Logistica e Logica

Con il titolo "Meno furgoni nell'Area C. Via alla riforma del traffico merci" il Corriere della Sera del 28 annunciava un accordo siglato tra l'Assessore D'Alfonso e le categorie del settore.
Enrico Fedrighini, con la sua solita arguzia, commenta l'articolo denunciando, al di là dei buoni propositi, quanto di anomalo ci sia in tale annuncio.

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dalfonso
Apprendiamo dal Corriere del 28 agosto scorso l’ultima iniziativa dell’Amministrazione comunale riguardante lo stoccaggio e la movimentazione delle merci in città, materia cruciale per la mobilità e la qualità dell’ambiente urbano. Si tratta del progetto di realizzare una piattaforma logistica nell’area dell’Ortomercato. Non un semplice deposito: si parla di “piattaforma unica” delle merci a Milano, nella quale avverrebbero le operazioni di rottura e riordino dei carichi da consegnare poi al dettaglio, nei singoli negozi, mediante furgoni.

 


E’ un fatto estremamente positivo che finalmente si affronti il problema della mobilità delle merci, da anni argomento tabù a Milano. Resta però da capire chi decide cosa, in base a quale strategia e con quali obiettivi finali.Mi spiego.
1) La proposta è dell’assessore al Commercio, d’Alfonso. Non dell’assessorato alla Mobilità, magari in concerto con l’Urbanistica (e con il Commercio, ovviamente). Non è nemmeno una proposta nata da uno studio dell’AMAT, l’Agenzia Mobilità e Territorio che da tempo sta lavorando proprio sull’individuazione di piazzole di sosta diffuse per meglio organizzare il traffico commerciale: anche loro non ne sapevano nulla, hanno appreso la notizia dai giornali. Seguendo questa logica, a regolamentare domani il trasporto studenti dovrebbe essere l’assessorato all’Educazione, mentre per risolvere il traffico attorno allo stadio Meazza dovrebbe essere chiamato l’assessorato allo Sport. Forse è il caso di regolamentare il traffico all’interno dell’Amministrazione, individuando a chi competono le scelte strategiche in materia di mobilità urbana (pubblica, privata, di servizio e commerciale). Una regia unica, con tante anime che naturalmente si parlano, per evitare confusione.
2) Sempre dall’articolo, apprendiamo che per gestire la nuova “piattaforma unica” della logistica milanese verrebbe creato un nuovo Consorzio pubblico-privato, con prevalente presenza delle associazioni di categoria. Ragionevole e utile il coinvolgimento dei commercianti: ma non è chiaro chi deciderebbe le priorità, le strategie, gli obiettivi di interesse generale. Faccio un esempio: in molte città europee il traffico merci è stato rigidamente regolamentato entro precise finestre orarie, decise dalle amministrazioni pubbliche nell’interesse pubblico. Questa scelta non è stata delegata a un Consorzio formato da associazioni di categoria. Forse ci siamo assuefatti all'assenza, in Italia, di conflitto di interesse.
3) Le due precedenti considerazioni assumono particolare rilievo attraverso un terzo elemento. Apprendiamo che per questo progetto l’assessorato al Commercio prevede un investimento, da parte del Comune, di 3-4 milioni di euro: risorse che, afferma l’assessore D’Alfonso, “saranno recuperate dalla quota di introiti di Area C prodotta dal traffico di servizio”. Quindi una quota rilevante dei proventi della congestion charge sarebbe destinata, anziché al potenziamento della mobilità pubblica e ciclabile, alla realizzazione della nuova logistica affidata alle associazioni di categoria.
Ecco quanto prevedeva il quesito referendario n. 1, votato ed approvato dai milanesi nel giugno 2011, per quanto concerne gli interventi nel settore del traffico merci da finanziare con i proventi della congestion charge-Area C: “il ripristino del divieto di circolazione e carico e scarico merci nella Cerchia dei Bastioni nelle fasce orarie di picco del traffico mattutine e pomeridiane e la promozione di un sistema di trasporto condiviso con veicoli elettrici”.


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