A teatro e al cinema…a piedi Il maestro di Vigevano


È in scena al Tieffe Menotti Il maestro di Vigevano, un attualissimo spaccato sociale ed economico dell’Italia degli anni ‘60.
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MaestroVigevano
Lucio Mastronardi, personaggio travagliato della letteratura italiana, finisce di scrivere il suo romanzo Il maestro di Vigevano nel 1960. Siamo nel pieno del boom economico (quello recentemente ricordato dal presidente Napolitano in ironica polemica con Beppe Grillo) e la società italiana si avvia, in preda all’illusione del raggiunto benessere, a esaltare i fasti del consumismo.

In questo clima euforico, si inseriscono le vicende del maestro elementare Mombelli che, da sprovveduto insegnante di provincia, viene spinto dalla moglie a diventare imprenditore, ramo scarpe.
La vicenda si colloca nella opulenta e benpensante Vigevano, città ricca di storia e di industrie calzaturiere e tessili.
Di questa allettante e ghiotta materia se ne è impossessato Emilio Russo, direttore artistico del Tieffe Teatro, per realizzare una riduzione teatrale del romanzo di Mastronardi, per la regia di Marco Balbi, per altro anche attore storico di questo teatro.

La scena riproduce una porzione significativa della splendida piazza Ducale di Vigevano, animata da numerosi caffè collocati sotto i portici della piazza stessa.
Ai tavolini di un caffè appunto, come se fosse salotto di casa loro, trascorrono le giornate gli infidi colleghi del maestro Mombelli, il dispotico Direttore didattico, professionisti affamati e nuovi sguaiati imprenditori protesti indefessamente a fare danee.
Intorno a questi tavolini, si consuma il dramma del protagonista, trascinato all’Inferno dalla cupidigia carnale della moglie e dalla dignitosa modestia del suo carattere.

Con diversità, non esattamente di dettaglio, dal libro e dal film girato nel 1963 da Elio Petri con uno strepitoso Alberto Sordi ( e, per noi milanesi, con uno strabordante Piero Mazzarella), la commedia sfocia in dramma attraverso un testo brillante ben interpretato dagli otto attori in scena. Nessuno sopra gli altri come si addice ad una intonata corale.
Non resta  che dire dell’attualità del tema, oggi che siamo oltre il consumismo e oltre, purtroppo, il lavoro, facciamo ancora i conti con i “bolli” (i soldi) e con l’evasione fiscale senza aver ricavato sostanziale giudizio da quanto avveniva dalle parti nostre una cinquantina d’anni fa.
Da vedere per una serata piacevolmente intelligente.


Il maestro di Vigevano
dal romanzo di Lucio Mastronardi
adattamento teatrale di Emilio Russo
regia di Marco Balbi

In scena al Tieffe Teatro Menotti sino al 3 giugno



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