Intervista a Filippo Del Corno

La conclusione di un’importante stagione musicale è occasione per incontrare Filippo Del Corno, direttore artistico, con Carlo Boccadoro, di “Sentieri Selvaggi”, un gruppo impegnato nell’esecuzione e nella diffusione di nuova musica.
Filippo Del Corno si è diplomato in composizione presso il Conservatorio di Milano e insegna presso numerosi Conservatori italiani. I suoi lavori sono stati eseguiti da importanti musicisti in tutto in mondo. Dal 2011 è presidente della Fondazione Milano. “Sentieri Selvaggi” ha residenza presso il Teatro Elfo Puccini.
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Chi sono "Sentieri Selvaggi"?
Sentieri selvaggi nasce a Milano nel 1997:  insieme al compositore e direttore Carlo Boccadoro e al giornalista Angelo Miotto abbiamo riunito in un gruppo alcuni tra i migliori musicisti italiani con l'idea di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico.

Fin dal primo concerto abbiamo deciso di dare voci a tutti i compositori che amiamo, indipendentemente da linguaggi o orientamenti estetici. Abbiamo scelto di abbandonare la ritualità antica dei concerti di musica classica, e di essere molto informali nel modo di presentarci. Niente frac o programmi di sala: ci alterniamo a parlare brevemente dei brani che suoniamo, per dare una mappa di orientamento ai nostri ascoltatori. E alla fine presentiamo sempre ad uno ad uno i musicisti, non solo eccellenti strumentisti, ma persone animate da grande entusiasmo per la nuova musica. 

Per far conoscere la musica contemporanea usciamo spesso dalle tradizionali sale da concerto: e anche se abbiamo suonato al Teatro alla Scala di Milano o al teatro Olimpico di Roma cerchiamo il più possibile di abitare con i nostri concerti spazi alternativi dove possiamo incontrare pubblici diversi: gallerie d'arte, università, piazze, chiese, centri culturali. Dal 2010 siamo ensemble in residence al teatro Elfo Puccini, dove organizziamo una stagione di musica contemporanea, il cui programma è ogni anno legato a un tema specifico, che attraversa il cartellone di concerti, masterclass, incontri. Vogliamo così mettere in dialogo la musica di oggi sia con le esperienze concrete della quotidianità che con altri campi del sapere, come possono essere la matematica, la letteratura, la politica. 

A cosa si deve il vostro nome?
Sentieri selvaggi era il titolo di una trasmissione che tenevamo a Radio Popolare a metà degli anni '90: musica contemporanea suonata dal vivo negli studi della Radio per il pubblico della domenica mattina. Spesso iniziavamo la trasmissione con la frase "Sentieri selvaggi attraversano la foresta della creatività musicale del nostro tempo...". Ci sembrava una bella immagine, l'idea di fare un cammino insieme agli ascoltatori alla ricerca di qualche cosa di nuovo, di insolito, di sconosciuto. Così Sentieri selvaggi è un titolo che è rimasto "attaccato" al nostro progetto anche quando abbiamo deciso di uscire dalla radio per incontrare il pubblico in teatro: il debutto del gruppo infatti è avvenuto nel giugno '97, al teatro di Portaromana nel cartellone di Suoni&Visioni, la bellissima rassegna che allora era organizzata dalla Provincia di Milano.

Qual è il ruolo della musica colta contemporanea oggi?
Far nascere in chi la ascolta il desiderio di confrontarsi con il tempo presente senza pregiudizi.

Programmi per il futuro?
Il 19 luglio saremo al Teatro Strehler con una performance "transmediale" che ci vede sul palcoscenico insieme a Fanny Ardant e ai video artisti Masbedo. Si intitola Il Rimedio della Fortuna ed è una traduzione contemporanea di un famoso trattato medioevale francese, Le Remède de Fortune, scritto, musicato e illustrato da Guillaume de Machaut nel 1342. La musica e il testo sono stati manipolati, trasformati e trasfigurati dal lavoro mio e di Alex Cremonesi (La Crus): è un progetto molto strano che mette in dialogo linguaggi e pratiche molto differenti tra loro. Porteremo questo lavoro a Roma in settembre e poi ci dedicheremo alla preparazione della nostra stagione 2013 all'Elfo Puccini che si intitolerà Musica impura: un cartellone di concerti dedicato alla musica e ai musicisti di oggi che praticano l'impurità senza timori atavici o falsi pudori.



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