Pubblicità etica: immagini e parole sulla violenza contro le donne. Infibulazione

Quando una semplice definizione e un'immagine scevra da facili giochi d'effetto definiscono il concetto di violenza. È il caso di “Le donne, sempre le donne”, campagna di sensibilizzazione sociale contro la violenza domestica sulle donne promossa dall’Associazione TP - Pubblicitari Professionisti e ideata da Martina Carantani, studentessa della Laba, Accademia di Belle Arti di Brescia, con la Direzione Creativa di Renato Sarli e fotografie di Mario La Fortezza. Questa settimana, si parla di infibulazione.
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campagna infibulazione web

INFIBULAZIONE Sono almeno 40 i Paesi in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni sessuali sulle bambine: ogni anno due milioni di piccole vittime vanno ad aggiungersi ai 130 milioni di donne che vivono col marchio di questa ferita. Secondo una stima del Ministero della Salute nella città di Milano questa forma di violenza segna la vita di oltre 90mila donne, tra quelle già “marchiate” oppure a rischio.
Nel bilancio dell’infibulazione già subita o potenziale, non entrano soltanto le donne adulte (si contano 26mila over 40) e maggiorenni (più di 60mila tra i 19 e i 40 anni), ma anche 400 bambine e 3.500 ragazze dai 14 ai 18 anni. Milano è una delle città lombarde con la più alta concentrazione di donne infibulate.

Infibulazione, lapidazione, violenza sessuale e psicologica: mascherate di frequente dietro codici sociali complessi e culture secolari, queste voci rientrano nel concetto di violenza domestica. E per la prima volta in Italia, una campagna sociale spiega attraverso una definizione, con chiarezza disarmante, in cosa consista la violenza.
Senza ricorrere ai classici codici linguistici della comunicazione pubblicitaria, “Le donne, sempre le donne” non cerca immagini d’effetto, testi drammatici, ma trova la sua forza nella semplice definizione della violenza.

Questo progetto non vuole denunciare un’usanza culturale, ma informare la società dell’esistenza di un problema drammatico e - in forma diversa - trasversale.
La casa dovrebbe essere un luogo sicuro per la donna, come la propria società e la propria cultura; in moltissimi casi purtroppo questo non accade e si trasforma in una gabbia di abitudini e pregiudizi culturali.

Le maggiori violenze domestiche "protette" dalle influenze culturali sono la lapidazione, l’infibulazione e la violenza sessuale e psicologica. La violenza domestica contro le donne è un aspetto fortemente sottostimato per vari e complessi motivi d’ordine psicologico e culturale. La famiglia, dopo tutto, è ancora un aspetto portante della vita individuale, ma è anche un’istituzione sociale. E la vergogna, nonché la sudditanza, la prostrazione psicologica e la paura che impregnano la vita di chi subisce la violenza, rendono particolarmente difficile l’emersione di questi fenomeni. Questi aspetti fanno sì che, sia chi vive la violenza sia chi ne viene a conoscenza, spesso arrivi a negare, giustificare o minimizzare la gravità di quanto sta accadendo.



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Re: Pubblicità etica: immagini e parole sulla violenza contro le donne. Infibulazione
06/09/2013 M.C
Vorrei segnalare che sul web, nei forum dedicati all'Islam, anche gestiti da italiani convertiti, spesso serpeggia la "glorificazione" di questa pratica mostruosa, che viene fatta passare come cosa positiva e dignitosa per la donna (ovvero bambine).
Io sono capitata per caso su uno di questi siti, ho letto i commenti, e ne sono rimasta disgustata. Mi domando se quelle "persone" abbiano davvero delle figlie, e se non è il caso, dato "l'andazzo" di trovare quelle identità internettiane, e portare via le loro bambine, onde evitare che quegli animali "infibulino veramente", per di più in Italia, bambine indifese.

Mi domando perchè questi siti non vengono chiusi, e non si toglie le figlie a queste "persone", o per lo meno, non si tenga d'occhio questi focolai di misoginia e di incitamento alla violenza, che stanno proliferando sul web. L'Italia è fondata sulla parità. Perchè dobbiamo sopportare che vengano praticati forme di culto che sono apertamente misogine e barbariche? Eppure abbiamo una legge che dice che i culti "contrari ai precetti della costituzione" sono proibiti. Non ci si può accanire contro "culti satanici", per poi lasciare passare "culti" che sono apertamente fallocratici e misogini, e che calpestano la donna nel nome di un "dio"! Scusate la sfogo, ma vorrei veramente che si sapesse che nel mondo infinito del web, stanno spuntando siti e pubblicazioni di stampo teocratico religioso che è meglio "super visionare".


 
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