A teatro e al cinema…a piedi La discesa di Orfeo

Al Teatro Elfo Puccini è in scena sino al 4 novembre “La discesa di Orfeo” di Tennessee Williams, per la regia di Elio De Capitani. Rivisitazione potente di un dramma ormai classico.


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Il Teatro Elfo Puccini e il regista Elio De Capitani si misurano nuovamente con un autore apparentemente lontano dai nostri giorni che incarna invece un teatro di tipo universale attraverso le sue storie piene di passione e di crudeltà.

Ambientata nel profondo sud degli Stati Uniti negli anni ’50 del secolo scorso, la vicenda esplora le miserie e i tentativi di resurrezione di piccoli personaggi della provincia americana, assetati di rivincita e di riscatto, in un scenario impregnato di violenza, razzismo, rancore che l’autore, uomo del profondo sud, conosce molto bene.

Nel microcosmo di uno store in cui si vende di tutto, si consuma l’amore impossibile tra una matura donna, già segnata nella vita dalla drammatica morte del padre, e un giovane uomo in fuga dal mondo e da se stesso. Il dramma sfocia ben presto in tragedia nell’ineluttabilità del proprio destino. Dall’inferno non c’è scampo.

Elio De Capitani svolge il compito di regia con la consueta intelligenza affidandosi, teatro nel teatro, alla coralità dei suoi interpreti che per oltre due ore si appropriano di una scenografia essenziale, accompagnati nel loro viaggio da una musicista che contamina sapientemente rock e blues.

Accanto ad alcuni attori storici dell’Elfo, si misurano felicemente con la parte assegnata giovani interpreti che hanno già acquisito sicurezza e carisma.

Scrive De Capitani nelle sue note di regia: ”Nella Discesa di Orfeoci vuol lucidità- spero di averla avuta- per scavare, senza pudore, dentro e contro un materiale di una bellezza tanto scura”.

I cinefili ricorderanno “Pelle di serpente” di Sidney Lumet del 1959, tratto dal dramma di Tennessee Williams. Là gli interpreti principali erano Anna Magnani e Marlon Brando, soprannominato “pelle di serpente” per via della sua particolare giacca. Del resto, il cinema ha attinto a piene mani dalle opere di Williams che tra i drammaturghi americani è tra i più rappresentati in assoluto.

“Orpheus Descending” è del 1957, è curioso annotare che la burocrazia del nostro mondo dello spettacolo (leggasi SIAE) vuole che il dramma si intitoli “La calata di Orfeo”, perché qualcuno lo aveva così registrato anni fa.

E ancora una volta Orfeo si “cala” all’inferno ma non riesce a far risorgere la sua Euridice.

Applausi alla prima.


(Massimo Cecconi)


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