A teatro e al cinema…a piedi: L’intervallo

Un piccolo film di piccole storie per raccontare, con straordinaria credibilità, temi universali. Un raro esempio di cinema intelligente senza strilli e senza lustrini. Da vedere.
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intervallo web
Napoli, con tutta la sua esasperata violenza, c’è ma non si vede. Viene tracciata appena appena una periferia sgarrupata nella quale si colloca un’enorme struttura fatiscente forse antico ospedale, forse collegio.

In questo luogo metafisico, abitato da topi (zoccole) e altri animali, un giovane sorveglia, suo malgrado, una ragazza ancora più giovane, a tratti smaliziata, a tratti ingenua, ambiguamente attraente. Colpa della ragazza è uno sgarro, una sfida aperta, a un piccolo boss della camorra che si materializza con sembianze di studente universitario con occhialini, accompagnato da sgherri dai tratti lombrosiani.
La scena si manifesta in magici sotterranei allagati, giardini incolti, terrazze, scale, corridoi avvolti in un chiaroscuro palpabile.

La giornata viene consumata dai due ragazzi, dapprima reciprocamente diffidenti, in piccole schermaglie e in piccole avventure condivise in un microcosmo ostile ma circostanziato. I due vanno alla scoperta del luogo, la ragazza tenta un’improbabile fuga, si riconciliano, simpatizzano, condividono una complicità generazionale.
All’arrivo del boss la giornata è ormai consumata, è sera. La ragazza si difende con incosciente coraggio ma poi si sottomette, quasi con compiacimento però, di fronte alle subdole minacce di violenza. Tutto rientra nella norma del quotidiano sopruso. Fine della storia.

Una bella storia ben raccontata da un regista alla sua prima esperienza nella fiction, con una straordinaria fotografia di quel mago della luce che risponde al nome di Luca Bigazzi.
Una storia emblematica di quotidiane angherie, recitata da due straordinari giovani attori (per la prima volta sullo schermo) in un napoletano stretto con sottotitoli.

Un piccolo film (dicono), molto coraggioso nel raccontare senza compiacimento alcuno una vicenda molto normale nella sua abnormità. Un passo in avanti nella conoscenza delle dinamiche della gioventù in un contesto difficile e ostile, nella disperata ricerca di un futuro che non c’è.
Uno dei migliori film passati all’ultimo Festival di Venezia.
Assolutamente da vedere.

Il regista Leonardo Di Costanzo con Alessio Gallo sul set del film

L’intervallo
regia di Leonardo Di Costanzo
Italia, Svizzera, Germania 2012

In programmazione al Cinema Palestrina (benemerito)

Massimo Cecconi

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