Troviamoci in Baires


Finalmente si parte. A quattro mesi dalla delibera del cdz sulla chiusura al traffico di corso Buenos Aires per una domenica al mese in via sperimentale, un gruppo di rappresentanti del cdz e dei partiti della zona 3 incontra il Comune nella persona dell’assessore al Territorio Maran.
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buenos Aires a piedi
La delegazione della zona 3, guidata dal presidente del Consiglio Di zona Renato Sacristani, è stata ricevuti in via Beccaria.
In tutti c’era la volontà di confermare quanto era stato scritto nel programma della coalizione: fare della chiusura domenicale al traffico della  terza arteria commerciale d’Europa una occasione di ripensare la città. Non si deve più pensare al corso Buenos Aires solo come asse di penetrazione verso il centro, destinata a veicolare un imponente traffico automobilistico, ma restituirlo alla sua vocazione di punto di incontro dei cittadini e di luogo di commerci in una logica di città policentrica. Luogo da recuperare alla cultura, intesa come scambio e creatività, restituito ai cittadini come ambiente urbano da vivere.
Sarà piacevole passeggiare senza il puzzo e l’incubo delle autovetture.

Tornando alla seduta di mercoledì, in apertura il presidente Sacristani ha chiesto all’assessore che il Comune faccia propria con una delibera (l’Assessore ha indicato nell’ordinanza lo strumento più idoneo) la decisione presa dal c.d.z il 2 Febbraio per una ragione cogente.
Infatti Fra pochi giorni nascerà un organismo il  Duc, Distretto Urbano Del Commercio, promosso dalla Regione Lombardia.

Il DUC è composto da dieci persone quattro del Comune (una di queste è Sacrestani), due del cdz (Sacerdoti e Viola), due commercianti, uno per il teatro  Elfo e un rappresentante degli albergatori.
La chiusura di Baires sarà regolata dal Duc, che avrà la capacità di raccogliere i fondi necessari e di adempiere alle questioni burocratiche onerose, tipo Cosap.
Le Associazioni di vario tipo culturali, sportive, ambientali, ludiche, del volontariato si riferiranno al Duc, portando i loro progetti.

È ovvio che la preparazione di un evento che coinvolga l’intero miglio (marino)del Corso non potrà essere lasciata all’improvvisazione, come tutti, e in particolare Bassan, hanno sottolineato.
Calamida ha espresso timori per la presenza dei commercianti che vorrebbero ripetere le vecchie chiusure di anni fa all’insegna del puro consumismo e della festa da strapaese.
Calamida, De Luca e Mainoldi Hanno ribadito il carattere culturale ed ambientalistico della chiusura.
Sacerdoti ha parlato dei rapporti con i produttori agricoli di prossimità che potrebbero animare le domeniche.

Si potranno istituire degli angoli specifici: quello della poesia, dove chiunque potrà declamare versi, l’angolo della lettura, l’angolo teatrale, delle marionette, della musica con esibizioni di giovani band e di professionisti di musica d’arte.
Coinvolgere bambini, scuole, giovani e non più giovani.
Questo Baires dovrà diventare un festival delle idee realizzabili, secondo logiche non dilettantesche che lasciano comunque spazio alla creatività e alla spontaneità.
Dobbiamo agire dunque in modo che la domenica i milanesi possano dire “andiamo a Baires”.
A settembre si potrà fare, come pensa la vicepresidente del Cdz Sara Rossin, la giornata dello sport, con la presenza di tante organizzazioni che in loco possono da vita a momenti di esibizione e di breve agonismo.



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