La posta in gioco: da Area C ad Area M

Enrico Fedrighini, Verdi Milano e  Portavoce Comitato promotore MilanoSiMuove, interviene di nuovo sul piano di Mobilità per Milano.

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Dunque, ricapitolando. L’Amministrazione comunale ha deciso di fare nelle prossime settimane quanto ripetutamente suggeritole nei dodici mesi precedenti: portare l’aggiornamento del Piano Urbano del Traffico in Consiglio comunale e le Linee Guida del nuovo Piano della Mobilità Sostenibile in Giunta.

Situazione paradossale: da un evento pessimo (l’ordinanza del Consiglio di Stato, ancora da valutare per le conseguenze sotto il profilo amministrativo, economico e polmonare), nasce la positiva spinta a fare ciò di cui Milano ha più che mai bisogno: definire una strategia e una programmazione complessiva della mobilità sostenibile urbana. Ben oltre Area C. 

Una cosa è certa: bisogna salvare la congestion charge.
Ma ce la faremo, al di fuori delle aule dei tribunali, a una sola condizione: guardare oltre i suoi confini, evitando di trasformare Area C in una sorta di feticcio.

Il pedaggio urbano funziona. Lo aveva dimostrato Ecopass (ma il bimbo venne ucciso in culla dall’Amministrazione Moratti), lo sta dimostrando Area C. Il traffico in centro si riduce, e con esso si riducono emissioni inquinanti, incidenti, tempi di percorrenza dei mezzi ATM e rischi per ciclisti e pedoni. 

Tutto questo interessa una piccola porzione della città, è vero: quella dove il trasporto pubblico è più capillare ed efficiente. Nelle zone semiperiferiche e periferiche, la situazione dopo l’introduzione di Area C non è cambiata in meglio, né per il trasporto pubblico né per la qualità dell’aria.

Proprio per questo, Area C ha senso ed efficacia solo se diventa motore del progressivo cambiamento della mobilità cittadina, oltre i ristretti confini dei Bastioni. Da Area C ad “Area M” come Milano: il primo dei cinque referendum parla chiaro. Come arrivarci?

Saranno i Piani della Mobilità e del Traffico a dovere fornire, finalmente, una risposta chiara alla cittadinanza. Trasformando tante idee e iniziative in una visione organica e coerente, programmando obiettivi precisi e misurabili, con adeguate risorse finalizzate puntualmente indicate.

Come verrà estesa la futura area soggetta a pedaggio? In che tempi? Con quali procedure? Quali e quante risorse economiche verranno stanziate per l’indispensabile potenziamento del servizio ATM e della ciclabilità in un’area urbana molto più vasta dell’attuale ristretta Area C?

Come verrà regolamentato il traffico dei veicoli commerciali, cioè dei mezzi maggiormente inquinanti e ingombranti? Verranno finalmente previste delle finestre orarie, come in molte altre città europee?

Queste sono solo alcune delle domande alle quali i futuri piani di mobilità e traffico dovranno dare risposte certe.
Un nuovo Piano non può servire solo a superare le osservazioni formali del Consiglio di Stato: serve principalmente a ridisegnare la città che vogliamo.

Nuove abitudini e nuova cultura della mobilità e dell'ambiente urbano: tutto questo nasce, si consolida e produce consenso tra i cittadini se tante piccole azioni locali iniziano a comporre un disegno generale di cambiamento, non casuale, chiaro e visibile a tutti, dal centro alla periferia estrema; con obiettivi precisi e misurabili; con risorse pubbliche dedicate.

Non servono opposte tifoserie urlanti. Serve un piano, semplicemente.


Enrico Fedrighini
Portavoce Comitato Promotore MilanoSiMuove

Ripreso da zatopek4recordolimpici.blogspot.it

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Re: La posta in gioco: da Area C ad Area M
19/08/2012


Re: La posta in gioco: da Area C ad Area M
02/08/2012 Giancarlo
Il lavoro e' tanto, ma l' amministrazione Pisapia c'e la
Fara' il cuore oltre l' ostacolo


Re: La posta in gioco: da Area C ad Area M
02/08/2012 Giancarlo
Il lavoro e' tanto, ma l' amministrazione Pisapia c'e la
Fara' il cuore oltre l' ostacolo


Re: La posta in gioco: da Area C ad Area M
02/08/2012 Giancarlo
Il lavoro e' tanto, ma sono convinto che l' amministrazione Pisapia c'e la fara'
Il cuore oltre l' ostacolo


 
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