Intervista a Francesca Zajczyk, delegata per le Pari Opportunità per il Comune di Milano
Fra i tanti progetti, una banca dati di curriculum d'eccellenza "al femminile"e un'interessante riflessione sul ruolo delle donne nel prossimo Expo.
(Marzia Frateschi)22/11/2011R : Direi che principalmente questo ruolo nasce da una serie di riflessioni fatte da Giuliano Pisapia sulle questioni legate ai temi della donna, alla sua centralità in ambito politico e sviluppate durante la campagna elettorale.
Dopo avere nominato una Giunta caratterizzata per metà dalla presenza di assessori donne e rispondendo quindi concretamente ad una risposta paritaria così come aveva promesso in campagna elettorale, la sua riflessione si è sviluppata sulla opportunità, sulla esigenza che l' amministrazione potesse avere un'altra figura da affiancare alle donne della giunta e che in prospettiva potesse svolgere una attività trasversale in un'ottica di politiche di genere.
In sintesi potremmo dire che il Sindaco ha mostrato una forte sensibilità politica verso le tematiche femminili esprimendo la volontà di creare, con questa scelta, un elemento di qualità aggiuntivo alla scelta insieme concreta e simbolica che aveva dato con la nomina di una giunta “paritaria".
D: Nell'ambito del suo nuovo ruolo, quali progetti ritiene concretamente di immediata e più attuabile realizzazione ?
R: penso che di facile non esista niente in politica specialmente per una delega da creare. Sussistono, a mio parere, diversi aspetti di cui occorre tenere conto: sicuramente uno di contenuto e riguarderà le priorità da assumere attraverso incontri con donne, gruppi e associazioni femminili presenti in città. L’altro, diciamo formale e di apprendimento delle procedure e delle regole; un altro di conoscenze di ciò che già esiste nei diversi assessorati e servizi.
Comunque, temi come la pubblicità sessista, gli stereotipi di genere e la violenza contro le donne, rappresentano sicuramente temi al centro della mia attenzione.
D : Parlando di concretezza, fra i progetti del suo mandato c' é quello della creazione di una banca dati di curricula "al femminile". Può dirci qualcosa in proposito ?
R: La finalità è di organizzare una banca dati pubblica di curriculum eccellenti. Cominciano ad esserci esempi a livello privato, come per esempio quello della fondazione Marisa Belisario e della PWA (Professional Women's Association).
Sarebbe però importante che anche l’amministrazione comunale potesse dotarsi di uno strumento trasparente e democratico per i talenti e le professionalità femminili.
D : abbastanza facile allora
R: no, tutt'altro.
Il maggiore scoglio e la legge sulla privacy diversa nel pubblico rispetto al privato.
Per esempio, ritenevo che chi concorresse ai bandi per aziende partecipate al Comune segnalando le sue competenze e il curriculum, previo consenso per la pubblicazione, potesse rappresentare un primo passo ma pare che non sia sufficiente. Questo riporta al discorso precedente e cioè di studiare da parte mia, chiedendo ovviamente contributi agli esperti, come intervenire concretamente rispetto ai vincoli formali e burocratici impedendo di essere bloccata dalle vischiosità formali.
D
: Donna e mercato di lavoro: problema spinoso.
È
uscita un'indagine di Menageritalia sulle categorie più discriminate
all'assunzione. La percentuale più alta riguarda gli over 50 seguite
dalle donne.
R:
Il problema del lavoro per gli over 50 in Italia riguarda entrambi i
sessi ma le donne di questa fascia d'età sono particolarmente
penalizzate.
L'allungamento
della vita ha portato ad una tripla presenza della donna dovendosi
occupare, rispetto alla doppia presenza dei decenni precedenti, oltre
che della propria e di quella dei figli, anche della famiglia di
origine; se a questo si aggiungono altri fattori oggettivi come
titoli di studio bassi e quindi scarse competenze, il problema
diventa ancora più drammatico specialmente per chi é uscito dal
mercato del lavoro, magari per aiutare la famiglia.
In
generale, comunque, le donne si ritrovano frequentemente tra i
lavoratori precari, ad alta flessibilità e scarsa qualifica. Alla
nascita del primo figlio ancora oggi sono spesso costrette a lasciare
il lavoro perché, nella bilancia remunerazione/costi per asili o
baby-sitter, “conviene stare a casa". Inoltre, non solo
rischia di rimanere esclusa da qualunque opportunità lavorativa ma
si ritrova letteralmente “schiacciata” dalle tante attività di
supporto agli altri componenti della famiglia.
D
: Cosa può essere fatto per questa nuova emergenza di precariato?
R
: purtroppo il Comune non ha competenza specifica per i problemi
lavorativi.
