (aderiscono singole donne, non organizzazioni) e uno Statuto: la Casa vuole essere uno spazio aperto a tutte le esperienze e alle associazioni di donne, un “passo ineludibile” per la Giunta Pisapia, composta per metà da donne, e per la stessa città di Milano. Una questione, come ha detto Nicoletta Gandus, presidente della neonata associazione, che va ben oltre l’assegnazione di spazi abbandonati in città.
La casa fisicamente ancora non c’è, anche se c’è l’impegno dell’assessore Lucia Castellano, confermato davanti all’assemblea dal presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo. La nigeriana Stella e la giovane precaria Camilla hanno raccontato come immaginano uno spazio a disposizione di tutte le cittadine milanesi.

Il tema della salute è stato affrontato da diversi punti di vista. Le rappresentanti del Tavolo Consultori hanno denunciato la difficoltà e la mancanza di supporto da parte del Comune, di ottenere dalla Asl e dalla Regione i dati relativi al funzionamento e al finanziamento dei consultori pubblici e privati accreditati, base necessaria per una loro riqualificazione e un loro rilancio. E hanno descritto il disegno che si manifesta progressivamente, anche nelle delibere degli ultimi mesi, della Giunta Formigoni: trasferire risorse dal pubblico al privato confessionale, spostare l’attenzione dalla donna alla famiglia, far diventare i consultori sempre più simili da un lato a centri per la gestione di servizi assistenziali, dall’altro a poliambulatori cui arrivare con la ricetta medica, limitando quel libero accesso, quell’apertura al territorio che era uno dei punti di forza principali. Un’inchiesta e una denuncia che dovrebbero entrare a pieno titolo nella discussione di un progetto alternativo a una Giunta regionale ormai avviata al capolinea.

Di salute e di vivibilità delle nostre città, partendo da Taranto ma guardando a Milano, ha parlato il tavolo definitosi simbolicamente “Le giardiniere”; il gruppo ha ottenuto una via della città intitolata a Laura Conti, la scienziata che con tanta chiarezza aveva visto il legame tra la salute e le politiche relative all’ambiente. Partendo dalla necessità di una gestione equa e sostenibile dei beni comuni - aria, terra, acqua, cibo - le donne del gruppo hanno incontrato negli ultimi mesi le rappresentanti dei Comuni che nell’area milanese hanno difeso il territorio dalla cementificazione e dall’illegalità e disegnato una mappa di “buone pratiche” per aiutare il Comune di Milano a diventare sempre più “virtuoso”. Cominciando con una domanda concreta: da dove arriverà tutto il cibo dell’Expo?

Il Tavolo Lavoro ha rivendicato i molti progetti sottoposti all’amministrazione e anche accolti: dalla “paternità obbligatoria” alla nascita dei figli ai servizi per l’infanzia, dai nuovi modi di gestire l’accesso alle babysitter al coworking per la gestione collettiva di spazi lavorativi. Ma soprattutto ha rilanciato il progetto di rendere visibile il lavoro delle donne milanesi in tutte le sue forme e con l’impegno di organizzare prossimamente una conferenza sull’argomento. Altro tema proposto e con la disponibilità dell’assessora Tajani, è quello del “bilancio di genere”, un documento che analizza gli effetti su donne e uomini delle decisioni amministrative.

Infine si è parlato della violenza contro le donne. Un tema su cui è stato creato un “tavolo” interistituzionale, ma che le donne vogliono affrontare anche in modo autonomo, partendo dalla consapevolezza di sé, dalla rimessa in discussione dei rapporti di coppia e tra i sessi.
La proposta che il Comune sia parte civile nei processi per violenza sessuale, già presentata da un’avvocata nella precedente assemblea, è stata allargata ad altri reati, come la tratta di persone e l’omofobia.

Incontro quindi proficuo? Certo.
L'impegno dei “Tavoli" è di continuare a muoversi e a lavorare per Milano affinché diventi realmente e concretamente un bene comune.

Grazia Longoni
(tavolo Consultori)


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