I soli gas amici del nostro futuro

I gas, i gruppi di acquisto solidali, associano oltre 400 famiglie in Zona 3. Un sistema di comunità dal basso, di consumi biologici autogestiti, cresciuto rapidamente nel corso degli ultimi anni. Capire meglio questo movimento riserva numerose sorprese. E molte opportunità per la crescita umana e culturale della nostra zona. ()
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La madre di Vittoria coltivava l’orto, in una Milano di tanti anni fa. “Sapori perduti, di semplici verdure, di cui in tanti abbiamo nostalgia – ricorda – ma che ci sembravano impossibili da ritrovare”. Altre, giovani mamme, vivevano con preoccupazione le allergie, alimentari e ambientali dei loro bambini, che ormai si diffondono a Milano. Altri volevano uscire dall’isolamento, per iniziare una ricerca culturale, e in comunità, sul cibo, sull’agricoltura, l’ambiente, la solidarietà.

Tutto questo (e altro ancora) sono i Gas, i gruppi di acquisto solidale che associano, su base spontanea, circa 400 famiglie (e single) in Zona 3 e 6mila nell’intera città. “Un movimento che fa poco parlare di sé ma che è cresciuto con forza – dice Ileana Faidutti di Gas Città Studi (ed ex coordinatrice della rete dei gas Milanesi) – dalle poche decine di tre anni fa ai circa cento di oggi”.

Ma cos’è un gruppo di acquisto solidale? All’osso è un gruppo di cittadini che mette in comune le proprie capacità di acquisto quotidiane. Il gruppo compra assieme le merci e se le redistribuisce. Detto così, freddamente, sembra un po’ poco. E infatti c’è molto di più. Innanzitutto nel concetto intrinseco di solidarietà. Il Gas infatti compra prodotti direttamente da piccoli produttori agricoli e alimentari di cui i membri del gas hanno conoscenza diretta. Il gruppo quindi verifica periodicamente non solo la qualità ecologica dei prodotti e il rispetto delle norme sul lavoro da parte delle imprese ma, anche, spesso costruisce con i propri fornitori rapporti umani, di aiuto reciproco, di coinvolgimento culturale. E infine il Gas, in molti casi, diviene una comunità che produce cultura sul territorio, organizza incontri (sull’alimentazione, la salute, l’ambiente, l’energia, i beni pubblici) e iniziative, fino a parsi protagonista, come è stato per il Gas Lola, della raccolta di firme per la difesa dell’acqua pubblica.

Nella Zona 3 il tessuto dei Gas è vitale. Il sito di Intergas (la rete dei Gas Milanesi ,www.gasmilano.org ) ne elenca otto, ma altri (che preferiscono non pubblicizzarsi) sono attivi. Qui i loro riferimenti.

Le quattro interviste che presentiamo (il modo migliore e più diretto di capire questa realtà dalle parole dei protagonisti) rappresentano uno spaccato significativo, ma certo non esaustivo, di questo movimento al consumo critico.

Vittoria Cova, di Gas Dem,  racconta l’esperienza recente di un gas ancora in crescita. Ileana Faidutti, di Gas Città Studi, traccia il quadro del consumo critico dal basso a Milano e in Zona3.  Maurizio Lauro spiega l’esperienza, almeno fin qui, di un Gas relativamente giovane ma molto attivo in zona sul piano culturale. E infine Mario Vitiello di Gas Lambrate, uno dei primi con ben 12 anni di esperienza, riassume la traiettoria di una comunità autogestita che non ha mai smesso di esercitare un ruolo di propulsore anche di altri gas e di punto di riferimento non solo del consumo critico. Ma anche di una ricerca alternativa sul vivere sociale di oggi.

Beppe Caravita


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Re: I soli gas amici del nostro futuro
28/11/2011


 
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