A teatro e al cinema…a piedi. Angels in America Fantasia gay su temi nazionali


Un’occasione da non perdere per conoscere il mondo fantasmagorico di Angels in America, una sorta di epopea eroica di sopravvivenza estrema.
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angels Elfo

Assistiamo al Teatro Elfo Puccini alla maratona teatrale di Angels in America in una platea gremita e molto ben disposta (a ragione). L’occupazione (simbolica) della sala dura circa otto ore e permette di seguire in esatta sequenza le due parti in cui l’opera si divide.

Si avvicina il Millennio, viene introdotto il tema. Siamo nel 1985 nell’America reaganiana di pessima memoria, è appena esploso il dramma dell’Aids e la città di New York diviene teatro di vicende che intorno all’Aids ruotano.

I personaggi interpretano le paure e le ansie di un’epoca alla fine di un secolo che fa i conti con se stessa attraverso un flagello che sembra interessare tutti, non solo gli omosessuali che vivono un particolare Calvario.

Gli interpreti ci conducono in una sorta di Inferno in cui sembra non ci sia scampo per alcuno, ma ci guidano con ironia e sarcasmo attraverso un linguaggio molto vivo, decisamente espressivo.
Si intrecciano così storie che spesso attingono alla dimensione onirica del racconto. Compaiono fantasmi e angeli, neri e bianchi, che sembrano portare in sé colpa e condanna, ma anche assoluzione e rassicurazione. In fondo, poi, muore solo il più cattivo, il politicante corrotto e corruttore, reso con compiaciuta tracotanza da un bravissimo Elio De Capitani.
Gli altri trovano conforto dagli angeli e dalle persone in carne e ossa che, pur nello loro umane contraddizioni, esprimono solidarietà e affetti.

Nella seconda parte, Perestroika, si filosofeggia a pie’ sospinto intorno alla condizione umana con qualche estremizzazione un po’ datata.
C’è chi dice infatti che quegli anni sono ormai distanti, l’Aids non incute più terrore e Reagan è sepolto da un pezzo. Sembra invero che la malattia sia ancora molto perniciosa in Occidente e decisamente terribile nei paesi più poveri, Africa in testa. Per tacere della politica nazionale e internazionale.
Se qualche considerazione può sembrare fuori dal tempo, rimane la testimonianza forte di una storia che ha sconvolto il mondo.

Bella prova corale di un gruppo di attori collaudati, giovani e meno giovani ma tutti molto nella parte, persino troppo. Regia storica di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani di un’opera che è diventata emblematica per l’Elfo.
Circa sette ore di spettacolo, nelle due parti, si reggono più che bene grazie a tutti coloro che lo hanno reso possibile.
Affrettatevi gente. Le ultime repliche di Angels in America, ammesso che ci sia ancora qualche posto libero, finiscono, con combinazioni varie, il 3 giugno.
Poi, dicono gli Elfi, un’ultimissima replica a Madrid e poi cala il sipario (per sempre?).


Angels in America Fantasia gay su temi nazionali
Si avvicina il Millennio – Perestroika
Di Tony Kushner
Regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
In scena al Teatro Elfo Puccini sino al 3 giugno

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