C’è
attenzione, tanto che è stato siglato un protocollo con le
organizzazioni sindacali, che si chiama "Piano di Sviluppo
Locale"; lo scopo del progetto é di realizzare una efficace
politica anti-crisi aperta ai contributi di tutti i soggetti sociali,
istituzionali ed economici presenti nel territorio. É interessante
che, tra i punti esplicitamente richiamati nel protocollo, ritroviamo
il tema del difficile rapporto con il mercato del lavoro, soprattutto
da parte di giovani e donne.
Inoltre,
grazie alla condivisione di queste strategie, l'Amministrazione,
attraverso l'Assessorato al Lavoro, ha anche siglato un accordo con
la Camera di Commercio, con la finalità di premiare quelle imprese
che adottino degli interventi legati a favorire il lavoro delle donne
e la permanenza delle donne nell'azienda attraverso misure di
conciliazione.
Un
altro intervento politico fondamentale é stato quello di riattivare
un fondo accantonato (Fondazione Welfare) dalla giunta Moratti
destinata a soggetti, famiglie in particolari situazioni di disagio
per la perdita del lavoro.
D:
tornando all'indagine di Menageritalia, colpisce un altro dato di
discriminazione sul lavoro e cioè il criterio "aspetto fisico".
È
stato statisticamente dimostrato che la gradevolezza dell'aspetto
favorisce l'assunzione.
Creme
e bisturi a gogó per la già discriminata over 50?
R:
Sono due temi che si connettano ma autonomi. Il dato estetico legato
a modelli culturali apre una questione che va al di la dell'età e a
ciò ha sicuramente contribuito nel nostro paese una lunga fase in
cui si è affermato come valore un certo tipo di donna e di immagine
femminile. Fenomeno cui ha contribuito in modo determinante quello
che possiamo definire lo sdoganamento istituzionale ad opera di
Berlusconi.
Si
può discutere su quanto questa questione abbia pervaso tutta la
società italiana e quante donne cercano di resistere a questa
visione ma una metà del paese si e perfettamente allineata e tutti
gli attori si sono integrati, dal mercato del lavoro a quello dello
spettacolo, della comunicazione e della pubblicità.
Una
sorta di chiave di volta, di strategie e messaggi che sono restituiti
come valori a donne, ragazze, bambini senza esserci di fatto nessuna
misura reale.
D
: In questo senso il suo ruolo di promuovere le campagne contro gli
stereotipi e campagne pubblicitarie lesive per la donna può essere
un contributo importante nel tentativo di riequilibrare la cultura
dell'immagine.
R
: Spero proprio di riuscirci. Ho molti progetti, mi piacerebbe per
esempio, organizzare incontri in cui esperte portano questa
riflessione sugli Stereotipi da diversi punti di vista sul
territorio, passando anche attraverso la conoscenza e sensibilità
dei comitati.
La
mia impressione é che certamente ci sono ambiti ancora molto
sensibili ma manca il passaggio della piena consapevolezza sulle
ricadute nella costruzione della propria identità di genere, nei
rapporti con gli altri, nel rapporto uomo e donna dei nostri figli,
c'é veramente molto da fare e l'aiuto sul territorio é
fondamentale.
D:
Ultima domanda: Expo
R:
Anche in questo settore il mio ruolo é da sviluppare e riempire con
l'esperienza.
L'idea
parte da una considerazione: nutrire il pianeta. Tutto ciò che ha
che fare con il nutrimento parte dalla figura femminile e da questo a
cascata. Possiamo vederlo con il recupero di interesse di ruoli da
parte delle donne nella professione agricola e quindi nella filiera
agroalimentare, nel tema dell'ecosostenibilità.
Ci
sono molte azioni che vedono la donna al centro e quindi il messaggio
migliore é quello di dare alle donne un ruolo centrale in questo
Expo dove il nucleo fondamentale é la salvaguardia del pianeta.
Parto
concettualmente dalla rete metropolitana milanese dove le donne sono
fondamentali in questi ambiti per poi idealmente costruire un ponte
con l'economia di sopravvivenza negli stati in via di sviluppo e
nella industrializzazione di molti paesi dove le donne hanno un ruolo
centrale; il premio nobel della pace dato a tre donne africane un
mese fa ne rappresenta un esempio.
Penso
che la connessione Donna - Expo sia un segnale simbolico importante
per l' Italia.
D:
Una riflessione finale?
R
: La pazienza.
Bisogna
avere pazienza, mi dico tutti i giorni, per fare cose concrete in una
città devastata da giunte di centro destra.
Siamo
in una fase di apprendimento reciproco fra chi ha in mano le redini
della nuova amministrazione a vari livelli e con ruoli diversi e con
interlocutori diversi l'aspettativa che si é creata é enorme e
questa, unita alla fretta di vedere risolte situazioni stantie, può
creare facilmente visioni distorte e impazienza nella loro
risoluzione. E questo può essere anche molto pericoloso.
Comunque
ce la stiamo mettendo tutta...
Marzia
Frateschi
(Comitato
zona 3)